Quando era un bambino aveva un mappamondo a fianco del letto e prima di addormentarsi lo faceva ruotare. Poi lo fermava con un dito, scopriva su quale lembo di terra si fosse fermato e fantasticava su quelle mete esotiche.
La Patagonia, l’Africa australe, le Indie, il deserto del Sahara, le terre del sol levante, gli antipodi, le isole del Pacifico.
Ora Riccardo è un uomo e i suoi sogni sono divenuti realtà. Quelle terre misteriose le ha visitate davvero, uno dopo l’altro ha attraversato le strade di oltre 120 paesi.
Le ha attraversate cavalcando una delle sue tre moto, a piedi, in barca, con i mezzi locali. Ha viaggiato da solo, con la fidanzata del momento, con gli amici, come coordinatore di tour avventurosi. Per poter viaggiare così tanto ha scelto le strade meno battute, ha fatto molte rinunce, ha pagato tutti i prezzi che c’erano da pagare.
Scelte che ora lo portano a definirsi un minimalista e un disadattato di lusso. Scelte che però lo hanno reso libero e felice.
È questo il sunto del racconto-viaggio-vita avvincente e in prima persona di un ragazzo romagnolo, Riccardo, che messo difronte ad un bivio: intraprendere una carriera certa nell’azienda del padre imprenditore o inseguire il sogno di girare il mondo non ha esitato ad imboccare la via meno battuta, ovvero la seconda. Con tutto quello che ne comporta: avventura, meraviglia, solitudine, frugalitá ed un certo imbarazzo alla ricorrenti domande su quale sia la sua professione, su quali siano i suoi mezzi di sostentamento.
L’autore ci racconta con l’entusiasmo genuino di un ragazzo, come da questa scelta, per nulla adolescenziale né impulsiva, riconfermata ad ogni nuova partenza, ne sia derivata tutta la differenza, tra lui e i suoi coetanei, tra la sua storia e quella che la società avrebbe designato per lui.
Per Riccardo ogni mezzo, ogni pretesto, ogni sfida o condizione meteo sono buone per mettersi in viaggio, ma é subito chiaro al lettore come il suo vero ed unico habitat (amore) sia la moto. Ed é cosí che si é catapultati nel viaggio e nel paesaggio in sella ora ad una BMW GS 1200 ora a una Royal Enfield indiana. Non stupisce pertanto che i 4 overland motociclistici, di cui due in Africa, siano senza dubbio il cuore pulsante dell’intero manoscritto. Il ritmo è incalzante, l’entusiasmo, l’eccitazione, la passione del motociclista trasuda dalla carta, ricca di aggettivi ed immagini onomatopeiche e veraci. Seguono poi racconti di trekking, viaggi aerei, viaggi di gruppo ed esperienze in solitaria, viaggi in località africane poco battute come la Dancalia, la Sierra Leone, l’Omo River. Ognuno di questi rappresenta un microcosmo unico di immagini, sapori, emozioni, culture ed odori che é valso e vale la pena di essere vissuto, rivissuto e condiviso attraverso la stesura e la lettura del libro. É questo il regalo per il lettore.
Alle emozioni filtrate dagli occhi e dalla pelle del protagonista si intersecano quelle dei personaggi spesso bizzarri che la vita-viaggio fa scivolare sul suo cammino. Ognuno di loro é descritto con dovizia di particolari ed assume piena dignità ed autonomia, tanto da far trapelare come per l’autore gli incontri ancor più della strada rappresentino l’essenza e la ragione del viaggio. Tra i vari incontri le donne, come per ogni centauro che si rispetti, la fanno da padrone. Ce ne sono di ogni tipo: affascinanti, orribili, libere, sposate, ognuna con il suo fascino che dev’essere ad ogni costo assaporato per poter essere giudicato, raccontato.
Nonostante il suo vagabondare, é chiaro fin da subito che Riccardo non scappa da nulla, anzi a casa, il suo porto sicuro, ci sono sempre i genitori ad attenderlo. Questo babbo e questa mamma straordinari che lo hanno lasciato libero di intraprendere la sua strada, fanno capolino nel testo con molta dolcezza, affetto, nostalgia e tutto il riconoscimento che si meritano per aver educato un figlio alla curiosità, alla libertá, all’essenzialità e all’amore in tutte le sue forme.
La narrativa rallenta e singhiozza quando il brivido dell’avventura deve fare spazio al brivido della febbre malarica, compagna di viaggio indesiderata che si ripresenterà per ben tre volte, la seconda delle quali costringendo Riccardo perfino al rimpatrio/rientro urgente dalla amata Sierra Leone. Ma nessuna missione può chiudersi con un abbandono, ed ecco che per chiudere il cerchio Riccardo, molti anni dopo, si ritufferá in un overland mozzafiato attraversando tutta l’Africa occidentale ancora una volta a scopo umanitario.
Oltre all’Africa un altro pezzo di cuore dell’autore e del lettore se lo aggiudica senza dubbio l’India con l’antologia di racconti: Il matrimonio combinato, L‘angelo custode, In ospedale e Vita da Sahdu, uno sguardo mistico a uno dei suoi paesi preferiti.
Lungo tutta la narrativa ai paesaggi, agli incontri, al pericolo e all’avventura si aggiunge una discreta quota di ironia. Ed ecco che vi troverete da soli a ridere a crepapelle di storie e personaggi incredibili come Carla e Mirella, e perché no dello stesso autore in quella sua parentesi di vita denominata Mattachioni Volanti, trascorsa a levitare travestito da santone indiano per festival di paesi, città e lungo la Silk Road Race, perché ogni scusa é buona per vivere appieno, per mettersi in viaggio.
Il viaggio dunque come minimo comune denominatore, un caleidoscopio di emozioni, riflessioni e risate in 31 accattivanti episodi.
“Ho scritto questo libro anche per questo, per leggerlo nei miei momenti di malinconia, per ricordarmi di aver vissuto una vita meravigliosa”.
Il libro è dedicato alla mamma dell’autore, la donna più importante della sua vita.
Il ricavato sarà devoluto alla Caritas di Makeni in Sierra Leone dove Riccardo ha fatto volontariato. Potete trovarlo nelle migliori librerie o su tutte le principali piattaform on-line: Amazon, IBS, Feltrinelli, Mondadori, ecc.
Riccardo Prati