Il rituale del matrimonio nella cultura dei Mursi

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Nella cultura dei Mursi, uno dei popoli più conosciuti della Valle dell’Omo in Etiopiail matrimonio è molto importante e la sua celebrazione, oltre a coinvolgere tutta la comunità, prevede una serie di rituali tradizionali che devono essere compiuti.

Il rituale del matrimonio, o gama, vero e proprio e che sancisce l’unione di una coppia, è preceduto da alcuni riti, due maschili e uno femminile, lo svolgimento di questi riti consente ai due promessi di sposarsi.

I rituali Mursi che precedono la celebrazione del matrimonio:

  • Il rito maschile di dover pagare la compensazione matrimoniale ai parenti della sposa 
  • Il rito maschile di dover celebrare la cerimonia del kidong ko duri, o semplicemente duri
  • Il rito femminile della tugha

Rituale maschile del matrimonio Mursi: la compensazione matrimoniale

Il futuro sposo deve possedere i beni necessari per poter pagare la compensazione matrimoniale, una sorta di prezzo da pagare per la sposa, che deve essere corrisposto alla famiglia della futura moglie; questo pagamento non significa che il futuro marito compra la futura moglie dalla sua famiglia di origine, ma piuttosto rappresenta un indennizzo per compensare la perdita, in termini di lavoro e di fertilità, procurata ai parenti della sposa. 

Nella cultura dei Mursi ci sono una serie di norme ben precise che regolano questa transazione economica, che è importantissima e fondamentale per ogni uomo in procinto di sposarsi. 

Il futuro marito dovrà consegnare, con il contributo e l’aiuto dei suoi parenti, un certo numero di capi di bestiame, solitamente 38, e un fucile AK47 al padre della sposa, prima che quest’ultima vada a vivere con il futuro marito. 

I 38 capi di bestiame non diventeranno tutti di proprietà del padre, ma verranno suddivisi tra i parenti più stretti della sposa, sempre in base a regole ben precise; beneficeranno di questa distribuzione tutti i discendenti degli 8 bisnonni della sposa, per la precisione i discendenti dei 4 bisnonni e i discendenti dei fratelli delle bisnonne.

I discendenti dalla parte della mamma della sposa si dovranno dividere 15 capi di bestiame e i discendenti dalla parte del papà dovranno dividersi 5 capi, mentre non viene formalmente sancito a chi spettano i restanti 18 capi di bestiame; è singolare il fatto che i parenti materni abbiamo il diritto di dividersi più capi di bestiame rispetto ai parenti paterni, visto che i Mursi hanno una discendenza patriarcale.

La tradizione di pagare la compensazione matrimoniale è comune a tutte le tribù della Valle dell’Omo, anche che con regole che differiscono da una tribù all’altra; per questo motivo, quando nasce una figlia femmina, la bambina viene considerata come una garanzia di benessere per la sua famiglia.

Se le richieste di capi di bestiame da parte della famiglia della sposa non vengono soddisfatte dal futuro marito, la ragazza che deve sposarsi potrebbe subire una maledizione che la porterà a non potere avere figli oppure un eventuale figlio morirà.

Rituale maschile del matrimonio Mursi: la cerimonia del kidong ko duri

Prima del matrimonio il rituale Mursi prevede che venga celebrata una festa per lo sposo: la cerimonia del kidong ko duri, o semplicemente duri; in lingua Mursi kidong significa tamburi, mentre duri significa danze, quindi il nome della cerimonia può essere tradotto con la danza con i tamburi, kidong è anche il nome del tamburo particolare che viene usato per questa festa.

Il kidong ko duri è una festa che dura una giornata intera in cui si danza e si canta; le canzoni narrano la nuova vita e le nuove responsabilità che avranno i due sposi in conseguenza al matrimonio, come ad esempio avere dei figli per dare continuità alle loro discendenze.

Durante questa festa vengono uccisi e macellati alcuni capi di bestiame e la carne viene servita a tutti i partecipanti.

