Quarto giorno nel CKGR: Deception Valley e Letiahau

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Ci troviamo nella Riserva Naturale del Central Kalahari in Botswana e stamattina ci siamo svegliati alle 5,30 nel nostro campsite nella Deception Valley; abbiamo dormito tantissimo, ieri sera infatti siamo andati a dormire alle 9,15; una cosa che a Milano non succede nemmeno quando stiamo male.

Facciamo colazione in macchina, anche se fuori fa meno freddo rispetto i giorni precedenti non abbiamo voglia di uscire, visto che non è ancora chiaro.

In breve tempo ci prepariamo e poi partiamo, abbiamo la sensazione di essere gli unici a partire così presto, gli altri sono ancora tutti nei campsite; sicuramente sono sudafricani, solitamente sono soprattutto loro che vengono qui nel Central Kalahari a fare campeggio, hanno un vero e proprio culto per questo stile di vacanza e, a differenza nostra, si godono di più la vita nel campsite, a volte non fanno nemmeno safari e restano in campeggio tutto il giorno.

Usciamo sulla strada principale e svoltiamo a sinistra, 5 km ci separano dalla Deception Valley; questa è una strada sabbiosa anche se riusciamo a farla tranquillamente anche noi che non siamo espertissimi di sabbia.

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Ad un certo punto vediamo delle impronte sulla sabbia, sono indubbiamente fresche ma, siccome la sabbia è soffice e profonda, non è facilissimo distinguere perfettamente il profilo ma sicuramente si tratta di un gatto, o una leonessa o un leopardo; seguiamo le impronte, spesso i felini camminano lungo la strada agevolando coloro che cercano di capire la loro direzione.

Le seguiamo per più di un km ma poi le tracce svaniscono quando arriviamo dove la sabbia cede il posto alla superficie dura della Deception Valley, e adesso? Proviamo a guardarci in giro anche con il binocolo ma non riusciamo a scorgere nulla, chissà dove è andato, qualunque cosa fosse; pazienza ci abbiamo provato.

Anziché percorrere la strada che taglia diritta la Deception Valley, decidiamo di fare la strada che porta agli altri campeggi, le ultime impronte che abbiamo visto sembravano puntare in quella direzione.

Ovviamente le impronte sono sparite e lungo la strada dei campeggi vediamo solo altri campeggiatori che, a dire la verità, sembrano guardarci stupiti; in effetti noi siamo già in giro da un po’ a cercare animali mentre loro sembrano appena svegli e ben lontani dal partire in auto, alcuni probabilmente non usciranno nemmeno dall’area del campsite, d’altronde per loro il campeggio è un po’ un rituale, una modalità di viaggio che adorano e quindi si godono ogni singolo momento, inoltre abitando in Africa Meridionale hanno tutta la natura che vogliono a loro disposizione e non hanno la nostra stessa voglia di safari.

Torniamo sulla pista principale e ci dirigiamo verso sud; la maggior parte della pista è in buone condizioni, il fondo è duro e compatto e la superficie è liscia, però, in alcuni punti, ci sono avvallamenti e solchi di pneumatici lasciati da qualcuno che si è impantanato durante la stagione delle piogge, adesso si sono induriti e non è una buona idea entrarvi.

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Ad un certo punto incontriamo i due ragazzi di l’altro ieri sera, il francese e la tedesca, stanno viaggiando in senso contrario a noi e ci hanno detto che ieri hanno visto due leonesse poco lontano dalla strada e non abbiamo capito se le hanno viste anche questa mattina; loro stanno facendo l’ultimo safari andando al Gate di Maswere; sono diretti al Complesso dei Makgadikgadi Pans; good luck and take care!

Andiamo subito a vedere se troviamo i leoni, ci hanno detto che si trovano nella parte di pista tra l’ultimo campsite e la pozza di Letiahau; procediamo comunque lentamente perché a quest’ora del mattino possono essere ancora attivi e quindi potrebbero anche spostarsi, meglio controllare bene.

Ad un certo punto “eccoli!”, un avvistamento che ha quasi dell’incredibile: sono vicinissimi alla strada, sono un maschio e una femmina e sono entrambi in piedi nell’erba bassa; era praticamente impossibile non vederli anche a un occhio non esperto di safari.

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Sono entrambi bellissimi e giovani, inizialmente pensiamo che siano in amore ma li osserviamo un po’ e cambiamo idea; forse lei non è pronta, non lo sappiamo, notiamo però che il leone maschio guarda insistentemente da una parte, quindi prendiamo il binocolo per guardare, pensiamo inizialmente a una potenziale preda ma quando guardiamo in quella direzione vediamo altri due leoni maschi, incredibile.

Anche i due leoni maschi sono vicini alla strada e sono seduti nell’erba bassa al sole con una luce perfetta per scattare loro fotografie.

Ci avviciniamo per vederli meglio e ci accorgiamo che in realtà sono in tre, da dove eravamo prima uno non si vedeva poiché era nascosto dietro un cespuglio.

Sono leoni meravigliosi! Sono giovani, nel pieno delle loro forze, la loro criniera è folta e non hanno ancora i segni di unghiate e ferite che inevitabilmente avranno quando saranno più grandi ed inizieranno a combattere.

