Ci troviamo nel Marakele National Park in Sudafrica, abbiamo deciso di visitare questo parco perché, da un lato è sulla strada che ci porta in Botswana, che è la meta del nostro viaggio, e dall’altro perché siamo curiosi, non ci siamo mai stati prima ma abbiamo visto delle foto stupende.
Ci svegliamo alle 5,30, fuori c’è ancora buio e fa freddo, quindi facciamo colazione in quella che è diventata la nostra zona living room del Dr. Livingstone; dopo colazione ci prepariamo e partiamo, stamattina siamo veloci perché possiamo lasciare qui nel campsite alcune cose, stanotte dormiremo ancora qui.
Il Marakele National Park è diviso in due aree: l’area occidentale dove si trova anche il nostro campsite, qui non ci sono predatori, quindi ci sono erbivori e uccelli; l’area orientale dove invece si trovano anche i predatori e la principale attrazione del parco: il Lenong Viewing Point.
Le due aree del parco sono divise da una strada sopraelevata e, per andare da una parte all’altra, bisogna percorrere una sorta di tunnel chiuso da due cancelli, che servono per evitare che gli animali passino da una parte all’altra.
Usciti dal campeggio percorriamo la stessa strada che abbiamo fatto ieri, la cartina che ci hanno dato al gate non è molto chiara poiché non è in scala e le piste sono approssimative, meno male che abbiamo Tracks4Africa, anche se non ha alcune piste secondarie.
Svoltiamo seguendo le indicazioni per il Lenong Viewing Point e, poco dopo, arriviamo dove si trova la Rooiberg Road, la strada sopraelevata che divide in due il parco; ci avviciniamo al cancello che chiude il tunnel, non si può e non si deve scendere dall’auto per aprirlo, il cancello si apre premendo un bottone e poi si richiude da solo.
Il tunnel è rotondo e di cemento, in pratica sembra uno di quei canali di scolo per consentire all’acqua di passare; magari serve anche a quello.
Ora che siamo entrati nell’area orientale del parco dobbiamo iniziare a tenere gli occhi aperti, anche se il Marakele National Park non è famoso per l’abbondanza della sua fauna, però qui sono presenti tutti i Big 5, quindi potremmo avere fortuna e vedere qualcosa.
In effetti non vediamo molti animali, solo kudu, impala e babbuini, ma il paesaggio è molto bello, non ci sono nemmeno molte strade per poter perlustrare bene il parco, c’è solo una strada principale e qualche pista sterrata secondaria che non è segnata sulla mappa del parco; proviamo a percorrerne qualcuna.
Seguendo una strada sterrata siamo arrivati ad un’area picnic che ha una bella vista sul parco, poiché si trova in una posizione più elevata e ai piedi di alcuni rilievi.
Parcheggiamo e prendiamo tutto il necessario per fare il caffè e andiamo su uno dei tavoli di legno.
Nel parcheggio c’è un’altra auto, sono due ragazzi olandesi che stanno facendo un self drive, iniziamo a chiacchierare dei nostri rispettivi viaggi ed itinerari mentre beviamo il caffè insieme; questa è una delle cose che mi piace di questo tipo di viaggi, si incontrano delle persone che non si conoscono e si inizia a chiacchierare scambiandoci informazioni, come se fossimo amici.
Dopo un po’ è venuto il momento di ripartire, li salutiamo e saliamo sul nostro Dr. Livingstone.
Ci dirigiamo verso la Lenong Drive che, come svela il suo nome, conduce al Lenong Viewing Point; questa strada è asfaltata e ha alcune parti in cemento, si arrampica lungo il pendio della montagna e, in diversi punti è molto ripida, inoltre è poco più di una corsia ma è a doppio senso, per fortuna che ci sono pochi visitatori perché non è molto agevole incrociare un’altra auto.
Ad ogni curva si sale sempre di più e sotto di noi si apre una vista spettacolare sulla vallata sottostante e sui rilievi rocciosi tutto intorno, è una strada molto panoramica ed è un piacere percorrerla, anche se, man mano che si sale diventa sempre più stretta; in totale dalla base alla sommità c’è un dislivello di 1000 metri.
Quando arriviamo in cima troviamo un piccolo parcheggio dove c’è anche l’auto dei ragazzi olandesi, ma non c’è molto altro, oltre ad alcune antenne dove ci sono alcuni uomini arrampicati sui cavi che le reggono; che paura a vederli lassù.
C’è un sentiero che si avventura tra i sassi e che consente di raggiungere alcuni punti da cui si ha una vista meravigliosa sulla vallata; è davvero uno spettacolo.
Scattiamo qualche foto al panorama e anche agli avvoltoi del capo (Cape Vulture) che volteggiano sopra le nostre teste; qui si trova la colonia più grande al mondo di questi splendidi uccelli saprofagi.
