Il popolo Kabye è una delle più antiche popolazioni del Togo e, ancora oggi, continuano a seguire molte tradizioni ancestrali relative ai riti iniziatici, come le lotte evaliane dei ragazzi o la cerimonia di Akpéma per le ragazze.
Il primo rito di iniziazione ha luogo alla nascita, i Kabye credono che il bambino non sia parte della loro famiglia fino a quando non trovano un legame con gli antenati.
Solo dopo che il bambino si identifica con uno degli antenati morti viene trattato come un membro della famiglia e i parenti definiscono il sesso del bambino solo dopo l’iniziazione, che diventa un atto simbolico che fa perdere al bambino la sua natura androgina.
Ma il rito di iniziazione più importante nella società dei Kabye è rivestito dall’Evala, una lotta rituale, una sorta di wrestling, che segna il passaggio dei giovani maschi alla fase di maturità.
L’Evala è un rituale complesso ed è costituito da una serie di fasi che culminano in una lotta rituale che viene praticata dai giovani che vogliono passare all’età adulta.
Ogni anno nel mese di luglio i giovani Kabye si riuniscono nella città di Kara, nel Togo settentrionale, per competere in una gara di lotta che dura una settimana.
In preparazione alla lotta vengono invocati gli spiriti degli antenati da parte dell’anziano della famiglia che offre loro delle offerte.
Le donne cucinano un particolare piatto che verrà consumato dai lottatori al termine della battaglia.
Un giovane deve combattere per tre anni consecutivi per superare il rito di iniziazione; non è necessario vincere le lotte per passare alla fase successiva, la cosa importante è prendervi parte.
Concluso il rituale dell’Evala il giovane accede ad uno stadio intermedio, a questo punto deve superare la fase successiva, le Kondona.
Al giovane viene rasato il capo, successivamente deve prendere parte a una danza rituale e poi deve compiere una arrampicata su un monte e, successivamente, suonare un gong
Terminate le celebrazioni delle Kondona il giovane passa definitivamente all’età adulta.
Le ragazze invece devono superare un solo rituale iniziatico, la Akpéma.
Le giovani vengono spogliate dei loro vestiti e vengono fatte sfilare indossando solamente una collana e una cintura di conchiglie; vengono condotte nel bosco dove devono sedersi su una roccia sacra per dimostrare che sono ancora vergini.
Successivamente fanno ritorno al villaggio e una danza conclude il rituale.
Un altro evento importante è lo Sinkaring, una festa del raccolto e di iniziazione.
L’etimologia della parola Sinkaring deriva da due parole: Sankuu che significa lavarsi le mani, purificarsi e Karuu ce invece significa essere pronti ad affrontare le prove della vita.
Lo Sinkaring è una prova durante la quale i ragazzi devono mostrare la loro resistenza e lo spirito di lotta, per difendere la propria comunità, e allo stesso tempo il passaggio dallla fase giovanile alla fase degli adulti.
E’ un momento per celebrare la perfetta unione tra il clan, la pace, la riconciliazione e la coesione sociale, come garanzia di sviluppo, ma anche l’occasione per festeggiare il nuovo raccolto e quindi di godere dei frutti della terra, con frittelle di fagioli e birra di sorgo.
Durante questa celebrazione vengono votati i migliori agricoltori, che ricevono premi e riconoscimenti.
La festa si celebra ogni anno il primo sabato di dicembre ed è un esempio di come questo popolo continui a conservare i valori culturali e tradizionali tramandati di generazione in generazione.