Spesso viene, erroneamente, denominata “Skeleton Coast” un tratto costiero che supera i confini dell’omonimo parco nazionale; il Parco Nazionale della Skeleton Coast invece si estende dal fiume Kunene a nord, questo fiume traccia anche il confine tra la Namibia e l’Angola, e il fiume Ugab a sud, dove si trova uno dei due cancelli di ingresso al parco.
Il Parco Nazionale della Skeleton Coast si trova in Namibia e comprende un tratto di costa lungo 500 km e largo 40 km e protegge una superficie di circa 16.000 kmq.
Il territorio del Parco Nazionale della Skeleton Coast è prevalentemente piatto e sabbioso, raramente presenta aree rocciose; la parte settentrionale è molto più sabbiosa e qui le sue dune arrivano fino all’oceano.
Il clima di quest’area è arido e le precipitazioni sono molto scarse, l’umidità proviene prevalentemente dalla nebbia che si forma grazie alla differenza di temperatura tra l’acqua della Corrente del Benguela, che proviene dall’Antartide, e le acque continentali, che sono più calde; solitamente la nebbia è presente al mattino e in tarda serata, mentre nelle ore centrali della giornata il sole riesce a diradarla.
La presenza della nebbia, oltre a creare un’atmosfera tetra, è fondamentale per la sopravvivenza di alcune specie di animali e di alcune piante.
A prima vista infatti il territorio della Skeleton Coast sembra inospitale e disabitato, ma in realtà qui riescono a sopravvivere diversi animali, che si sono adattati a vivere in questi luoghi, tra questi ci sono i famosi elefanti del deserto, i rinoceronti neri, i leoni, i ghepardi, le giraffe, gli orici, le zebre, le antilopi saltanti (springbok), iene maculate e iene brune; solitamente i mammiferi sono concentrati nei letti dei fiumi in secca, che dall’interno del paese si dirigono verso l’Oceano Atlantico.
Nel Parco Nazionale della Skeleton Coast sono presenti anche 247 specie di uccelli, tra cui il fraticello di Damara (Damara tern) che nidifica sul terreno roccioso vicino alla costa; qui si trovano anche diverse specie marine e acquatiche, come i cormorani, che nidificano su quel che resta di alcuni relitti.
Anche alcune specie di piante riescono a sopravvivere in questo ambiente ostile, tra queste troviamo la Welwitschia mirabilis, la Acanthosicyos horridus, o meloni di !Nara (!Nara melon), l’Euphorbia tirucalli, conosciuta anche come “il cespuglio delle matite” (pencil bush) e alcune specie appartenenti alla famiglia delle Lithops che, per il loro aspetto, vengono anche chiamate “pietre viventi” (living stone); sono inoltre presenti diverse specie di licheni, molto importanti per l’ecosistema della Skeleton Coast.
I Boscimani, o San, chiamano la Skeleton Coast “La terra che Dio ha creato con la rabbia” (The land God made in anger), mentre i Portoghesi, quando sono approdati qui secoli fa, l’hanno nominata “le sabbie dell’Inferno” o “as areias do Inferno”
La Skeleton Coast deve il suo nome agli scheletri di balene e altri mammiferi, incluso l’uomo, che sono stati ritrovati qui; inoltre nelle sabbie di questo deserto costiero di sono incagliate diverse navi nel corso dei secoli, questi relitti, o quel che ne resta, sembrano un po’ degli scheletri abbandonati nel deserto.
I relitti, oltre ad offrire rifugio a diversi animali, come le otarie del Capo (Cape fur) o ai cormorani ed agli altri uccelli marini, hanno un fascino particolare e offrono l’opportunità di scattare fotografie uniche.
Sono centinaia le navi che sono naufragate incagliandosi in questo tratto di costa, ma alcuni relitti sono più noti di altri, come ad esempio il Dunedin Star, l’Islander, il Suiderkus, il Sir Charles Elliot e il Kaio Maru, il Seal e il Luanda, che si trovano in prossimità di Toscanini, e l’Atlantic Pride nei pressi di Torra Bay; per poterli avvistare nel migliore dei modi è necessario partecipare a un fly-in safario a un volo scenico.
La maggior parte delle navi si sono arenate qui poiché, sul fondale dell’Oceano Atlantico, anche molto lontano dalla costa, sono presenti diverse dune che, in seguito al moto ondoso e alle correnti marine, si spostano in continuazione ed è quindi impossibile mapparle; anche la forza delle correnti e delle onde e le frequenti nebbie hanno contribuito, nei secoli, a far naufragare le navi.
Non solo le dune sul fondale dell’Oceano Atlantico si spostano, ma anche quelle sulla terra ferma, la maggior parte delle dune della Skeleton Coast infatti sono dune mobili, questo significa che si spostano sospinte dalla forza dei venti; arrivano a spostarsi di 15 metri all’anno, ricoprendo alcuni relitti e scheletri, ma riportandone altri alla luce.
La parte sud del Parco Nazionale della Skeleton Coast, quella compresa tra il fiume Ugab a sud, Terrace Bay a nord e l’ingresso di Springbokwasser a est, è facile da visitare: si può entrare con la propria auto, una volta che si è pagato l’ingresso, è anche possibile fermarsi per la notte all’interno del parco.
Questa area del parco si trova nel Damaraland, il territorio abitato dal popolo Damara.
La parte nord del Parco Nazionale della Skeleton Coast, da Terrace Bay al fiume Kunene, invece è molto più selvaggia e vi si può accedere solamente in due modi: partecipando a un fly-in safari oppure pernottando nell’unico lodge presente in quest’area, il lodge è raggiungibile solamente con piccoli aerei.
Questa area del parco si trova nel Kaokoland, il territorio abitato dal popolo Himba.
Il Parco Nazionale della Skeleton Coast ha due ingressi: l’Ugab Gate, che si trova a 20 km a nord di Swakopmund, lungo la C 34, e il Springbokwasser Gate, che si trova lungo la C 39, a 170 km da Khorixas, nell’entroterra, a 40 km dall’intersezione con la C 34.
Perché visitare il Parco Nazionale della Skeleton Coast:
- vivere l’esperienza di trovarsi in un luogo inospitale e quasi minaccioso
- andare alla ricerca dei relitti e degli scheletri nascosti tra la sabbia
- cercare gli animali selvatici che, nonostante l’habitat difficile, riescono a vivere qui
- ammirare le dune di sabbia e la forza delle onde dell’Oceano Atlantico
- fare surf nelle acque gelide di questo tratto di costa, cavalcando grandi onde
- pescare