Anche se non c’è un’area picnic o altre infrastrutture, se non due o tre panchine di cemento affacciate sul dirupo, decidiamo di prendere la nostra borsa del picnic e pranzare su una di queste panchine ammirando il panorama; in pratica siamo da soli, non c’è nessuno e abbiamo tutta questa meraviglia solo per noi.
A questa altezza fa anche un discreto freddo nonostante ci sia il sole, meglio mettere un giacchino.
Quando abbiamo finito di pranzare scattiamo ancora qualche fotografia e poi andiamo a prendere il nostro Dr. Livingstone e imbocchiamo la strada per tornare a valle.
Scendere forse è meno semplice rispetto a salire perché la strada è ripida, le curve sono strette e la nostra auto è molto pesante, dobbiamo scendere in prima e toccare i freni ogni tanto, altrimenti non riusciamo a fermarci: per fortuna incrociamo poche auto!
Quando arriviamo alla fine della Lenong Drive decidiamo di perderci un po’ percorrendo qualche strada sterrata, anche se non ci sono né sulla mappa né su Tracks4Africa; vogliamo vedere se troviamo qualcosa e arriviamo fino al Tlopi Tented Camp, dove si trova la Tlopi Dam.
Visto che siamo arrivati fino a qui proviamo a vedere se c’è qualche animale che si è recato a bere, ma è difficile raggiungere il bordo della pozza poiché le tende di questo campo si affacciamo direttamente sull’acqua.
Da qui ci dirigiamo verso i cancelli che separano le due parti del parco, percorrendo ancora qualche strada secondaria: caspita troviamo un sacco di segni della presenza degli elefanti, ma è possibile che non li troviamo?
La scorsa notte abbiamo anche sentito ruggire un leone, quindi è la prova che questi grandi felini siano presenti nel parco, ma dove sono?
Questo prova che non è mai facile avvistare gli animali, anche quelli di grandi dimensioni in un’area relativamente piccola.
Torniamo nella zona occidentale, facciamo un giro e poi decidiamo di tornare al campeggio un po’ prima del solito per goderci il relax di questo posto.
Io scarico le foto, si perché è sempre meglio avere almeno una copia, se non addirittura due, non si può mai sapere cosa può succedere, mentre Silvan si rilassa sulla nostra chaise longue; ogni tanto bisogna anche fermarsi e godersi un po’ anche il luogo in cui ci si trova.
Ad un certo punto sentiamo un rumore, c’è qualcuno o qualcosa che cammina dall’altra parte del Dr. Livingstone rispetto a dove ci troviamo noi, siamo un po’ curiosi di vedere chi sia ma non abbiamo voglia di alzarci… abbiamo preso il relax un po’ troppo sul serio!
Ma non c’è bisogno di alzarci, ben presto l’ospite inatteso fa il giro dell’auto e si palesa: è uno struzzo!
E’ troppo buffo, si aggira per il campeggio alla ricerca di qualcosa da mangiare; ma qui da noi non è stato fortunato, noi sul tavolo abbiamo solamente 2 lattine di Tab, mentre tutto il cibo è chiuso in auto, proprio per evitare che attiri qualche animale.
Ma lo struzzo, senza un briciolo di pudore, inizia a girare per tutto il campeggio, curiosando ovunque e alla fine riesce a rubare un panino ai nostri vicini; forse ha un po’ sottovalutato la dimensione e la consistenza del pane e impiega non poco tempo per ingerirlo, inutile dire che è proprio buffo.
Gli struzzi ingeriscono il cibo intero, non hanno modo di masticarlo o sminuzzarlo prima, inoltre sono privi di succhi gastrici, quindi devono ingerire anche del materiale sufficientemente duro in modo che, una volta giunto nello stomaco, grazie al movimento dei muscoli gastrici, sia in grado di sminuzzare in cibo.
Scopriamo ben presto che lo struzzo non è da solo, ci sono un maschio e due femmine che, a turno, girano per il campeggio; sono troppo buffi e noi ci divertiamo a fotografarli e a filmarli!
Ma gli struzzi non sono gli unici ospiti che ci vengono a trovare: ci sono anche diversi buceri, che si avvicinano alla ricerca di briciole, e qualche cercopiteco verde, che finge indifferenza ma in realtà perlustra costantemente il campeggio per poi compiere incursioni degne di un gruppo di assalto per rubare il cibo.
Noi non temiamo nulla proprio perché abbiamo tutto chiuso quindi siamo tranquilli, mentre la maggior parte dei sudafricani sta già cucinando e quindi sono sotto attacco; sono scene troppo divertenti per non ridere!
Mentre guardiamo queste scene ridicole ci godiamo anche il tramonto e brindiamo con un savanna dry e un savanna lemon, il mio preferito; una altra giornata di questo viaggio volge al termine e a noi sembra di essere lontani da casa da più di un mese.