Ci troviamo in Etiopia ma purtroppo è giunto il momento di tornare a casa, abbiamo fatto un viaggio stupendo tra storia, cultura e natura; un’Africa diversa, per molti aspetti, a quello che siamo abituati, ma comunque affascinante e intrigante.
Alle 20,00 siamo arrivati nell’aeroporto Internazionale di Bole di Addis Abeba, siamo già stati diverse volte in questo aeroporto, ma sempre in transito verso altre mete africane, non siamo mai ripartiti da qui facendo tutte le procedure.
Meno male che siamo partiti dall’hotel con largo anticipo perché c’è una coda infinita di auto all’ingresso del parcheggio inoltre c’è gente ovunque; questo è il tipico caos africano.
Prendiamo le nostre valigie e ci dirigiamo verso l’ingresso dell’aeroporto, come accade anche in altri aeroporti africani, prima di entrare fanno subito il controllo a tutti i bagagli e anche qui troviamo una discreta coda, disordinata e caotica, ma abbiamo tempo quindi poco ci importa.
Una volta dentro l’aeroporto cerchiamo i banchi per fare il check-in ma non troviamo quelli di Turkish Airways, che strano, guardiamo nuovamente e poi chiediamo a un dipendente dell’aeroporto e lui ci dice di andare ai banchi di Lufthansa con un tono che suonava come “ma come non lo sai?”, sono dei personaggi!
In realtà noi abbiamo già fatto il check-in online dall’hotel, quindi dobbiamo spedire solamente le valigie e farci stampare le carte di imbarco e poi possiamo andare a fare i controlli e l’uscita dal paese; c’è gente ovunque, code disordinate, gente che impazzisce, ma noi siamo sereni perché grazie alla mia mania di arrivare in aeroporto con largo anticipo noi non abbiamo stress da perdita del volo.
Una volta arrivati nel terminal manca ancora un po’ al nostro volo, abbiamo fame quindi decidiamo di andare in uno dei pochi locali che ci sono nella parte vecchia dell’aeroporto ma non accettano le carte di credito, in pratica non le accetta nessuno, per fortuna che abbiamo ancora qualche Birr in tasca, li contiamo e cerchiamo sul menù qualcosa che possiamo comprare, meno male che costa tutto pochissimo poiché altrimenti avremmo saltato la cena, sempre che si possa chiamare cena un sandwich al formaggio con le patatine fritte.
Chiacchieriamo con il nostro vicino di tavolo, è un irlandese che ha vissuto tanto in Etiopiae in Angola, mentre adesso vive in Canada ma è venuto qui per lavoro, non ci dice espressamente che lavoro fa ma, facendo 2+2, o lavora nelle miniere o nelle estrazioni petrolifere; comunque è simpatico e troppo divertente ed è anche interessante ascoltare i suoi racconti di quando viveva in Etiopia.
Quando viene il momento salutiamo il nostro amico e andiamo al gate, ovunque è segnato il gate 9, ma lì c’è un aereo di Lufthansa ma nessuno dice nulla e non c’è nessuno a cui chiedere; ad un certo punto arriva una tizia dell’aeroporto e ci dice “seguitemi!”.
Sta di fatto che, sia noi sia tutti gli altri, l’abbiamo seguita per tutto l’aeroporto, sembravamo una scolaresca in gita; beh che dire l’organizzazione è rimasta africana nonostante abbiamo fatto il nuovo aeroporto.
Alla fine arriviamo al gate corretto e ci imbarchiamo sul nostro volo, ce l’abbiamo fatta!
Bye bye Etiopia, prima o poi torneremo per visitare il nord e la Dancalia.
Una volta in quota servono la cena ma noi abbiamo già cenato quindi preferiamo dormire un po’.
Atterriamo a Istanbul alle 6,30 e abbiamo voglia di caffè e colazione; siamo atterrati nell’aeroporto nuovo, è la seconda volta che facciamo transito qui e sappiamo benissimo che dovremo camminare un bel po’ sia per raggiungere l’area della food court sia per arrivare al gate di imbarco.
Cerchiamo un bar dove fare colazione, poi facciamo un giro all’Old Bazaar dove compriamo i dolcetti turchi, come si fa a resistere, sono troppo buoni.
Abbiamo in tutto 5 ore di scalo ma il tempo vola e quindi dopo un po’ di relax ci dirigiamo vero il nostro gate; ci imbarchiamo, l’aereo parte puntuale e dopo circa 2 ore e mezza atterriamo a Milano Malpensa.
Siamo tornati a casa ma siamo già pronti a pianificare nuovi itinerari e a ripartire!