Stamattina ci siamo svegliati nel camping del Crocodile Bridge Rest Camp e, dopo colazione, partiamo; questa sarà la nostra ultima giornata di safari nel Parco Nazionale Kruger in Sudafrica, almeno per quando riguarda questo viaggio.
Imbocchiamo la S 25, ma solamente per raggiungere la S 27 che termina in prossimità della Hippo Pools che, come si può intuire dal suo nome, è una pozza dove si trovano molti ippopotami.
Lo scenario intorno alla pozza e lungo la strada è molto bello e merita di venire fino a qui.
Torniamo indietro e prendiamo la H 4-2 che si dirige verso nord; abbiamo deciso di percorrere nuovamente questa strada e non una strada nuova poiché la H 4-2 e la H 4-1 ci hanno dato molte soddisfazioni nei giorni scorsi.
Dopo pochi km alcune iene ci attraversano la strada, sono un clan abbastanza numeroso, stanno correndo chissà dove, solo una di loro si è fermata in mezzo strada per guardarci, sembrava quasi in posa, un invito a fotografarla.
Lungo la strada vediamo tantissimi impala, ma quanti ce ne sono nel Kruger? Ne abbiamo visti tanti ovunque!
Proseguendo, alla nostra destra, nel punto in cui la strada costeggia il fiume Sabie, vediamo anche alcune di mandrie di bufali e diversi elefanti.
Sempre in questa porzione di strada vediamo cinque leoni vicino al fiume, sono sdraiati ma sono svegli; sono nella posizione migliore per cacciare, con tutti gli animali che si recano al fiume per bere, devono solamente aspettare il momento giusto.
Arriviamo a Lower Sabie e decidiamo di andare da Mugg&Bean per un cappuccino, il nostro caffè solubile è buono ma il cappuccino è tutta un’altra cosa.
Proseguiamo poi lungo la H 4-1, ci fermiamo, come di consueto, alla Sunset Dam per vedere quali animali ci sono oggi; il sole è già alto e la luce è spettacolare, il cielo è blu e la pozza è bellissima.
Ci sono diverse antilopi d’acqua (waterbuck) sulla sponda della pozza, in un altro punto ci sono tantissimi coccodrilli che si stanno scaldando al sole; oggi invece gli ippopotami sono in acqua e, a differenza degli altri giorni in cui erano tranquilli, sono molto rissosi e lottano con le fauci spalancate.
Oggi ci sono anche diverse oche egiziane che volano o sono appollaiate sull’albero morto, molto coreografico, che si trova nella pozza; anche se è molto comune vederle in safari, le oche egiziane sono comunque molto belle.
Ci sono anche diversi uccelli acquatici come i cavalieri d’Italia (black-winged stilt), le cicogne becco giallo (yellow-billed stork) e diversi aironi tra cui gli aironi cenerini (grey heron).
Lasciamo la pozza e proseguiamo lungo la H 4-1 e, poco dopo, sulle rocce lungo il fiume, vediamo una leonessa, è bellissima e fiera, chissà se è la stessa che abbiamo già visto da queste parti; da quella posizione ha una vista privilegiata sul fiume e sulle potenziali prede che vanno a bere.
Lungo il fiume vediamo diverse mandrie di bufali, sono animali che dipendono dall’acqua, quindi vederli qui è praticamente una certezza, il fiume Sabie è una delle fonti perenni di acqua del parco.
Proseguendo lungo la strada avvistiamo alcuni leoni nascosti tra gli alberi, non si riesce a vederli bene a occhio nudo, ma con il binocolo possiamo osservarli bene; poco dopo vediamo anche due ghepardi, sempre nascosti nella boscaglia, sono un po’ lontani ma sono bellissimi.
Come sempre scegliamo di percorrere la S 79 che costeggia il fiume, qui ci sono sempre tanti erbivori e anche oggi non è da meno: troviamo tantissimi impala e kudu, siamo circondati da queste meravigliose creature.
