Ci troviamo in Etiopia, da qualche giorno siamo ad Arbaminch per esplorare i dintorni; nei giorni scorsi abbiamo visitato un villaggio Konso e il Parco Nazionale di Nachsar, oggi invece andremo a scoprire i Dorze, i loro villaggi e la loro cultura, inoltre parteciperemo con loro alla celebrazione del Meskel.
Partiamo da Arbaminch e, appena fuori città, imbocchiamo una strada secondaria che si arrampica lungo un crinale; il panorama sotto di noi è spettacolare, lo ammiriamo e scattiamo fotografie ma abbiamo anche il desiderio di arrivare dai Dorze.
In poco tempo arriviamo a 2700 mt s.l.m., qui il clima è meraviglioso: non fa caldo e c’è un’arietta molto piacevole.
Parcheggiamo a bordo strada, scendiamo dall’auto e seguiamo la nostra guida che ci accompagna a un compound dei Dorze; ogni compound ospita una sola famiglia e ogni uomo Dorze ha una sola moglie poiché, rispetto ad altre popolazioni etiopi, i Dorze sono cristiani ortodossi e quindi non possono avere più di una moglie.
Le capanne dei Dorze sono molto grandi, possono raggiungere i 10 metri di altezza e hanno una forma bizzarra: sembrano una strana creatura con tanto di occhi e di naso, alcuni dicono che sembrano elefanti; ma la loro particolarità è che, essendo realizzate con tronchi di bambu ricoperti dalle foglie di enset o false banana, le tarme e le formiche le mangiano alla base e questo fa si che le case, nel corso degli anni, si abbassino fino a diventare troppo basse per essere abitate, a quel punto viene costruita una nuova capanna per la famiglia.
Nella capanna vive tutta la famiglia; al centro si trova il fuoco dove i Dorze cucinano, intorno si trovano delle sedie alle cui spalle è presente una parete bassa, al di là della quale si trova l’area in cui i componenti della famiglia trascorrono la notte, una zona è destinata alla produzione di birra e grappa e, in un angolo, si trovano una o 2 mucche, il motivo per cui si trovano qui è molto semplice, fungono da riscaldamento in perfetto stile stalla di Betlemme.
I Dorze utilizzano l’enset, o false banana, per fare qualunque cosa e utilizzano tutte le parti della pianta: le foglie vengono utilizzate per fare i tetti delle case e anche per cuocere al loro interno il pane; il tronco delle foglie viene tagliato, viene rimossa la polpa e si ricavano filamenti che, una volta che vengono fatti essiccare, vengono utilizzati per fare delle corde molto resistenti; la polpa ricavata dal tronco della foglia viene impacchettata e seppellita nel terreno per un periodo e poi viene estratta quando è diventata farina, a questa farina viene aggiunta dell’acqua per realizzare una specie di piadine che vengono cotte su un piatto di terracotta e poi vengono mangiate con il miele artigianale o con una salsa al peperoncino.
I Dorze raccolgono il cotone e le donne lo filano mentre gli uomini tessono, i Dorze sono abili tessitori e intrecciatori, non solo con il cotone ma anche con altri materiali come le foglie di enset che vengono tagliate e intrecciate per fare i recinti delle case.
La famiglia del compound che visitiamo noi è molto gentile ed ospitale e ci mostrano non solo la loro casa, ma anche tutte le loro lavorazioni; ci sono 2 donne, che sono rispettivamente la mamma e la sorella della nostra guida locale.
La sorella ci mostra come i Dorze lavorano l’enset per estrarre le fibre per fare le corde e anche la polpa che poi viene sotterrata per farla fermentare; la mamma invece ci mostra come prepara il pane con la farina fermentata di enset e anche come fila il cotone.
Una volta terminata la visita al compound la guida ci accompagna sul retro della capanna; qui ci sono alcune capanne costruite in perfetto stile Dorze ma sono arredate come piccoli cottage, ci dice che sono per i turisti che decidono di soggiornare qui.
Al centro c’è una sorta di piccola lounge, ci invita ad entrare; qui si trovano alcuni suoi amici, ce li presenta e poi ci offre la piadina di enset fermentato con il miele artigianale, c’è anche la salsa al peperoncino ma è un po’ troppo piccante per i nostri gusti; ci offrono anche la grappa che distillano loro utilizzando aglio, anice, sorgo e non sappiamo quali altri ingredienti, ma è davvero molto forte per noi, mentre loro la bevono come se fosse acqua fresca.
E’ stato davvero interessante visitare il compound di questa famiglia Dorze, ma non è ancora giunto il momento di salutarli; torneremo qui per pranzo e mangeremo proprio qui dove si trova la lounge e poi ci prepareranno il caffè etiope, facendoci assistere a tutta la cerimonia della preparazione del caffè.
Prima però andiamo a vedere parte della cerimonia del Meskel, che dura tutta la giornata.