Sono seduti all’ombra dei pochi alberi che ci sono in questa zona e tutti e tre guardano fissi in direzione della coppia di leoni, ma quando ci avviciniamo a loro attiriamo la loro attenzione; sono ancora abbastanza giovani e guardano con un po’ di sospetto la nostra auto, quindi spegniamo immediatamente il motore e stiamo in silenzio ed immobili a guardarli, l’unica attività che facciamo è scattare loro alcune fotografie.

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Stiamo lì un bel po’ tant’è che perdiamo la concezione del tempo, siamo anche l’unica auto nel raggio di chilometri e, dopo un bel po’ che li ammiriamo, decidiamo di proseguire il nostro safari, al limite torniamo più tardi quando torneremo indietro.

Proseguiamo senza incontrare nemmeno un’auto e arriviamo fino alla pozza di Letiahau, è una piccola pozza di acqua ferma circondata da un piccolo boschetto; l’acqua si sta progressivamente asciugando, lasciando sul terreno incrostazioni di sale.

Troviamo un posto all’ombra dove posizionarci e aspettiamo, poco dopo, dal lato opposto rispetto a dove ci troviamo, arrivano alcuni springbok per bere; li osserviamo in silenzio per non spaventarli.

Quando gli springbok sono andati via decidiamo che, mentre siamo qui ad aspettare, potremmo approfittarne di pranzare e così facciamo, tanto abbiamo tutto nella nostra borsa ghiaccio non dobbiamo nemmeno scendere dall’auto.

Mentre pranziamo arrivano altri springbok e qualche kudu sempre per bere e noi ci godiamo questa scena in completa solitudine.

botswana kalahari Exploringafrica safariadv kudu

Da qui decidiamo di tornare indietro da dove siamo venuti ma procediamo molto lentamente guardandoci in giro per vedere se avvistiamo qualcosa, oltre agli orici che sono un po’ ovunque nel Central Kalahari.

Ad un certo punto, vicino ad un albero non lontano dalla strada, vediamo un ghepardo; è bellissimo e ci guarda con i suoi occhi arancione scuro; ci fermiamo e spegniamo il motore, non vogliamo spaventarlo o innervosirlo perché i ghepardi sono animali che si stressano facilmente e questo esemplare ci sembra una femmina che ha dei cuccioli, quindi è molto importante che stia tranquilla.

Dopo aver scattato un po’ di foto mettiamo in moto e proseguiamo, abbiamo voglia di caffè quindi lasciamo la strada principale e percorriamo una strada che conduce a una zona arida e dove non c’è vegetazione, qui abbiamo una buona visuale dei dintorni e quindi possiamo scendere a prendere tutto il necessario per farci un buon caffè mentre ci godiamo lo spettacolo e la desolazione della Deception Valley.

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Quando ripartiamo andiamo a vedere se ci sono ancora i nostri leoni: i tre maschi sono esattamente dove li avevamo lasciati, uno di loro sonnecchia mentre gli altri due sono svegli e si guardano intorno attentamente ma non guardano più in direzione della coppia che in effetti si è spostata un po’ più in là.

Sono bellissimi, scattiamo altre foto, sarà un problema quando dovremo selezionarle perché sono tutte bellissime.

Dopo un pò ci decidiamo a salutare i nostri amici felini, procediamo verso nord e percorriamo longitudinalmente tutta la Deception Valley fino ad arrivare a dove inizia la pista che conduce al Leopard Pan; visto che è ancora presto per rientrare al nostro campo, decidiamo di andare alla Leopard Waterhole per vedere se c’è qualche animale.

Quando arriviamo siamo da soli, ma dopo poco tempo arriva un altro fuoristrada, è un sudafricano che abbiamo già incrociato l’altro giorno, oggi però è da solo, la moglie è rimasta al campo con i loro amici.

Scende dalla sua auto e ci chiede se abbiamo visto qualcosa di interessante oggi e gli mostriamo le foto dei leoni e del ghepardo e lui ci fa “faccio una foto alle vostre foto, così le mostro a mia moglie e ai miei amici che oggi non sono voluti uscire dal campo”.

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Chiacchieriamo ancora un po’ e finisce che ci aspetta a casa sua in Sudafrica per un braai quando passeremo dalle sue parti e ci lascia il suo bigliettino; i sudafricani, che spesso ad un primo impatto sembrano burberi e scontrosi, in realtà sono molto ospitali e basta poco per diventare subito amici.

Sono già le 17, è ora di tornare verso il nostro campeggio, non è il massimo arrivare con il buio; ma quando arriviamo vediamo che c’è una tenda, un tavolo, alcune sedie e altri oggetti; siamo stupiti e ci chiediamo di chi possano essere.

Poco dopo arriva una famiglia di sudafricani di Durban, in pratica abbiamo una doppia prenotazione per questa notte; loro vorrebbero spostarsi e andare a cercare un altro posto, ma, visto che hanno già piazzato alcune cose, decidiamo di spostarci noi e andiamo nel CKDEC06, tanto a noi non cambia nulla anzi, magari la nostra camera trap immortala qualcosa di straordinario stanotte.

Abbiamo perso un po’ di tempo e ora che ci sistemiamo diventa buio, ma abbiamo acceso il fuoco appena siamo arrivati così ci siamo portati avanti e possiamo cucinare quasi subito; ceniamo e restiamo fuori un po’ di più stasera, stranamente qui l’aria è più calda eppure siamo a poche centinaia di metri dall’altro campsite.

Ci godiamo anche questa serata nel bush sotto un cielo stellato spettacolare da cui difficilmente riusciamo a distogliere lo sguardo.

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