Ci troviamo in Savuti, nel Parco Nazionale di Chobe in Botswana, stamattina ci siamo svegliati alle 5,00 nella nostra tenda del mobile safari; fuori è ancora buio e l’aria è fredda.
Ci vestiamo ed usciamo per fare colazione mentre inizia ad esserci un po’ di luce.
Ora che terminiamo di mangiare il sole sta per sorgere e noi saliamo in auto pronti a partire, oggi esploreremo l’area di Savuti e cercheremo di scoprire le sue meraviglie.
Partiamo e l’aria fredda del mattino si fa sentire, meno male che abbiamo l’abbigliamento pesante, indispensabile per fare safari su un’auto aperta come quella che stiamo utilizzando durante questo viaggio in mobile safari.
Come prima cosa andiamo alla pozza dove ieri sera abbiamo visto il Marsh Pride, solitamente i leoni durante la notte si spostano ma, visto che questo branco ha diversi cuccioli, è probabile che alcuni membri siano rimasti dove li abbiamo lasciati ieri ad accudire i cuccioli, mentre gli altri siano andati a caccia.
Infatti, appena arriviamo, vediamo una leonessa, un leone maschio, il mitico Sekekama, e tutti i cuccioli, mancano alcune leonesse e l’altro maschio, che probabilmente si sono uniti al resto del branco e chissà dove sono andati.
Scattiamo un po’ di foto, sembrano la famigliola felice con i cuccioli che prendono il latte dalla leonessa che è sdraiata nell’erba e Sekekama che osserva la scena.
Li osserviamo per un po’ e poi decidiamo di proseguire il nostro safari ed esplorare la parte meridionale di Savuti arrivando fino alla pozza dove ieri c’erano gli elefanti; oggi gli elefanti non si vedono in compenso ci sono molti kudu e impala.
Facciamo un giro tutto intorno alla pozza per vedere la scena da diverse angolazioni e poi ci fermiamo in una zona arida e aperta che si trova poco lontano dalla pozza; ci sono altre auto qui poiché questo è il luogo perfetto per fare una pausa caffè.
Scendiamo dall’auto e mentre prepariamo il caffè ci divertiamo a scattare fotografie e a fare selfie mentre ridiamo e scherziamo.
Dopo il caffè il nostro safari prosegue e troviamo altri leoni, ma sono nascosti dietro ai cespugli quindi è praticamente impossibile scattare buone fotografie.
Andiamo anche dove si trovano alcune colline granitiche simili a quella dove si trova il nostro campo, le Gubatsaa Hills; qui, disegnate su alcune rocce, si trovano diverse incisioni rupestri che ritraggono per lo più animali che vivono nel territorio circostante, sono disegni molto semplici ma molto belli.
Queste incisioni rupestri sono state scoperte solamente alla fine degli ani ’60 da un guardia parco, risalgono a periodi differenti e si ritiene che l’ultimo disegno sia stato fatto nel 1810; vengono attribuiti ai San, o Boscimani, ma può essere che altre popolazioni si siano cimentate con il disegno, un po’ come è accaduto alle Tsodilo Hills, che si trovano sempre in Botswana.
Alcuni di noi, in pratica tutti gli uomini, salgono sulla collina per vedere le incisioni da vicino ma la strada per salire è un po’ imperviapoiché si deve arrampicare sulle rocce, quindi le donne hanno preferito rimanere alla base della collina.
Una volta terminata la visita risaliamo in auto e procediamo il nostro safari.
Poco lontano dalla collina vediamo quello che resta dello scheletro di un elefante, alcune ossa, come il femore e il cranio, sono davvero impressionanti da tanto sono grandi e pesanti.
Giriamo fino all’ora di pranzo quando facciamo ritorno al nostro campo, oggi non pranziamo in giro ma comodi qui al campo; è una giornata calda, meno male che il tavolo ha una copertura in canvass, così ci ripara dal sole e ci tiene al fresco.
Pranziamo, beviamo e ridiamo per quasi tutto il tempo, ci divertiamo troppo, siamo proprio un bel gruppo dobbiamo ammetterlo.
Dopo pranzo restiamo qui al campo fino verso le 16,00, alcuni vanno a riposarsi, altri restano qui al tavolo a chiacchierare e io ne approfitto per scaricare le foto scattate fino ad ora; è sempre meglio avere un backup non si sa mai, io in realtà ne faccio anche più di uno: di solito tengo tutte le schede e copio tutte le foto scaricate su due differenti hard disk, questo dovrebbe minimizzare il rischio di perdere le foto.
Alle 16,00 siamo pronti per ripartire, decidiamo di cambiare zona per provare a cercare il North Pride che, a differenza del Marsh Pride, è molto più schivo ed è più difficile da trovare; infatti giriamo parecchio, andiamo anche dove si trova la carcassa di un elefante per vedere se c’è qualche predatore che sta mangiando, ma è completamente abbandonata.
Passiamo in una zona dove si trovano alcuni baobab, non sono maestosi come quelli del Makgadikdadi Pans Complex ma sono comunque molto belli e con la luce del pomeriggio sono molto fotogenici; su uno di questi baobab ci sono alcuni segni che sembrano un volto con uno strano ghigno, sembra quasi inciso da un uomo tanto è fatto bene, ma la nostra guida sostiene che sia naturale.
Quando la luce inizia a scarseggiare finalmente avvistiamo una leonessa solitaria che si sta dirigendo alla pozza, aspettiamo di vederla andare a bere e nel mentre ci posizioniamo bene con l’auto per poterla vedere frontalmente.
Probabilmente le foto non avranno una grande qualità ma la scena è spettacolare: tutto intorno c’è sabbia e il terreno è arido, la pozza è l’unica fonte d’acqua della zona, come se fosse una piccola oasi in questo periodo di siccità.
Facciamo ritorno al campo entro le 18,30, anche la giornata di oggi sta per volgere al termine e siamo molto soddisfatti; commentiamo gli avvistamenti intorno al fuoco e poi ceniamo mangiando le prelibatezze cucinate dal nostro eccellente cuoco Titti.
Dopo cena torniamo intorno al fuoco a chiacchierare e ridere, complice l’immancabile Amarula.