Ci troviamo a Jinka, nel sud dell’Etiopia, stamattina ci siamo alzati, dopo una dormita rigenerante, e siamo andati a fare colazione, poi prendiamo le nostre valigie e partiamo; oggi torniamo ad Arbaminch.
Prima di lasciare Jinka proviamo a prelevare un po’ di contanti in valuta locale; ci abbiamo provato già ieri, ma non c’era la corrente e il bancomat non andava, oggi invece la corrente c’è, ma ci sono problemi con il sistema, non importa proveremo nuovamente ad Arbaminch; this is Africa!
Non è facile prelevare in Etiopia e non si possono usare le carte di credito, ci hanno detto che il governo ha bloccato tutte le transazioni; questa dovrebbe essere una situazione temporanea ma ogni tanto succede che il governo agisca in tal senso oppure oscuri internet o i social media, quindi meglio avere con sé una scorta di contanti.
Partiamo e la strada inizia subito a salire, saliamo di circa 1000 metri, e ce ne accorgiamo subito perchè ci si tappano le orecchie; una volta arrivati in cima la strada inizia a scendere nuovamente, stiamo scendendo all’interno della Rift Valley.
I panorami sono spettacolari sarebbe bello sostare qui per un po’ ed esplorare questa zona, se non fosse per il caldo che c’è sul fondo della Rift Valley; ci fermiamo solamente per un pit stop ma fa talmente caldo che abbiamo la sensazione di disidratarci.
Attraversiamo tutta la Rift Valley, questa è la stessa strada che abbiamo percorso quando siamo andati nella Valle dell’Omo.
Risaliamo lungo la scarpata opposta della Rift Valley e anche da qui la vista è spettacolare, scattiamo qualche foto e poi proseguiamo.
Qui siamo entrati nel territorio dei Konso, all’andata lo abbiamo attraversato senza però fermarci a visitare, mentre, in questi giorni che staremo ad Arbaminch, andremo a visitare un villaggio tradizionale.
La strada serpeggia tra le colline terrazzate dei Konso che sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2011; i contadini Konso, nel corso dei secoli, hanno fatto un lavoro pazzesco, circa 300 kmq di colline terrazzate.
Arriviamo a Karat-Konso, oggi questa cittadina è tranquilla, ma la nostra guida ci dice che, quando c’è il mercato locale, il lunedì e il giovedì, sembra decisamente un altro luogo; ma lo scopriremo quando torneremo qui per visitare il villaggio Konso.
Per l’ora di pranzo siamo arrivati al Kanta Hotel, pranziamo in giardino all’ombra di un grande albero e circondati dai fiori; sotto di noi si apre una vista spettacolare sulla vallata.
Ci godiamo il pranzo all’ombra dell’albero, qui c’è un’arietta piacevolissima, soprattutto dopo il caldo della Valle dell’Omo; che relax e che silenzio, almeno fino a quando non arriva un gruppo di spagnoli…
Dopo aver trascorso un po’ di tempo in questo luogo meraviglioso ripartiamo e scendiamo verso il fondo valle.
La strada corre tra i campi coltivati, in prevalenza qui coltivano il sorgo e le banane, la luce del tardo pomeriggio fa risaltare il verde della vegetazione; qua e là si trova qualche compound di qualche famiglia Konso che si è stabilita qui, anziché stare al villaggio, per essere più vicina ai campi da coltivare.
Ad un certo punto vediamo diversi uomini che caricano i caschi di banane su alcuni camion che sono già stracarichi e pronti per partire, l’Etiopia infatti esporta molte banane, principalmente nei paesi della Penisola Arabica.
Nel tardo pomeriggio arriviamo finalmente ad Arbaminch, siamo un po’ stanchi, forse è stato il caldo degli ultimi giorni, ma adesso restiamo qui al Swayne Emerald Hotel qualche giorno e qui il clima è decisamente più fresco.
Prima di andare in camera andiamo sulla grande terrazza che si affaccia sul Parco Nazionale di Nechsar e su quello che chiamano Il Ponte di Dio ai cui lati si trovano il Lago Abaya a sinistra e il Lago Chamo sulla destra; un panorama mozzafiato!