Torniamo sulla H 4-1 e vediamo un leone che dorme lungo il fiume, sembra solo, ma è una femmina e solitamente vivono in branco, quindi, da qualche parte, ci sono anche le altre leonesse, ma non riusciamo a vederle.
Ovunque vediamo impala e kudu, mai visti così tanti tutti insieme; vediamo anche tante famiglie di elefanti, ci accorgiamo che alcuni esemplari stanno dormendo.
Non è facile capire quando un elefante sta dormendo, bisogna osservarlo attentamente, perché, innanzitutto, non si sdraia, come molti potrebbero pensare, ma resta in piedi immobile e appoggia la proboscide a terra poiché gli serve come sostegno per la testa; solitamente fanno brevi pisolini durante la giornata.
Quando arriviamo all’intersezione con la H 12 svoltiamo e andiamo sul ponte sul fiume Sabie per vedere se si vede qualcosa da quella posizione privilegiata, infatti avvistiamo in lontananza un leone che sta bevendo al fiume; è troppo lontano per fare ottimi scatti, ma con il binocolo riusciamo ad ammirarlo molto bene.
Torniamo sulla H 4-1 e vediamo parecchio movimento, ci sono molte auto, ci saranno sicuramente dei leoni o altri grandi felini.
E’ molto difficile raggiungere l’avvistamento perché ci sono molte auto, così ci mettiamo ad osservare e a fotografare gli avvoltoi e le cicogne marabù (Marabou stork) che volano in cielo o che sono appostati sui rami degli alberi; la loro presenza è un segnale inequivocabile che, da qualche parte c’è una preda (killing) uccisa dai leoni o da altri predatori.
Quando riusciamo ad avvicinarci vediamo sette leoni seduti e sdraiati a bordo strada, alcuni di loro sono giovani maschi la cui criniera non si è ancora formata del tutto; un paio di loro hanno il muso sporco di sangue, segno che hanno appena terminato di mangiare, cosa che si capisce guardando anche le loro pance gonfie.
La preda si trova dalla parte opposta della strada e loro la guardano con lo sguardo fisso, tra una auto e l’altra, perché temono che altri predatori possano portarla loro via.
Riusciamo a trovare una posizione dove poterci fermare per scattare loro fotografie senza intralciare il traffico e senza togliere la visuale a nessuno.
Dopo un po’ di scatti decidiamo di proseguire e, poco dopo, vediamo altri elefanti che si trovano in strada, stanno mangiano a bordo strada, quindi ci fermiamo e aspettiamo che attraversi tutto il branco e che si diriga verso il fiume; li vediamo scendere, bere e poi attraversare il fiume, ci sono diversi cuccioli che giocano con l’acqua, sono troppo buffi.
E’ quasi ora di pranzo, quindi decidiamo di andare a Skukuza.
Parcheggiamo, prendiamo il nostro pranzo e ci mettiamo sui tavoli da pic-nic che si trovano lungo il fiume; stiamo sfruttando la struttura di Skukuza più adesso rispetto a quando abbiamo dormito qui.
Mentre pranziamo avvistiamo diversi uccelli, tra cui una specie di barbetto (barbet) che non abbiamo mai visto prima; questo luogo si è rivelato ottimo per il birdwatching, sia oggi sia nei giorni scorsi.
Quando ripartiamo da Skukuza prendiamo la H 11 e, come già successo l’altro giorno, in questo tratto di strada non avvistiamo animali, ma noi dobbiamo per forza passare di qui poiché dobbiamo andare a prendere la strada che ci porterà verso sud, dove si trova il nostro campo di stasera, il Berg-en-Dal Rest Camp.
Prima di svoltare a sud decidiamo di percorrere un tratto della S 1, che si dirige a ovest e termina al Phabeni Gate; noi arriviamo fino alla pozza di Nyamundwa (Nyamundwa Dam) per vedere questa parte di parco.
Lungo questo tratto di strada incontriamo zebre, gnu, elefanti, kudu e, alla pozza, ci sono alcuni ippopotami immersi in acqua; vediamo anche alcuni kopjes molto scenografici.
