Ci troviamo in Sudafrica e stamattina siamo partiti da Johannesburg per recarci al Pilanesberg National Park.
Siamo arrivati al Gate Bakubung intorno alle 11,30, parcheggiamo il nostro Dr. Livingstone e andiamo a registrarci e a pagare il fee di ingresso; il Pilanesberg non rientra nei parchi gestiti dalla San Parks e quindi la nostra Wild Card qui non è valida.
Dopo aver fatto la registrazione partiamo: è ufficialmente iniziato il nostro primo safari di questo lungo viaggio che ci porterà ad esplorare 2 aree naturali in Sudafrica che non abbiamo mai visitato prima: il Pilanesberg National Park e la Marakele National Park, per poi andare in Botswana, un paese che amiamo particolarmente e dove torniamo sempre volentieri e dove faremo altri safari.
Il paesaggio del Pilanesberg National Park è spettacolare, sul perimetro esterno del parco si trovano una serie di colline erose dagli agenti atmosferici nel corso delle ere geologiche, mentre al centro del parco si apre una vasta area pianeggiante; ricorda un po’ la caldera di un vulcano anche se non lo è nel senso più stretto del termine.
Quest’area infatti si è formata milioni di anni fa nel luogo in cui si trovava un vulcano che però non ha eruttato lava, ma l’ha fatta solamente risalire verso la superficie terrestre ma questa si è solidificata prima di uscire all’esterno.
In seguito la lava solidificata è collassata, allo stesso modo in cui collassa la caldera di un vulcano, creando delle colline sotterranee che, infine, grazie all’azione dell’erosione, che nel corso dei millenni ha rimosso i materiali più morbidi, le colline di pietra lavica sono emerse.
Esistono solamente 3 luoghi al mondo che hanno queste caratteristiche geologiche e il Pilanesberg National Park è il luogo meglio conservato.
Ci godiamo il paesaggio selvaggio e primitivo, però entriamo anche in “modalità avvistamento” per cercare gli animali; qualche giorno fa abbiamo comprato il libro che descrive nel dettaglio tutte le strade del Pilanesberg National Park e indica i luoghi dei potenziali avvistamenti, anche se si sa che gli animali, nonostante abbiano luoghi e comportamenti che si ripetono, possono sempre essere imprevedibili e quindi non c’è mai la certezza di avvistarli in un determinato luogo.
Partiamo dal Gate Bakubung e percorriamo la Kubu Drive fino a dove si trova la deviazione per la Kgama Drive; questa strada sterrata è molto panoramica e corre prima vicino alle colline per poi costeggiare la Lengau Dam, ovviamente abbiamo scelto immediatamente la strada sterrata, non vedevamo l’ora di interrarci un po’.
Non facciamo grandi avvistamenti ma vediamo molte zebre arrampicate sui pendii delle colline e gli onnipresenti, non solo qui nel Pilanesberg National Park, ma in tutto il continente, impala; quando arriviamo alla diga, che ha l’acqua tutto l’anno, possiamo ammirare un paesaggio meraviglioso.
In acqua si trovano alcuni alberi morti che chissà da quanto tempo sono lì, ora sono diventati il rifugio e luogo di nidificazione di alcuni uccelli come i cormorani, le aninghe africane e gli ibis sacri; sono molto scenografici e belli da fotografare.
Ci sono anche altri uccelli acquatici come le anatre e gli aironi mentre, dalla parte opposta dello specchio d’acqua, ci sono alcuni ippopotami distesi al sole, un gruppo di alcefali rossi (red hartebeest) che probabilmente sono arrivati qui per bere e alcune antilopi d’acqua (waterbuck) che camminano sulla spiaggia o restano seduti poco lontano.
Dopo aver ammirato per un po’ questa meraviglia proseguiamo il nostro percorso lungo la Kgama Drive; la strada sale e scende e, in certi punti, ha una serie di curve e, a ogni curva, il paesaggio cambia…siamo appena arrivati ma il Pilanesberg National Park ci ha già conquistato.
Ad un certo punto, in mezzo alla boscaglia, vediamo una sagoma inconfondibile: una giraffa!
E ovviamente dove ce n’è una, quasi sempre, ce ne sono anche altre; stanno mangiando tranquille e noi ci fermiamo giusto il tempo di scattare qualche foto e poi proseguiamo.
Alla fine della Kgama Drive imbocchiamo la Kubu Drive verso sud, ci fermiamo a un paio di lookout per vedere la Lengau Dam e gli animali da un’altra prospettiva e per scattare qualche foto poi facciamo inversione e, sempre percorrendo la Kubu Drive, ci dirigiamo verso nord.
Ad un certo punto in lontananza vediamo due orecchie sventolare e della sabbia rossastra che viene lanciata in aria, ci sono indubbiamente degli elefanti e infatti vediamo un piccolo branco in lontananza, con il binocolo riusciamo a vederli molto bene.
Poco dopo, sdraiato e nascosto dietro alcuni cespugli scorgiamo un rinoceronte bianco, anche se non è in piedi riusciamo a distinguerlo perfettamente dal rinoceronte nero, subito dopo ci accorgiamo che non è da solo, dietro ad altri cespugli vediamo delle forme grigie e delle orecchie che si muovono incessantemente; questo comportamento è tipico dei rinoceronti che, avendo una vista scarsa, possono contare sul loro udito per percepire i pericoli e quindi muovono in continuazione le orecchie proprio per sentire meglio cosa succede intorno a loro.
