Siamo nella uMkhuze Game Reserve che fa parte di iSimangaliso Wetland Park, in Sudafrica; siamo arrivati ieri pomeriggio e oggi abbiamo tutta la giornata per esplorarla.
Lasciamo il camping alle 6:00, quando si può iniziare a circolare nella riserva, il cielo è già un po’ chiaro ma il sole non è ancora sorto.
Siamo diretti a Mantuma, dove si trovano tutti i servizi della riserva, abbiamo appuntamento qui con la nostra guida di oggi, che si chiama Patrick, che ci accompagnerà in un walking safari.
Alle 6:30, mentre ammiriamo un’alba spettacolare, arriva Patrick, ci sono anche altre persone con noi, una ragazza sudafricana di Johannesburg e un gruppo di nord americani; sono tutti appassionati di birdwatching e di fotografia.
Partiamo con l’auto da safari insieme a Patrick, siamo diretti al Fig Forest Walk; l’aria frizzante del mattino si fa sentire con l’auto aperta.
Quando arriviamo Patrick ci fa il briefing: lui apre il gruppo ed è armato, non dobbiamo mai rimanere indietro, se ci si vuole fermare bisogna avvertire; potremmo incontrare bufali o elefanti lungo il nostro percorso, nel caso dobbiamo rimanere in silenzio e fermi, a meno che lui non ci dica di comportarci diversamente.
Partiamo per il nostro walking safari, il sentiero si infila quasi subito nella foresta e, a tratti, è un po’ scivoloso; c’è, quasi in fondo al percorso, una torretta di legno per l’osservazione, mentre ci sono alcune scale di legno che conducono a dei ponti sospesi di legno e corde che scavalcano un fiume e alcune zone paludose.
Diciamo che non sono le strutture che prediligo soffrendo di vertigini, ma da quella posizione sopraelevata si ha una vista privilegiata sulla foresta.
Patrick è di poche parole ma è molto bravo nell’avvistare gli uccelli e a identificarli e anche a riconoscere i loro versi e a riprodurli, anche se la ragazza di Johannesburg ha una vista pazzesca e si infila ovunque pur di trovare il punto di osservazione migliore armata solo del suo binocolo.
Gli americani invece sono super attrezzati: hanno un monocolo strepitoso, alcuni zoom per la macchina fotografica pazzeschi e un device simile a un ipod che contiene le foto di tutti gli uccelli e riproduce i loro richiami, lo utilizzano per cercare di attirare gli uccelli allo scoperto per osservarli meglio e per fotografarli.
Noi siamo appassionati di birdwatching ma a loro confronto siamo dei principianti, o meglio noi osserviamo tutti gli uccelli, che siamo comuni oppure no, magari siamo attirati maggiormente da quelli più colorati, o più particolari come forma o quelli che si trovano in qualche posizione particolare o che stanno facendo qualcosa, come ad esempio pescare o mangiare o altro; loro invece vanno alla ricerca di esemplari appartenenti a specie che non hanno mai visto o che sono rare da avvistare.
Noi osserviamo anche le piante, ce ne sono alcune meravigliose tra cui un fico sicomoro che Patrick ci dice avere più di 5.000 anni, ci racconta anche che per le popolazioni locali, ossia per tutti coloro che appartengono al gruppo etnico degli Ngoma o Nguni, ossia gli Zulù, gli Swazi, gli Xhosa e gli Ndebele, questi alberi sono considerati sacri e se uno di loro viene tagliato ci saranno 10 anni di siccità.
E’ proprio piacevole come walking, non è difficile, tranne alcuni punti in cui il terreno è particolarmente scivoloso, ma non ci crea alcun problema.
Il sentiero ci conduce sulle sponde di un fiume che ora è poco più di un rigagnolo, ma durante la stagione delle piogge crediamo abbia una dimensione ben più ampia, noi camminiamo sul fango essiccato, dove sono rimaste impresse le orme degli elefanti.
Facciamo diversi avvistamenti tra cui il trogone di Narina (Narina trogon), un uccello che volevamo vedere perché è bellissimo e colorato, anche i birdwatcher sono felicissimi perché, a quanto ci hanno detto, non è facile da vedere, ma anche se lo vedi, scappa quasi subito, quindi gli avvistamenti difficilmente sono buoni ed è molto difficile scattare fotografie; oggi invece è rimasto fermo per un po’ di tempo e anche la luce per le foto non era affatto male.
Abbiamo visto anche un bucero trombettiere (trumpeter hornbill), è bellissimo e ha un becco enorme, ai nostri compagni di avventura non interessa molto, noi invece è tutto il viaggio che vogliamo vederlo.
Loro sono invece letteralmente impazziti per il malcoa verde (green malkoha o green coucal), oltre a non averlo mai visto non erano mai riusciti a fotografarlo; a quanto pare siamo stati fortunati con gli avvistamenti, come sempre aggiungerei.
Quando arriviamo alla torre di avvistamento facciamo 10 minuti di pausa, il tempo necessario per salire ed ammirare la foresta da un’altra prospettiva e cercare con il binocolo qualche altro avvistamento.
Poi torniamo indietro lungo lo stesso percorso e ritorniamo al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto da safari, saliamo e ritorniamo a Mantuma.
Siamo proprio contenti di aver fatto questa esperienza e siamo soddisfatti dei nostri avvistamenti e felici di aver trovato una guida così brava come Patrick.