Le credenze del popolo Hambukushu

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Per gli Hambukushu esiste un unico essere supremo, un dio creatore, chiamato Nyembe, un dio che punisce il malvagio e benedice il bene.

Il dio Nyembe, dopo aver creato gli uomini e gli animali, li fece scendere sulla terra utilizzando una corda, calandoli fino alle colline di Tsodilo, precisamente sulla cima della collina femmina; gli Hambukushu sostengono che i segni impressi nella roccia siano le impronte dei primi uomini e animali.

Gli Hambukushu credono nell’esistenza degli spiriti degli antenati e, per procurarsi i loro favori, compiono diversi sacrifici rituali.

Le credenze riguardo la morte e vita dopo la morte sono incentrate sulla convinzione che una persona non sia morta anche se il corpo giace inerte, lo spirito infatti lascia il corpo e il mondo reale e si eleva ad un mondo spirituale.

Le persone buone vedranno salire il loro spirito verso il cielo e vivere accanto al dio creatore Nyembi, mentre gli spiriti cattivi raggiungeranno il malvagio Shadapinyi, il messaggero della morte, dove lavoreranno duramente mangiando cibo cattivo e bevendo birra pessima.

Sia gli spiriti buoni che quelli malvagi possono entrare in contatto con le loro famiglie, per questo motivo sono necessari dei riti per propiziarsi i loro favori.

Gli Hambukushu tradizionalmente sono molto legati all’acqua, tanto da essere considerati gli “uomini della pioggia” dalle altre popolazioni che vivono nelle loro vicinanze.

C’è una leggenda Hambukushu legata ai corsi d’acqua, racconta di una creatura mostruosa che abita nel fiume Okavango, un enorme mostro serpente chiamato Dikongoro.

Dikongoro è lo spirito di un grande capo morto, la cui anima lasciò il corpo per fuggire nel fiume e qui si trasformò, appunto, nel mostro serpente.

Ancora oggi, quando un capo villaggio muore, la sepoltura deve avvenire lungo le rive del fiume, se il luogo di sepoltura fosse lontano da un corso d’acqua, il mostro Dikongoro ucciderebbe tutta la famiglia.

Dikongoro vive nei fiumi dove l’acqua è scura, profonda e non scorre, ha l’aspetto di un enorme pitone ma ha le corna a spirale come quelle dei kudu, se una canoa viene catturata da questo mostro i pescatori devono pagare un tributo a Dikongoro, lasciando cadere in acqua un oggetto di argento o oro oppure qualche goccia di sangue.

Ma Dikongoro non è solo malvagio, protegge infatti le risorse naturali e l’acqua, cura la crescita dell’erba e, al mattino presto, deposita sulla sponda del fiume dei pesci per aiutare la popolazione.

Quando gli Hambukushu scendono al fiume per raccogliere l’acqua lo fanno con molto rispetto, ringraziando Dikongoro per la sua opera di protezione.

Il mostro è la rappresentazione delle sfide che gli Hambukushu devono affrontare quotidianamente, nelle acque dove pescano ci sono numerosi ippopotami che possono ribaltare i mokoro e invisibili coccodrilli pronti ad attaccare.

Un’altra creatura mitologica è Mbava, un grande uccello simile ad un cormorano, l’estensione delle sue ali si estende da un lato all’altro del fiume.

Incontrare Mbava è segno di sventura, il fiume si colora di rosso e al ritorno a casa una delle persone della famiglia sarà morta.

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