Questa area della Conservation Area di Ngorongoro, che confina con il Parco Nazionale del Serengeti, racchiude al suo interno una alcune zone molto differenti tra loro e tutte meritevoli di una visita; inoltre, in quanto parte dell’Ecosistema del Serengeti, ospita, in alcuni mesi dell’anno, lo spettacolo naturale della Grande Migrazione.
Nei mesi da dicembre a marzo queste praterie, verdi in seguito alle piogge dei mesi precedenti, ospitano quasi due milioni di animali, gnu e zebre soprattutto, che si recano qui poiché il suolo vulcanico della zona rende particolarmente nutriente l’erba che vi cresce; questo è l’ideale per le madri che daranno alla luce i cuccioli nei mesi di gennaio e febbraio e che devono allattarli e svezzarli per di mettersi di nuovo in marcia prima che la siccità della stagione secca prosciughi le fonti di acqua e di cibo.
Le aree più interessate alla presenza delle mandrie di gnu e zebre sono: le pianure di Salei, il Lago Ndutu, il Lago Masek e le Montagne di Gol.
Le pianure di Salei e le Montagne di Gol durante la stagione secca sono aride e polverose, una zona semidesertica e inospitale; mentre durante la stagione verde subiscono una metamorfosi e diventano di una bellezza mozzafiato: praterie e fiori selvatici rendono quest’area un piccolo paradiso dove le mandrie stazionano durante la loro permanenza a sud.
Oltre agli erbivori qui si trovano in questo periodo anche molti carnivori come leoni, iene, ghepardi, avvoltoi e licaoni che giungono qui seguendo lo spostamento delle mandrie; ci sono anche alcuni animali che risiedono qui tutto l’anno come sciacalli, volpi, struzzi e tassi del miele.
In prossimità delle Montagne di Gol si trova la Gola di Ol Karien, è un luogo molto importante dal punto di vista naturalistico poiché qui nidifica l’avvoltoio di Ruppell; il periodo migliore per visitare queste gole va da marzo ad aprile, durante il periodo degli accoppiamenti degli avvoltoi; in questo periodo le mandrie della Migrazione sono presenti in questa zona e quindi c’è anche abbondanza di cibo.
Spostandosi un po’ più a sudovest si incontrano il Lago Ndutu e il Lago Masek, questi due laghi hanno acque basse con un’elevata concentrazione di sale; nei loro dintorni sono presenti paludi, boschi e praterie dove le mandrie della Migrazione e gli animali residenti trovano di che sfamarsi.
Sono molte le specie di animali che possono essere avvistati in queste zone: elefanti, leoni, giraffe, struzzi, impala, sciacalli, gazzelle, iene maculate, ippopotami, coccodrilli e circa 400 uccelli; durante la presenza delle mandrie della migrazione si trovano anche molti avvoltoi, oltre ad un incremento di tutti i predatori.
In questa zona è presente anche un sito archeologico dove sono stati rinvenuti dei reperti che hanno contribuito a scrivere la storia dell’umanità, si trova nella Gola di Olduvai, che è conosciuta anche come Culla dell’Umanità: una spaccatura nel terreno lunga 48 km che si è formata circa 500.000 anni fa in seguito a una violenta attività sismica e che ha portato alla luce una serie di stratificazioni del terreno che contengono resti fossili di ominidi e di animali di epoche differenti, come ad esempio l’Australopiteco Boisei, l’Homo Habilis e l’Homo Erectus.
E’ presente un piccolo museo dove è possibile conoscere meglio i ritrovamenti effettuati in uno dei siti archeologici più importanti al mondo e in oltre 50 anni di scavi da parte dei coniugi Leakey e per approfondire la conoscenza della storia dell’umanità.
A nord della Gola di Olduvai si trovano le Dune in Movimento, The Shifting Sands; sono dune di sabbia color antracite sacre ai Masai, sono alte fino a 9 metri e lunghe fino a 100 metri che hanno avuto origine dalle ceneri delle eruzioni vulcaniche dei vulcani della zona.
I venti della zona, che soffiano costantemente verso ovest sulle pianure, spostano le dune di circa 17 metri all’anno ma non riescono a disperderle in quanto la sabbia è elettromagnetica e quindi resta compatta durante lo spostamento.
A 40 km dalla Gola di Olduvai nel 1979 a Laetoli, nell’area di Ngarusi, sono state ritrovate le impronte intatte di due ominidi adulti e di un bambino risalenti a circa 3milioni e mezzo di anni fa, le impronte più antiche mai trovate; queste impronte testimoniano che già in quell’epoca alcuni ominidi camminavano in posizione eretta.
Le zone della Conservation Area del Ngorongoro
- Il Cratere di Ngorongoro
- Gli Altopiani Orientali
- Gli Altopiani Meridionali
- Le Pianure Settentrionali