La mitologia del popolo Bassari, in Togo, è incentrata sul dio Unumbotte, il dio creatore del popolo Bassari.
La storia della creazione di Unumbotte ricorda un po’ la creazione nel Giardino dell’Eden della religione cristiana ed ebraica; la tradizione infatti racconta che Unumbotte creò un uomo, poi gli animali, tra cui un’antilope e un serpente, e più tardi una donna.
Diede dei semi agli umani con i quali iniziarono a coltivare gli alberi e le piante, incluso un frutto rosso che doveva essere ad uso esclusivo di Unumbotte, che mangiava i frutti dell’albero ogni sette giorni; il serpente persuase gli umani a mangiare il frutto dall’albero sacro e, allo stesso tempo, raccontò a Unumbotte che gli umani erano affamati.
Unumbotte si infuriò ma decise di dare a ciascuna delle creature cibo da mangiare, gli umani avevano coltivato le piante, l’antilope aveva erba, al serpente invece venne dato solo il veleno e il desiderio di attaccare gli umani, come punizione per aver ingannato il dio.
Il tema della morte è molto sentito nella città di Bassari, è presente una “casa dei morti”, il mausoleo dei re defunti di Bassar; qui si compiono sacrifici di animali come le capre e polli.
A Bassar, la morte di una persona anziana viene spesso celebrata come un ritorno a casa e gli abitanti del villaggio si riuniscono per commemorare le azioni e la vita del defunto.
Il passaggio da una fase all’altra della vita viene scandito da riti di passaggio, inoltre l’accesso a una nuova classe è condizionato da riti di purificazione che, per loro natura, portano il novizio ad immergersi nelle realtà di un mondo vasto e complesso.
Per prima cosa il novizio deve essere associato agli spiriti che detengono il suo futuro, in seguito gli anziani e i capi spirituali portano l’iniziato a conoscere l’entità che condiziona il suo ingresso in una nuova vita, ossia il feticcio o il “diwaal” che lo ha eletto.
In questa fase del rito di passaggio viene dato al ragazzo un bastone, che, da quel momento in poi, sarà il simbolo del legame mistico tra il divinatore e il feticcio, che ora è parte integrante della sua vita; infine agli eletti verrà data l’opportunità di conversare con l’entità, vale a dire di formare con essa un’unica entità.
Viene assegnato ad ogni eletto uno sgabello, che diventa il canale della nuova relazione con il feticcio; questo nuovo rapporto deve essere celebrato durante un grande evento, durante il quale il novizio dovrà danzare per segnare una nuova fase della sua vita.
La danza del fuoco è più di una semplice danza tradizionale, la specificità di questa danza risiede nel suo carattere iniziatico, che consente ai Bassari di trasmettere i valori essenziali di generazione in generazione.
Ci sono tre elementi per comprendere la quintessenza di questa pratica, prima di tutto, l’iniziazione nel corso della quale si trasmettono, da un lato, le capacità mistiche che gli permettono di danzare e, dall’altro, i valori sociali dell’amore per il prossimo, l’onestà, la condivisione.
Dopo questo passo arriva la danza vera e propria sul fuoco a piedi nudi.
Il terzo aspetto riguarda la divinazione, sembra infatti che i danzatori nel fuoco acquisiscano facoltà che consentono loro di leggere i prossimi eventi nella comunità.
Assistere alla danza del fuoco dei Bassari o dei vicini Kotokuli è un’esperienza mistica, impressionante e incredibilmente affascinante.