Le rovine di Great Zimbabwe sono un sito dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1986 e sono tra le più antiche e imponenti strutture architettoniche dell’Africa Sub-sahariana pre-coloniale; questo enorme sito archeologico rappresenta una delle testimonianze dello sviluppo e dell’organizzazione della società medioevale africana.
Si estende su un’area di 7 kmq ad un altitudine di 1.100 metri e le tante costruzioni presenti fanno pensare a un piano urbanistico ben pensato e a una società organizzata.
Il sito comprende una torre conica, diversi bastioni, alcuni templi e altre costruzioni minori tutti edificati in pietra; le pietre utilizzate sono differenti ma non è chiaro se vi fosse qualche motivazione, come ad esempio un differente status sociale; tuttil materiale da costruzione veniva lavorato con utensili anch’essi in pietra.
Negli edifici non sono presenti elementi, come la malta o il cemento, utili per tener legati tra loro i blocchi di pietra; si ritiene infatti che la stabilità degli edifici fosse ottenuta sfruttando la conformazione del terreno o utilizzando grandi delle rocce presenti in loco, a volte invece venivano create alcune gradinate di sostegno.
Le rovine rivelano un piano urbanistico suddiviso in due aree: il complesso della collina e il complesso delle valli.
Si ritiene che il complesso presente sulla collina fosse il centro rituale della città, qui sono ancora visibili alcune aree chiuse da mura di pietra; mentre a valle si trova l’edificio in cui viveva il re, l’imba huru, che talvolta viene chiamato impropriamente “il tempio”; la sua imponente cinta muraria, quasi perfettamente conservata, è lunga 250 metri e spessa 10 metri, si stima che siano state utilizzate 15.000 tonnellate di pietra.
Il palazzo reale si trova in una zona più appartata nella valle rispetto alla parte restante del complesso e fu costruito qui poiché probabilmente si voleva evitare al sovrano il contagio nel caso di malattie ed epidemie.
Il nome del monumento nazionale di Great Zimbabwe deriva da “Dzimba dza mabwe” che, in lingua Shona, significa “grandi case di pietra”; questo importante sito da anche il nome all’intero paese.
Great Zimbabwe si ritiene che fosse la capitale politica e religiosa dell’Impero di Mutapa o Monomotapa, che estendeva il suo dominio, oltre che sullo Zimbabwe, anche a parte dell’odierno Mozambico, al Botswana e al Sudafrica.
La sua costruzione è iniziata nel X e XI secolo e ha visto il suo massimo splendore dal XII al XIV secolo; è ignoto il motivo per cui è stata abbandonata, esistono diverse teorie a riguardo ma nessuna è stata comprovata dai fatti.
Il sito è facilmente raggiungibile dall’abitato di Masvingo, circa 300 km a sud di Harare ed è accessibile tutto l’anno.
La storia misteriosa e la presenza in questo luogo del popolo Shona fanno si che questo sito sia ancora da studiare a fondo e sta anche ad un visitatore attento scoprire i misteri che queste mura racchiudono.