Prima tappa del nostro viaggio: il Lesedi Cultural Village

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Oggi finalmente partiamo con la nostra auto, il Dr. Livingstone, per il nostro viaggio; la prima tappa è breve, solo un’ora di strada, ma la cosa importante è partire: siamo troppo felici!

Anche oggi seguiamo le indicazioni di Google Maps e di Maps.me che ci portano facilmente a destinazione, il Lesedi Cultural Village, vicino a Lanseria.

Arriviamo per le 11,00, siamo partiti volutamente presto da Johannesburg, per avere tutta la giornata per goderci il posto, per fare un giro e anche per fare shopping.

In teoria il check-in è alle 14,00 ma la nostra camera è già pronta, quindi portiamo tutte le nostre cose in camera; molto meglio così!

Il Lesedi Cultural Village è una struttura che è possibile visitare in giornata, anche da Johannesburg, oppure visi può anche pernottare; noi abbiamo scelto di dormire qui perché vogliamo vivere l’esperienza fino in fondo.

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Qui sono stati ricostruiti cinque villaggi di cinque tribù differenti: gli Ndebele, gli Zulu, gli Xhosa, i Sotho e i Ledi; i villaggi servono a mostrare ai visitatori la vita tradizionale di queste popolazioni, le loro tradizioni e la loro cultura, ma alcune capanne sono le camere dove alloggiano gli ospiti.

Quindi si può sperimentare cosa significa dormire in una capanna Zulu dal grande tetto arrotondato in paglia e legno oppure nelle case bianche con decori colorati degli Ndebele o ancora nelle capanne coniche dei Basotho, o dei Ledi o degli Xhosa; ovviamente all’interno le camere sono dotate di tutti i confort, ma quando si esce ci si trova in un villaggio tradizionale.

Noi siamo nel villaggio Zulu e, quando arriviamo, veniamo accolti da alcuni Zulu che sembrano vivere lì, mentre invece sono lì a disposizione degli ospiti per spiegare e per rispondere alle domande in merito alla vita tradizionale di questo popolo.

Lasciamo le valigie in camera e andiamo subito a fare un giro, ovviamente iniziamo dal nostro villaggio Zulu; l’hanno realizzato proprio bene, non si capisce nemmeno che alcune capanne sono camere per gli ospiti, se non ci fosse il numero sulla porta non si riuscirebbero a distinguere dalle altre capanne.

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Più tardi faremo un giro con una guida che ci spiegherà molte cose interessanti, quindi ora ci limitiamo a guardare e a scattare un po’ di foto, visto che c’è una bella luce.

Alle 13,00 andiamo a pranzo, non c’è nessuno, inizialmente pensiamo o di essere da soli o che gli altri ospiti abbiamo già pranzato, ma poco dopo arrivano quelli che hanno fatto la visita culturale questa mattina.

Il ristorante è molto particolare, le pareti interne sono tutte decorate con immagini di tribù e di animali; inoltre il cibo è ottimo!

Dopo pranzo facciamo un giro nei negozietti di souvenir alla ricerca di qualcosa di bello da comprare.

Ci sono tanti souvenir che si trovano un po’ ovunque e poi ci sono alcuni oggetti più particolari come ad esempio i copricapo degli Zulu.

Compriamo il copricapo delle donne sposate, è molto bello e particolare, una sorta di grande cappello rotondo e piatto alla sommità; compriamo anche qualche oggetto da regalare visto che ci sono articoli più belli che altrove.

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Ci mettiamo al Shebeen Bar che ha i tavolini e le sedie fatti con oggetti di recupero, sulle sedie siamo in dubbio se siano fatte con delle latte di carburante o delle tinozze; il risultato è, comunque, che siano molto comode.

Alle 16,30 inizia la nostra visita culturale, onestamente non sappiamo cosa aspettarci, se qualcosa do troppo turistico o invece un’attività culturalmente interessante, ma siamo venuti qui anche per scoprire questo aspetto.

Come prima cosa ci accompagnano in un teatro dove hanno ricreato elementi distintivi dei villaggi delle cinque tribù; la nostra guida ci racconta alcune informazioni interessanti e poi ci fanno vedere un video di qualche minuto che illustra la storia del Sudafrica vista dalla prospettiva di queste popolazioni.

Terminato il video usciamo e iniziamo il nostro percorso.

