In Benin i Batammariba sono conosciuti con il nome di Somba, il loro territorio è costituito dalla catena montuosa dell’Atakora al confine con il Togo.
I Somba sono abili costruttori, le loro abitazioni, chiamate Tata o Tata Somba, sono dei capolavori architettonici, sono case fortificate costruite utilizzando materiali facilmente reperibili, come fango, rami e paglia.
Le nuove case vengono costruite solitamente sulle fondamenta delle vecchie case, abitate in passato da un parente defunto; questo perché ritengono che i campi presenti intorno alla casa siano stati fertilizzati nel corso del tempo, inoltre credono che questi luoghi siano privi di poteri negativi, poiché sanno che i loro antenati hanno compiuto tanti sacrifici e rituali per scacciare gli spiriti maligni.
I piccoli cumuli conici di terra, presenti fuori dalla porta principale della casa e all’interno della zona di cottura, sono gli altari per le offerte; spesso sono coperti da piume, striature di sangue e uova, la loro funzione è di proteggere la casa e scongiurare le malattie.
Inoltre all’ingresso e all’interno delle tata sono presenti feticci protettivi, ghirlande di ossa, teste di uccello mummificate, teschi di animali come scimmie, babbuini, bovini, e piume, il tutto imbrattato da sostanze sacrificali come l’olio di palma.
Del tutto simili ai Tamberma, i Somba hanno però sviluppato un culto per le scarificazioni del tutto unico.
I Somba sostengono che le scarificazioni, praticate sul viso dei bambini come iniziazione e ingresso nella comunità, donino la protezione degli antenati e garantiscano la buona salute.
Le leggere scarificazioni, appena visibili, sono una sorta di griglia formata da linee verticali e orizzontali che simbolicamente richiamano i solchi agricoli che si praticano nel terreno per seminare e simboleggiano la crescita e la vita, gli stessi motivi vendono incisi anche sulle pareti interne ed esterne delle tata somba.
Alcuni clan dei Somba ritengono invece che i segni rappresentino le scaglie del coccodrillo; il coccodrillo è visto come un guardiano e ha il ruolo di proteggere la casa, inoltre è strettamente legato alla dea della terra Butan.
I segni tribali sul viso vengono praticati quando il bambino ha tre anni di età, i tagli vengono effettuati in un solo giorno, è un’operazione molto dolorosa e viene praticata da figure esperte, sia uomini che donne.
Esistono tre o quattro modelli principali da seguire e per decidere quale praticare viene eseguito un rituale che consiste nel lanciare alcune conchiglie cowry, le stesse che in passato venivano usate come moneta; in base a come si dispongono quando ricadono a terra si identifica il modello da seguire.
Per effettuare l’operazione viene preparato un letto, dove adagiare il bambino, che realizzato utilizzando ampie foglie verdi; due donne terranno immobile il bambino per evitare che muovendosi si provochi ferite più gravi.
Al termine dell’operazione viene recitata una preghiera.
Le scarificazioni molto leggere impiegano circa due settimane a cicatrizzare, viene usato un impasto curativo preparato con il burro di karitè che viene applicato sul viso.
I fabbri, che realizzano i coltelli affilati per praticare le incisioni, occupano una posizione importante nella società dei Somba, i fabbri vengono associati anche alla divinità solare Kuiye, che per prima ha portato il fuoco sulla terra.
Altre scarificazioni verranno effettuate durante la vita dei Somba, si praticano ad esempio dei solchi sulla schiena o sull’addome quando una ragazza è pronta per il matrimonio, altri dopo il primo figlio e per gli uomini sono previste scarificazioni per la partecipazione alla caccia o alla guerra.
In passato questa tradizione era praticata dalla totalità della popolazione, le scarificazioni erano un segno immediatamente visibile e distintivo, soprattutto se si considera che prima dell’arrivo dei colonizzatori i Somba non indossavano abiti se non un piccolo perizoma di pelle; ora questa pratica sta perdendo la sua diffusione originaria, gli indumenti coprono il corpo rendendo inutili i segni tribali identificativi.