Ci troviamo in Etiopia, ad Arbaminch, e oggi partiamo per dirigerci verso nord.
Nei dintorni di Arbaminch abbiamo visitato un villaggio Konso e siamo saliti a 2700 mt per conoscere i Dorzee per celebrare con loro il Meskel, abbiamo anche visitato il Parco Nazionale di Nech Sar; sono state tutte esperienze meravigliose e siamo molto felici di averle fatte, ma ora è proprio giunto il momento di partire.
La strada è quasi tutta in salita però in generale qui le strade sono più belle rispetto alla Valle dell’Omo, si vede che, essendoci più gente e più passaggio, la manutenzione è migliore; il clima è piacevole, fa sempre caldo ma c’è un venticello piacevole, teniamo i finestrini aperti dell’auto perché vogliamo goderci il panorama e quest’aria frizzante.
Attraversiamo le terre degli Halaba, è facile riconoscerli, gli uomini indossano un cappello di paglia cilindrico molto alto, è particolare e anche molto bello; non è raro vederli camminare a bordo strada oppure condurre un carrettino, in pratica un pianale di legno con due ruote di pneumatico, trainato da uno o più asini.
Anche le capanne tradizionali degli Halaba sono molto belle: sono circolari con il tetto spiovente di paglia, la particolarità che le distingue dalle capanne di altre popolazioni è che hanno i muri dipinti con disegni geometrici o raffigurazioni elementari.
La terra degli Halaba è molto più verde e lussureggiante rispetto al sud e nei villaggi spesso si trovano alberi enormi dalle grandi fronde che fanno ombra e riparano dalla luce e dal calore del sole.
Ci fermiamo per pranzo lungo la strada nello stesso ristorante dove abbiamo pranzato quando da Addis Abeba ci siamo diretti a sud; qui in effetti non c’è moltissima scelta e vediamo che molti occidentali si fermano qui.
La nostra destinazione finale di oggi è il Lago Hawassama prima di arrivarci abbiamo un’altra tappa a cui teniamo molto: il Senkele Swayne Hartebeest Sanctuary.
Nel Senkele Swayne Hartebeest Sanctuary, come svela il nome stesso, vengono protetti gli alcelafi di Swayne, Swayne Hartebeest in inglese, una specie endemica dell’Etiopia a rischio di estinzione.
Questa piccola area protetta di 58 kmq si trova sulle colline a ovest di Shashemene e venne creata nel 1976 proprio per tutelare questa rasa specie di alcelafo, o hartebeest, che si trova solamente in quest’area; purtroppo gli alcelafi di Swayne hanno subito periodi di bracconaggio intenso ma oggi, all’interno del Senkele Swayne Hartebeest Sanctuary, si contano circa 500 esemplari.
Ci sono poche strade all’interno della Senkele Swayne Hartebeest Sanctuary ma è abbastanza facile avvistare gli alcelafi di Swayne poiché le dimensioni della riserva sono ridotte; inoltre è possibile scendere dall’auto e camminare fuoripista, sempre accompagnati da un ranger, quindi è possibile avvicinarsi agli animali per poterli vedere più da vicino.
Noi siamo riusciti ad avvistare diversi alcelafi di Swayne, nonostante l’erba alta, e siamo felici di essere venuti qui per vederli; nel Senkele Swayne Hartebeest Sanctuary sono presenti anche altre specie di animali come ad esempio i kudu maggiori (greater kudu), le antilopi d’acqua (waterbuck), i facoceri, gli sciacalli e circa 190 specie di uccelli.
Facciamo un bel giro e scattiamo foto, la luce è perfetta e l’erba verde brillante e il cielo blu sono lo sfondo perfetto per immortalare gli animali presenti qui.
Usciamo dal Senkele Swayne Hartebeest Sanctuary e fatichiamo un po’ a imboccare la strada corretta poiché durante la stagione delle piogge, che si è appena conclusa, ha distrutto alcune strade, ma alla fine riusciamo a tornare sulla strada principale per proseguire il nostro viaggio di oggi.
Ci troviamo nella terra degli Oromo, che si chiama Oromia, gli Oromo rappresentano il primo gruppo etnico dell’Etiopia, c’è anche un piccolo gruppo di Oromo che vive in Kenya; la maggior parte degli Oromo sono mussulmani, ma alcuni di loro sono cristiani ortodossi.
Gli Oromo sono stati perseguitati e sono stati vittime di soprusi e violenze da parte dei re abissini prima e dal resto della popolazione etiope oggi, a quanto pare gli Oromo sono odiati un po’ da tutti; negli ultimi anni qualche tutela è stata ottenuta dagli Oromo ma purtroppo si verificano ancora episodi di discriminazione.
Procedendo lungo la strada principale giungiamo a Shashemene, questa città è sorta in prossimità di un importante crocevia che collega Addis Abeba, Arbaminch, la Valle dell’Omo, il Parco Nazionale di Bale e il Lago Hawassa; inoltre è sede di un mercato molto importante da diversi secoli.
Ma la cittadina di Shashemene deve la sua fama principale, almeno presso i viaggiatori stranieri, al fatto che l’Imperatore Haile Selassie donò un terreno privato a una comunità di rastafariani che migrò qui dalla Jamaica.
Nel 1955 si stabilì qui il primo insediamento di rastafariani e, nei primi anni ’70 questa comunità era costituita da circa 2000 individui, ma molti di loro fecero ritorno nei Caraibi durante il regime di Derg; oggi vivono qui circa 800 rastafariani.
L’insediamento rastafariano si trova nella zona settentrionale della cittadina di Shashemene ed è possibile recarsi qui per una visita anche se onestamente non c’è molto da vedere se non qualche riferimento alla Jamaica e qualche rastafariano che si aggira per la strada; in compenso Shashemene è una delle città meno sicure dell’Etiopia, infatti qui si registrano spesso furti ed episodi di ostilità.
Noi abbiamo preferito non visitare Shashemene, siamo giusto passati in auto nel quartiere rastafariano ma non ci siamo fermati, abbiamo preferito non invadere la privacy di queste persone e, personalmente, non comprendo tutta questa curiosità nei loro confronti.
Proseguiamo il nostro viaggio verso il Lago Awassa, o Hawassa, stanotte dormiremo qui e domani visiteremo i dintorni.
Abbiamo scelto di alloggiare all’Haile Resort, questo hotel appartiene all’ex maratoneta e medaglia d’oro alle Olimpiadi Haile Gebrselassie; l’Haile Resort è molto bello e si affaccia direttamente sul Lago Awassa, o Hawassa, è un luogo davvero rilassante.