Caspita questo safari nel Pilanesberg National Park, anche se solo di mezza giornata, è iniziato nel migliore dei modi.
Ad un certo punto prendiamo la deviazione per la Mankwe Way; al gate di Baubung era segnato che qui oggi hanno visto un leopardo, chissà nel frattempo dove è andato a nascondersi ma ci proviamo lo stesso, inoltre questa strada è molto panoramica e costeggia alcune colline molto scenografiche da un lato e il letto di un fiume dall’altro.
Ovviamente del leopardo non c’è nemmeno l’ombra in compenso vediamo altre giraffe, diversi gnu e una famiglia di facoceri.
Decidiamo di fare una sosta e quindi imbocchiamo la deviazione per l’area pic-nic di Fish Eagle; la strada è breve ma costeggia il pendio di una collina dove ci sono delle euphorbie bellissime e gigantesche e, qua e là, ci sono anche alcuni kudu impegnati a mangiare.
Arrivati all’area pic-nic veniamo inebriati dal profumo del braai di un gruppo di ragazzi, la tentazione di scroccare loro una salamella è stata fortissima; invece ci sediamo ad un tavolo beviamo qualcosa di fresco ammirando il panorama e pranziamo.
Poi proseguiamo il nostro safari e imbocchiamo la Motlobo Drive che porta alla Tshwene Drive, quest’ultima è una delle strade principali del Pilanesberg National Park ,che collega la Kubu Drive e il Manyane Gate, dove si trova il nostro campsite dove trascorreremo due notti.
Ma è ancora presto per andare al camping quindi svoltiamo a sinistra e imbocchiamo l’Hippo Loop che raggiunge le sponde del Mankwe Dam, lo specchio d’acqua permanente più grande di tutto il parco.
Vediamo diversi ippopotami, alcune giraffe sulla sponda del lago che cercano di bere, vincendo la paura di essere catturate da un predatore, sulla spiaggia vediamo anche qualche coccodrillo; in una pozza vediamo diversi uccelli acquatici come i becco a spatola (African spoonbill), i cormorani e gli aironi, è una scena molto bella.
Mentre ci godiamo questo spettacolo vediamo in lontananza una sagoma grigia, è indubbiamente un altro rinoceronte, ma da qui è un po’ lontano per vederlo bene; guardiamo la mappa del parco e vediamo che se andiamo a prendere la Letsha probabilmente ci avviciniamo e riusciamo a vederlo meglio.
Facciamo un po’ fatica a trovare il punto migliore da cui avvistarlo poiché ci sono diversi arbusti e cespugli ma alla fine ci posizioniamo e aspettiamo; il rinoceronte è dietro ai cespugli ma, dalla forma delle orecchie, riusciamo a capire che è un rinoceronte nero.
Aspettiamo un po’ con il motore dell’auto spento per non infastidirlo e lui, dopo un po’ esce dai cespugli e riusciamo a fare qualche scatto prima che scompaia nuovamente; andiamo via, preferiamo non rischiare di disturbarlo, ma siamo molto contenti di averlo visto.
Decidiamo che è giunto il momento di prendere la Tshwene Drive che ci porterà al nostro campsite; questa pista è comunque molto interessante e procediamo lentamente.
Vediamo alcune giraffe che stanno mangiando da alcuni alberi e, quando ci fermiamo a guardarle, ci guardano incuriosite, sono troppo buffe a volte.
Procediamo e vediamo due auto ferme e, dall’erba alta che si trova a bordo strada, proviene un rumore inconfondibile: sono leoni che ruggiscono come quando si contendono una preda!
Una delle due auto ci dice che alcuni leoni gli hanno attraversato la strada mentre inseguivano una preda, un impala che, a quanto pare non ha fatto una bella fine; il tutto è successo così velocemente che a stento hanno capito quello che stava succedendo.
Sentiamo i loro ruggiti distintamente ma non riusciamo a vedere nulla, l’erba è troppo alta, supera la nostra auto; gli occupanti di una delle due auto salgono sul tetto per cercare di scorgere qualcosa, oltre ad essere un comportamento poco prudente (e vietato) non è servito a nulla, la vegetazione è troppo fitta.
Onestamente è stato un po’ frustante avere dei leoni con la preda a pochi metri e non riuscire a vederli, ma gli avvistamenti sono anche il frutto della fortuna, o della sfortuna come in questo caso; non ci si può fare nulla.
Proseguiamo verso il campsite mentre il sole inizia a scendere verso l’orizzonte, il Manyane Resort, dove si trova anche il nostro campeggio, si trova in una sorta di zona cuscinetto tra il Gate Manyane, che è il gate di ingresso al parco, e il Bosele Gate, che appunto divide l’area del Manyane Resort dal resto del parco.
Andiamo alla reception a fare check-in e poi entriamo nel campsite, sembra nuovo e c’è un sacco di spazio, scegliamo una piazzuola e ci posizioniamo; staremo qui per due notti.