Torniamo indietro e imbocchiamo la S 65 che è sterrata e si dirige a sud; qui, come lungo le altre strade secondarie, non c’è nessuno ed è davvero piacevole guidare qui.
Ad un certo punto su un albero vediamo due bucorvi cafri (Southern ground hornbill), sono in prossimità di una preda di un leopardo e stanno beccando; probabilmente stanno mangiando gli insetti che si trovano sulla preda, ma anche brandelli di carne della preda stessa.
Proviamo ad aspettare un po’, la preda è ancora fresca e quindi non è ancora stata abbandonata dal leopardo, probabilmente è in giro ma potrebbe fare ritorno; una guida safari che arriva poco dopo ci dice che la preda è di ieri e questo avvalora la nostra tesi.
Purtroppo aspettiamo più di un’ora ma il leopardo non si è visto, è un peccato poiché il ramo e la preda erano in una bella posizione per scattare fotografie.
Non possiamo aspettare oltre poiché dobbiamo arrivare fino a Berg-en-Dal e la strada è ancora lunga.
Proseguendo lungo la S 65 andiamo a vedere la N’waswitshaka, una pozza bellissima.
La superficie dell’acqua è completamente ricoperta da una sostanza verde brillante; in acqua c’è un ippopotamo che alcune tartarughe di acqua dolce (terrapin) hanno scambiato per un sasso dove potersi riscaldare al sole, sono tantissime e l’ippopotamo si vede a stento.
Sul bordo della pozza c’è una giraffa che si piega in avanti per bere, il suo collo e il suo corpo ospitano tante bufaghe, questi uccelli si trovano spesso sul dorso degli erbivori, si nutrono infatti di zecche e di altri parassiti che si annidano nel loro pelo, in pratica svolgono una funzione di toilettatura.
Questa pozza ci ha regalato una scena e scatti bellissimi, è proprio vero che in savana, dove meno te l’aspetti scopri meraviglie nascoste.
La S 65 termina sulla H 1-1, noi svoltiamo a sinistra per prendere la H 3 e proseguiamo il nostro viaggio verso sud.
Questa zona del Parco Nazionale Kruger è caratterizzata dalla presenza di kopjes e colline rocciose, è molto scenografica in particolare con la luce del tardo pomeriggio e con il sole che inizia a scendere all’orizzonte.
Quando non manca molto alla deviazione che ci porterà al nostro campo, sul pendio di una collina vediamo due rinoceronti bianchi tra i cespugli; ci fermiamo immediatamente e li guardiamo.
I rinoceronti stanno camminando e ben presto escono dalla boscaglia, ma non sono due bensì sei; i rinoceronti bianchi, a differenza di quelli neri che tendono ad essere solitari, sono socievoli e formano piccoli gruppi.
Stanno brucando tranquilli mentre camminano lungo il crinale della collina, si fermano altre due auto per vedere cosa stiamo osservando; non c’è nessun altro, probabilmente le auto da safari che entrano in giornata sono già uscite e in pochi frequentano questa parte del parco per la notte, la maggior parte dei visitatori va a Skukuza, Lower Sabie e Satara.
Dopo aver osservato per un po’ i rinoceronti dobbiamo proseguire, il sole sta per tramontare e noi dobbiamo arrivare al Berg-en-Dal Rest Camp prima delle 18,00 perché poi il loro gate chiude.
Svoltiamo sulla SS 110, qui ci attraversano la strada tanti francolini, otarde e faraone; sono tutti uccelli terricoli, quindi volano raramente, solitamente camminano o corrono sul terreno.
Questa strada si insinua tra le colline rocciose e da qui vediamo un tramonto spettacolare, l’ultimo, per questo viaggio, dentro il Parco Nazionale Kruger; incontriamo diverse zebre, molti impala, un bufalo anziano solitario e diversi elefanti che ci accompagnano fino a quasi al gate del nostro campo.
Questa è la nostra ultima notte nel Kruger, siamo un po’ tristi all’idea di uscire domani, ma ci aspettano ancora tante meravigliose destinazioni durante questo viaggio!