Siamo ad Arbaminch in Etiopia, stamattina ci svegliamo abbastanza presto, chiudiamo le valigie e le diamo all’omino, che è già fuori dalla nostra porta che le aspetta.
Andiamo a fare colazione e wow, che spettacolo di vista: la terrazza del ristorante si affaccia direttamente sul Lago Abaya, sul Lago Chamo e sulla montagna che li divide, che si chiama Ponte di Dio; ieri sera a cena c’era già buio e non siamo riusciti a vedere questa meraviglia, ma oggi facciamo colazione in terrazza ammirando i due laghi.
Abbiamo fatto solamente una tappa tecnica ad Arba Minch, il nostro viaggio deve proseguire verso sud; ci fermeremo a visitare questa zona quando faremo ritorno dalla Valle dell’Omo.
Dopo colazione partiamo ma non prendiamo la via diretta per Key Afer, saliamo lungo il pendio di una montagna e arriviamo fino a 2.400 mt s.l.m..
Da qui si gode una vista panoramica pazzesca del Lago Chamo e del Lago Abaya, peccato che ci sia un po’ di foschia, ma è lo stesso meraviglioso.
Siamo nella terra dei Konso e lo si capisce da quante mucche e capre ci sono in strada; soprattutto al mattino e alla sera quando portano il bestiame ai pascoli o lo ripotano al villaggio.
Lungo la strada, troviamo tante mandrie, alcune più piccole, altre più numerose; è divertente scattare loro fotografie, ma a volte non c’è verso di farle spostare dalla strada.
La strada serpeggia tra le montagne, alcune delle quali sono state interamente terrazzate dai Konso per poterle coltivare, sono molto scenografiche; anche i panorami sono spettacolari.
Vediamo anche diversi villaggi tradizionali Konso, li visiteremo quando faremo ritorno ad Arbaminch, dopo aver visitato il sud; oggi ci limitiamo ad osservarli dalla strada.
Alcuni villaggi sono molto piccoli, altri sono più grandi, le capanne hanno il tetto in paglia molto appuntito ed è sormontato da un otre in terracotta; alcuni otri sono molto semplici, altri invece hanno alcuni elementi decorativi, come, ad esempio, i manici o altro, altri ancora invece sono dipinti.
Avremmo voglia di fermarci e conoscere più a fondo questa popolazione, ma dobbiamo aspettare quando faremo ritorno qui, inoltre oggi dobbiamo percorrere un bel po’ di km.
La strada prosegue, in alcuni punti è sterrata in altri è asfaltata, a volte è in buone condizioni a volte invece è piena di buche, che vanno evitate insieme alle capre, alle mucche, agli asini e agli umani che spesso sembrano non curarsi delle automobili che transitano in strada.
Ad un certo punto, quasi all’improvviso, ci troviamo di fronte lo spettacolo del fondo della Rift Valley: wow che meraviglia!
Si intravede, non molto lontano, la scarpata opposta; qui è meno ampia rispetto a dove l’abbiamo già vista, sia in Kenya sia in Tanzania.
Scendiamo giù lungo la scarpata ed arriviamo sul fondo della Rift Valley, qui ci troviamo a 500 mt s.l.m.; beh non male come dislivello oggi!
La strada attraversa il fondo della Rift Valley e noi, prima di seguire la strada che si insinua tra le rocce e proseguire il nostro viaggio, usciamo dalla terra dei Konso; ci vediamo quando torniamo.
Anche oggi la strada da percorrere non è poca ma il paesaggio è molto vario e quindi non ci pesa anzi, anche se la nostra velocità difficilmente supera i 70 km/h.
Verso le 13,00 arriviamo a Key Afar e andiamo dove si trova un piccolo bar; noi abbiamo il lunch box, ci sediamo ad un tavolino all’ombra, ordiniamo da bere e pranziamo.
Jimmy, la nostra guida, ci ha portato una papaya buonissima, ma quando l’ha comprata? E’ un mistero.
Dopo aver pranzato e esserci rilassati un po’ saliamo di nuovo in auto e partiamo, torneremo qui domani per visitare il mercato tribale settimanale di Key Afar.
Siamo diretti a Turmi e, per arrivare, dobbiamo percorrere una pista di circa 80 km; il fondo è bello, ma ci mettiamo circa un’ora e mezza.
Lungo la strada incontriamo diversi Hamer; queste sono le loro terre; sia uomini, sia donne camminano a bordo strada o, nel caso delle donne, portano la legna, la paglia o altro, vediamo anche alcuni ragazzini che conducono le mucche e le capre.
Quando arriviamo facciamo un breve giro al mercato locale di Turmi, è piccolo e non c’è molto in effetti ma è sempre bello vedere i mercati; ci sono molte donne che indossano ancora l’abito tradizionale, oltre a portare le tipiche acconciature degli Hamer.
Il mercato di Turmi, rispetto a quello di Key Afar che vedremo domani, c’è tutti i giorni e solitamente i turisti non lo visitano perché c’è meno gente ed è meno importante; ma a noi piace proprio per quello, la gente si reca qui solo per fare la spesa ed è bello fare un giro tra le bancarelle e, già che siamo qui, compriamo qualche limone per il te, visto che a colazione non ce l’hanno mai.
Ad 1 km di distanza dalla cittadina di Turmi si trova il nostro hotel, arriviamo intorno alle 17,00; oggi è stata una giornata un po’ impegnativa, non vediamo l’ora di farci una doccia e rilassarsi un po’.