Il primo villaggio che visitiamo è quello degli Zulu, che sono originari della zona dove ora si trova la provincia sudafricana di KwaZulu-Natal; in questo villaggio si trova la nostra capanna-camera.

La nostra guida ci illustra la conformazione del villaggio, i vari abiti, tutti bellissimi e particolari, che vengono indossati dagli uomini, dalle donne single e dalle donne sposate; ci mostrano la struttura delle diverse capanne e dei rispettivi utilizzi e anche una serie di oggetti di uso comune.

Il secondo villaggio è quello dei Basotho che sono originari del Sudafrica e che, in seguito, si sono radunati nell’odierno Lesotho.

Indossano cappelli di paglia a forma di cono, che ricordano la forma delle montagne delle loro terre, inoltre hanno adottato, come parte del loro costume tradizionale, gli stivali di gomma che indossavano quando lavoravano nelle miniere.

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Poi ci rechiamo nel villaggio degli Xhosa, questa è la tribù a cui apparteneva anche Nelson Mandela; non sembrano avere abiti tradizionali particolari ma la guida ci mostra una curiosità: sia uomini sia donne fumano la pipa, però la pipa utilizzata dalle donne è molto più lunga e il motivo è semplice e pratico, infatti è per non intossicare il bambino che si portano dietro alla schiena, è davvero ingegnoso.

Attiva il turno dei Ledi, tribù che non avevamo mai sentito nominare fino ad ora; hanno una particolarità curiosa: gli uomini indossano il kilt come gli scozzesi!

Il motivo? E’ usanza dei Ledi, come per altre tribù, di non aggredire o uccidere le donne in guerra; l’esercito inglese, quando dovette fronteggiarli, sapendo di questa usanza, mandò avanti i soldati scozzesi che indossavano il kilt, i Ledi, fino a quel momento avevano visto solo gli inglesi che invece indossavano i pantaloni, quindi credettero che gli scozzesi fossero donne e non li attaccarono, ma questo fece sì che subirono una pesante sconfitta.

Da quel momento i Ledi indossarono il kilt per non dimenticare l’accaduto e per non essere aggrediti.

Una donna ci offre quella che per loro è prelibatezza: bruchi alla brace, sembra brutto rifiutare ma l’aspetto non è dei più invitanti…infatti non sono molto buoni, anzi…

Infine andiamo a visitare il villaggio degli Ndebele, questa popolazione, originaria dello Zimbabwe e della parte nord orientale del Sudafrica, ha una particolarità che li rende inconfondibili: dipingono le loro case con disegni geometrici; sono le donne che realizzano questi dipinti e utilizzano colori brillanti o cupi in base al proprio stato d’animo.

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Un’altra particolarità degli Ndebele sono i loro gioielli e l’abbigliamento, le donne sono molto belle; si trovano spesso nei negozi statue che le ritraggono, come quella che abbiamo comprato al Art & Craft Market di Rosebank a Johannesburg.

Terminato il giro dei villaggi ci sediamo intorno al fuoco per circa un quarto d’ora con gli altri ospiti e cogliamo l’occasione per scambiare due parole e fare conoscenza: una coppia arriva da Pretoria, praticamente giocano in casa, gli altri invece sono Statunitensi.

Poco dopo ci chiamano nel teatro; hanno preparato uno spettacolo di danze tribali delle cinque tribù, anche se gli Zulu sono quelli che alla fine sembrano avere più rituali e cerimonie.

Al termine dello spettacolo la nostra visita culturale è terminata; è stato molto interessante, anche se i villaggi sono stati ricostruiti per l’occasione; abbiamo infatti scoperto aspetti molti interessanti di queste popolazioni.

Ceniamo nello stesso ristorante dove abbiamo pranzato e poi stiamo un po’ seduti intorno al fuoco…questo è uno dei momenti che più amiamo di un viaggio in Africa: in caldo del fuoco, i ciocchi di legno che, poco alla volta, iniziano ad essere lambiti dalle fiamme e poi diventano incandescenti, il crepitio e le scintille che ne scaturiscono; il cielo stellato sopra di noi e il silenzio tutto intorno…uno spettacolo impossibile da descrivere!

Dopo un po’ andiamo nella nostra capanna Zulu, è bellissima dentro e ci piace molto essere qui!

Buona Notte!!!

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