In un momento specifico della giornata tutti i partecipanti alla cerimonia si siedono in cerchio e viene servito loro il caffè, o bunna; quando tutti hanno ricevuto il caffè, un uomo, parente dello sposo, si siede al centro del cerchio e inizia a parlare con una donna, questa è una specie di rappresentazione teatrale che narra il matrimonio.

Durante questa giornata sono previsti anche dei giochi che talvolta possono diventare violenti: le donne presenti alla cerimonia cantano, ridono e si rincorrono tenendo in mano dei ramoscelli che, ad un certo punto, iniziano a tirarsi le une contro le altre, ma sempre sorridendo per esprimere la felicità per il festeggiato.

Canti, balli e giochi proseguono tutto il giorno e tutta la notte per celebrare la nuova vita che avranno i due sposi.

Rituale femminile del matrimonio Mursi: la cerimonia della tugha

La cerimonia della tugha, che deve essere affrontata dalla futura sposa, è l’ultimo dei rituali che precedono il matrimonio vero e proprio; durante questo rito la sposa riceve la benedizione di suo padre che così da il suo assenso al matrimonio.

La tugha rappresenta anche un rito di passaggio nella vita di una donna: da figlia diventa moglie e, in conseguenza a questo, si assume nuovi doveri e responsabilità nei confronti della sua nuova famiglia.

Anche se la futura moglie si separa dalla sua famiglia originaria, può continuare a coltivare insieme alla madre come faceva quando viveva con lei; le nuove famiglie infatti possono decidere dove vivere, non vi sono obblighi o restrizioni in tal senso, quindi spesso le ragazze decidono di non allontanarsi dalla propria madre.

Il giorno in cui si celebra la tugha coincide con il giorno in cui il bestiame ricevuto dal futuro sposo come compensazione, viene suddiviso e assegnato ai parenti della sposa che ne hanno diritto per discendenza.

I divieti e limitazioni nella scelta della moglie nella cultura Mursi

I Mursi non possono decidere di sposarsi con chiunque vogliano, ci sono alcune limitazioni che sono tassative.

Gli uomini Mursi utilizzano due vocaboli in relazione alla possibilità o meno di sposare una donna: benen e miroga; vengono definite benen tutte quelle donne che non possono essere sposate perché vietato dalle regole della tradizione, mentre vengono definite miroga quelle donne che invece possono essere prese in moglie.

E’ fatto divieto a un Mursi di sposare una donna che appartiene al proprio clan, poiché gli appartenenti a un clan sono in pratica membri della stessa famiglia; non possono nemmeno sposare una donna del clan della madre o che discende dai suoi 4 bisnonni paterni.

Talvolta però nella realtà può succedere che si compiano delle eccezioni, anche perché a volte è complicato stabilire i legami di parentela, anche in conseguenza alla pratica della poligamia.

Gli uomini Mursi possono sposare le donne di altri clan Mursi, ma non di tutti gli altri clan.

I Mursi sono suddivisi in clan e alcuni di questi hanno relazioni più strette rispetto ad altri, ad esempio gli uomini del clan Bumai possono sposare le donne di qualunque clan, mentre i membri dei seguenti clan non possono sposarsi: Komorte, Juhai, Mangwi e Ngeriai; il motivo è da ricercare nelle relazioni più o meno strette o nelle possibili parentele tra gli antenati, inoltre si narra di alcune coppie che hanno ignorato il divieto, si sono sposate comunque e sono state perseguitate dalla sfortuna.

E’ possibile per un Mursi sposare una donna di un’altra tribù, ma deve essere una tribù che ha rapporti pacifici con i Mursi o che è molto vicina culturalmente, come ad esempio i Kara, i Chai e i Suri; mentre non può sposare una donna di tribù rivali o con cui i Mursi sono, o sono stai, in lotta per i pascoli o per i territori come gli Hamer, i Bodi, i Bume e i Banna, nonostante con quest’ultimi siano riusciti a raggiungere un accordo per un rapporto pacifico.

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