Il Benin è il luogo dove è nato il Vudu, o vodu, ed oggi è la religione ufficiale del paese; vudù significa “anima” o “forza” in lingua Fon, e, nel periodo del regno Dahomey, ha avuto il suo massimo sviluppo e si è mantenuto inalterato nei secoli, grazie anche ai dignitari del culto che sono stati in grado di perpetrare i riti e le cerimonie, nonostante nel periodo della colonizzazione europea questa religione sia stata demonizzata.
Il vudù, contrariamente a quanto noi occidentali siamo portati a pensare, ha valenze positive e il rapporto con gli dei avviene di solito allo scopo di propiziarsi i loro favori e per ottenere felicità e prosperità.
Il vudù e i feticci fanno parte della vita di tutti i giorni per gli abitanti del Benin, la maggioranza di essi possiede feticci che custodiscono e proteggono gli accessi ai villaggi, ai mercati e alle abitazioni.
Un feticcio è una statua o un oggetto che racchiude in sè poteri ultraterreni, i suoi poteri derivano dal rito di consacrazione che viene effettuato cospargendo il feticcio di alcune sostanze mentre si recitano alcune preghiere e con l’offerta di sacrifici.
Ai feticci vengono poi aggiunti alcuni materiali tra cui corna, conchiglie, unghie, piume, specchi, metallo, spago, vernici, stoffa, rafia, pellicce, perline ed erbe; inoltre spesso sul feticcio vengono spaccate delle uova; tutti questi elementi hanno lo scolo di aggiungere potenza al feticcio.
I feticci propiziano salute, felicità e risoluzioni dei problemi; ogni feticcio ha un suo ruolo, alcuni infatti servono come protezione dagli spiriti maligni, altri servono per propiziare la guarigione, altri ancora per portare felicità e fertilità alla famiglia.
Se il problema è molto difficile da risolvere, il feticheur richiede spesso il sacrificio di un bue, una pecora, una capra o di un pollo, il cui sangue deve essere versato sul feticcio per conferirgli i poteri necessari e la forza per risolvere il problema.
Feticci e santuari abbondano lungo le strade del Benin, ma nessuno è famoso e potente come il feticcio Dankoli; questo infatti è il feticcio più importante e potente di tutta l’Africa ed è un luogo di pellegrinaggio molto frequentato; infatti sono molte le persone che giungono qui dai paesi vicini come il Togo, la Nigeria e il Ghana, ma anche da paesi lontani come il Brasile e dai Caraibi.
Solitamente i santuari vudù vengono posti nei pressi degli alberi roko, questi alberi dal legno molto duro, sono endemici dell’Africa Occidentale tropicale e possono vivere fino a 500 anni; la gente crede che siano dotati di poteri soprannaturali e li considera quindi sacri.
Il feticcio Dankoli si dice che è così potente che i seguaci vudù che si recano qui possono comunicare direttamente con gli dei senza l’aiuto dei vodounon, gli iniziati della religione vudù; qui gli adepti possono effettuare direttamente da soli i rituali e fare le loro richieste e preghiere alle divilità.
Il feticcio, anzi i feticci, uno maschio e uno femmina, sono dei tumuli di terra che sorreggono innumerevoli paletti di legno ricoperti con grasso, sangue, olio di palma, piume di gallina, uova e ossa in putrefazione e sono appoggiati a due alberi sacri.
Il rituale consiste nel salire sul cumulo a piedi nudi e conficcare un piolo di legno nel tumulo mentre si recitano le preghiere e si fanno le richieste alle divinità, una volta che il paletto viene fissato nel cumulo di terra, gli si versa sopra dell’olio di palma e gli si sputa sopra una sorta di gin che viene distillato dalla manioca oppure il sodabe, un liquore realizzato distillando l’olio di palma.
Poco distante due fori nel terreno, che vengono chiamati “i gemelli”, sono altri feticci dove rivolgere le proprie preghiere, uno è dedicato alla fertilità in generale mentre l’altro è per chiedere di avere dei gemelli.
L’importanza di partorire dei gemelli è un retaggio della società contadina dove due braccia in più erano molto utili, ancora oggi la gente versa l’olio di palma all’interno di questi due fori nel terreno per chiedere di poter rimane incinta di due gemelli.
I fedeli che vedono soddisfatte le loro richieste devono fare ritorno al feticcio e portare un’offerta per ringraziare gli dei, solitamente compiono un sacrificio rituale sgozzando una gallina e versando il sangue sul feticcio.
Se la richiesta era particolarmente importante, ad esempio la guarigione da una malattia, l’offerta dovrà essere più grande e verrà quindi sacrificata una capra o un bue; la carne di questi animali viene poi consumata e distribuita alle persone che si occupano di proteggere il feticcio.