Stamattina siamo partiti da Odienne, la giornata di oggi è stata dedicata prevalentemente all’incontro del popolo Yacuba, o Dan; uno dei popoli più interessanti della Costa d’Avorio e della Liberia.
Stiamo viaggiando verso sud e, appena superata la cittadina di Touba, svoltiamo a sinistra e imbocchiamo una strada sterrata.
Percorriamo circa 4 km e poi svoltiamo ancora a sinistra, in corrispondenza di un cartello che indica la direzione per il villaggio di Silakoro.
Visita al Villaggio Dan di Silakoro e il pesce gatto
Quando arriviamo al villaggio Dan di Silakoro scendiamo dall’auto e molti bambini ci corrono incontro, ci guardano incuriositi e, quando iniziamo a camminare per il villaggio, ci seguono; la maggior parte sono timidi e si limitano a guardarci, quelli un po’ più coraggiosi ci prendono la mano o ci chiedono una fotografia.
Il villaggio è molto bello e ordinato, le capanne sono sparpagliate, sono rotonde e con il tetto in paglia; alcune hanno anche i muri esterni dipinti, ma pare che non abbia un particolare significato, sono stati dipinti solamente per estetica.
Attraversiamo tutto il villaggio e arriviamo dove inizia la foresta, qui si trova una pozza con l’acqua, all’interno si trovano alcuni pesce gatto; per i Dan il pesce gatto è un animale sacro, oltre a non mangiarlo, lo venerano e in molti giungono fino a questa pozza in pellegrinaggio dai villaggi della zona.
Il motivo per cui venerano il pesce gatto è perché una leggenda narra che tanto tempo fa il pesce gatto, non solo è riuscito a sopravvivere alla siccità, ma ha anche guidato gli uomini verso una fonte di acqua, salvando loro la vita.
Scattiamo qualche foto alla pozza e alla foresta e poi decidiamo di tornare indietro, nel mentre ci siamo ritrovati circondati da tutto il villaggio, non solo i bambini ma anche le donne sono venute a vederci e a chiederci le foto.
E’ divertente scattare loro le fotografie e vedere le loro reazioni quando si vedono immortalate sulla foto; ridiamo con loro e, anche se quasi nessuno parla francese o inglese, riusciamo ad intenderci a gesti.
Riattraversiamo il villaggio scattando fotografie, non sono infastiditi anzi, ci chiamano per fotografare anche la loro casa o la loro capra; ad un certo punto una signora chiama Silvan e gli fa cenno di avvicinarsi, lui pensava che volesse una foto ma lei gli ha messo in mano la zappa, voleva farlo lavorare, troppo ridere!!
Un po’ a malincuore dobbiamo andare, saremmo stati qui ancora un po’ a scherzare con loro.
Visita al Villaggio Dan di Godoufouma e la danza sui trampoli
Percorriamo poca strada, circa 1 km, e ci fermiamo nuovamente, ci troviamo al villaggio di Godoufouma; anche questo è un villaggioYacubae siamo qui per un motivo ben preciso: per assistere alla loro danza tribale.
Questa è una danza di gioia che viene praticata in occasioni di festa, come le nascite, i matrimoni e i funerali, la sua particolarità è che una delle maschere danza sui trampoli.
Attraversiamo parte del villaggio, anche qui alcune case sono dipinte, scattiamo qualche foto ma poi proseguiamo, ci stanno aspettando in quella che sembra la piazza centrale.
Ci fanno accomodare e, mentre 3 uomini suonano i tamburi, un gruppo di donne, che indossano un telo bianco sopra a una gonna dai colori scuri, iniziano a cantare; che bella atmosfera, è emozionante.
Dopo un po’ arrivano alcuni uomini ed iniziano a danzare, prima in gruppo e poi singolarmente; nonostante non indossino una maschera ma abiti occidentali, sono comunque belli da vedere.
Poi iniziano a ballare anche alcune donne, mentre le altre continuano a cantare, è davvero bello essere qui e il ritmo è coinvolgente.
La gente del villaggio, con questi canti e queste danze, stanno chiamando le maschere che vivono nella foresta; ad un certo punto, infatti, arriva una maschera sui trampoli, è davvero molto alta.
Questa maschera si chiama Gueblin o Gue Gblende.
Come prima cosa la maschera con i trampoli fa il giro per salutare e benedire tutti quelli che stanno assistendo alla cerimonia, poi si dirige al centro della piazza ed inizia a danzare, compie dei volteggi su un trampolo solo; non è semplice rimanere in equilibrio su due trampoli, figuriamoci su uno solo.
Mentre volteggia alcune persone restano vicine alla maschera per assisterla nel caso in cui dovesse cadere, ma la maschera ha eseguito i suoi volteggi e salti senza mai vacillare.
E’ la danza più acrobatica che abbiamo visto qui in Costa d’Avorio, insieme alla danza della pantera dei Senoufo.
Quando la maschera con i trampoli termina la sua danza, arriva una seconda maschera, questa non ha i trampoli, ma ha un’ampia gonna di paglia e una maschera di legno sul viso che ha una specie di grosso becco; questa è la maschera Ge Gon, è una maschera antropomorfica che in passato rappresentava la saggezza, mentre oggi, sempre più spesso, danza più per intrattenere.
Anche questa maschera fa il giro per benedire tutti i presenti, poi si reca al centro della piazza e danza volteggiando e facendo alcune movenze che ricordano un po’ un uccello.
Quando la maschera Ge Gon termina di ballare le danze sono terminate; è stato molto bello partecipare a questa danza perché si sentiva il trasporto di tutto il villaggio e l’atmosfera era eccezionale.
Salutiamo e, accompagnati dai bambini, torniamo alla nostra auto e partiamo, ma non andiamo lontano: è ora di pranzo e andiamo a Touba.