Una giornata a Kubu Island

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Stamattina ci siamo alzati alle 7,00, qui fa meno freddo al mattino e quindi abbiamo fatto colazione in relax sul nostro tavolino circondati dai baobab; poi abbiamo chiuso la macchina e siamo andati a posizionarci in un luogo migliore per oggi, con la vista sul Makgadikgadi Pans.

Stamattina ci siamo alzati alle 7,00, qui fa meno freddo al mattino e quindi abbiamo fatto colazione in relax sul nostro tavolino circondati dai baobab; poi abbiamo chiuso la macchina e siamo andati a posizionarci in un luogo migliore per oggi, con la vista sul Makgadikgadi Pans.

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Ci posizioniamo alla piazzuola n°11, o almeno crediamo sia la 11, perché molti paletti con i numeri non ci sono più: di fronte a noi si apre la vista sul pan, accanto alla nostra macchina c’è un meraviglioso albero dalla corteccia rossa, è una Sterculia africana o African star-chestnut, mentre poco più indietro, abbarbicato sulle rocce granitiche, c’è un baobab gigantesco che sembra dominare l’intera isola.

Montiamo il tavolino e le sedie, lasciamo i pannelli solari sul tavolo, così si caricano con il sole, e partiamo con il nostro fuoristrada all’esplorazione dell’isola.

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Una pista gira tutto intorno al perimetro dell’isola, che è lunga circa un chilometro; il panorama è spettacolare ci sono millenari baobab abbarbicati sopra agli affioramenti rocciosi di granito levigati dal vento e, probabilmente dall’acqua, quando il Makgadikgadi Pans era un enorme lago.

Torniamo alla nostra piazzuola e pranziamo al sole; anche se è inverno e la temperatura non è molto elevata, ci saranno 25 gradi, non bisogna farsi ingannare e mettere una protezione solare, il riverbero del sole sul bianco del pan non è da sottovalutare.

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Dopo pranzo ci mettiamo sulle nostre poltroncine e ci rilassiamo un po’, probabilmente questo sarà uno dei pochi momenti del viaggio in cui potremmo permettercelo.

Quando il sole inizia a scendere verso l’orizzonte, sulla distesa salata del pan, accendiamo il fuoco, ci prepariamo l’aperitivo con un Savanna e ci godiamo lo spettacolo; poche cose al mondo possono competere con la bellezza del cielo africano al tramonto, quando si colora di colori caldi.

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Dopo il tramonto prepariamo la cena, la nostra macchina ha due fuochi per cucinare, uno inserito in un apposito sportello, l’altro direttamente sulla bombola del gas.

Ieri allo Spar abbiamo trovato la carne trita e la passata di pomodoro, pasta e parmigiano li abbiamo portati da casa, quindi abbiamo cucinato le penne al ragù; è stato troppo divertente e con un bicchiere di vino bianco sudafricano la cena è perfetta.

Quando finiamo di cenare il sole è già sceso da tempo, ma c’è ancora luce, ma è quella della luna, il riverbero della sua luce riflessa sul bianco del pan illumina moltissimo, tant’è che ci sono perfino le ombre.

Stiamo lì un po’ in relax quando sentiamo un rumore di bottiglie di vetro e poi vediamo l’ombra di un animale che corre proprio di fronte a noi; era una iena bruna che stava cercando qualcosa da mangiare nei rifiuti dei nostri vicini (mai lasciare i rifiuti all’aperto e a terra) e poi è scappata quando loro le si sono avvicinati.

Il fuoco oramai è spento, è rimasta solo qualche brace ancora accesa, e sta iniziando a fare freddo, quindi entriamo e andiamo a dormire.

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