La storia della Tanzania dopo l’indipendenza

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D’intesa con l’ONU l’Inghilterra concesse al Tanganica inizialmente l’autonomia interna il 1º maggio 1961 e successivamente la piena indipendenza nel 9 dicembre 1961.
 
Il Tanganica, che era entrato in seno al Commonwealth come monarchia legata alla corona britannica, optò, il 9 dicembre 1962, per la forma di governo repubblicana con Julius Kambarage Nyerere come primo presidente.
 
Nel dicembre 1963 anche Zanzibar e Pemba ottennero l’indipendenza e nell’aprile 1964 vennero integrati al Tanganica a seguito di un accordo tra i due presidenti, Nyerere e Abeid Karume, che cosi divennero rispettivamente il presidente e il vicepresidente della Repubblica Unita di Tanzania.
 
Il 1º ottobre 1964 venne promulgata la Costituzione ad interim della Repubblica Unita di Tanzania, completata da un allegato che riproduceva lo Statuto della TANU, cioè del partito unico che definì la base del socialismo tanzaniano e che trovò la sua formulazione programmatica nella dichiarazione di Arusha del 1967.
 
Negli anni Settanta del Novecento i contrasti fra Tanzania, Uganda e Kenya provocarono lo scioglimento della Comunità africana orientale (1977), che era stata la base comune economica e politica di questi Paesi.
 
I contrasti successivamente si aggravarono fra Tanzania e Uganda, fino a sfociare in un vero conflitto nel 1978 e 1979 che si concluse con la sconfitta dell’esercito ugandese da parte delle forze tanzaniane.
 
Nel 1985 Julius Nyerere si dimise dalla presidenza della Repubblica, dopo essere rimasto in carica 24 anni, ma restò alla guida del Chama Cha Mapinduzi, il CCM o il Partito della Rivoluzione, il partito unico che nacque nel 1977 dalla fusione della TANU e dell’ASP, l’Afro-Shirazi Party, operante a Zanzibar.
 
Il nuovo capo dello stato, Ali Hassan Mwinyi, sollecito promotore di misure di liberalizzazione economica e di un piano di risanamento, fu aspramente criticato da Nyerere che, dopo essere stato riconfermato nel 1987 alla guida del CCM con mandato quinquennale, nel 1990 rassegnò le dimissioni.
 
La transizione politica ed economica in senso liberista avviata nel 1985 si concluse con la riunificazione delle due cariche, presidenza della Repubblica e presidenza del partito, nelle mani di A. H. Mwinyi che nel 1990 vinse le elezioni presidenziali e portò ai vertici delle istituzioni statali i suoi sostenitori.
 
L’inizio degli anni Novanta vide l’estensione della liberalizzazione dal piano economico anche a quello politico, sancita dal riconoscimento formale del sistema multipartitico da parte della conferenza straordinaria del CCM nel febbraio 1992, altresì impegnatosi in uno sforzo di democratizzazione interna.
 
Ciò non portò, comunque, a nuove elezioni: l’opposizione rimase divisa e non riuscì a organizzarsi in una coalizione che includesse i movimenti attivi nelle isole di Pemba e Zanzibar, dove continuavano a manifestarsi tendenze separatiste.
 
Per attenuare i fermenti autonomisti l’Assemblea nazionale approvò nel 1993 una risoluzione che estendeva anche al Tanganica l’ampia autonomia già prevista per Zanzibar.
 
Nel novembre 1994 il CCM ottenne una schiacciante vittoria alle prime elezioni amministrative multipartitiche: il presidente A. H. Mwinyi nominò come primo ministro Cleopa Msuya, ricevendo il voto favorevole dell’Assemblea Nazionale.
 
Nell’ottobre 1995 si tennero finalmente le prime elezioni presidenziali e legislative multipartitiche, di cui però l’opposizione chiedeva subito l’annullamento, denunciando brogli e irregolarità a favore dei candidati governativi.
 
Alla presidenza della repubblica venne comunque eletto Benjamin Mkapa appartenente al CCM; il CCM riuscì anche ad aggiudicarsi la maggioranza assoluta dei seggi all’Assemblea Nazionale, mentre assai meno netta risultò la sua vittoria alle elezioni della Camera dei Rappresentanti svoltesi contemporaneamente a Zanzibar: questo provocò le ampie proteste del leader del partito d’opposizione CUF, il Fronte Civico Unito.
 
In novembre dello stesso anno il presidente B. Mkapa potè formare il nuovo governo, affidando la carica di primo ministro a Frederick Sumaye.
 
Il CCM si affermò anche nelle elezioni del 2000, che confermarono nuovamente B. Mkapa alla presidenza; a Zanzibar, invece, le elezioni vennero annullate per gravi irregolarità; una manifestazione indetta dal CUF e dichiarata illegale dal CCM si svolse sull’isola nel 2001 per chiedere la ripetizione delle elezioni e causò violenti scontri con circa 200 morti e numerosissimi feriti.
 
Allo scopo di porre fine alle violenze politiche CCM e CUF firmarono un accordo negoziando una soluzione a lungo termine della crisi.
 
Sempre nel 2001 la Tanzania firmò un accordo con il Malawi per risolvere un lungo contenzioso riguardante il confine sul fiume Songwe e sempre sul piano internazionale, nel marzo 2004, il governo tanzaniano firmò un accordo preliminare con Kenya e Uganda per la creazione di un’unione doganale.
 
Nel 2005 si svolsero nuovamente le elezioni legislative: B. Mkapa aveva già ricoperto due mandati e costituzionalmente non poteva più essere rieletto, così, come candidato del CCM, si presentò alle elezioni il ministro degli esteri Jakaya Kikwete che, con l’80% dei voti, venne nominato presidente.
 
Il CCM continuava quindi a controllare con una schiacciante maggioranza la vita politica del Paese garantendo comunque il rispetto delle regole democratiche.
 
Nell’ottobre del 2010 il presidente uscente vinceva le elezioni presidenziali con oltre il 60% delle preferenze; mente il 5 novembre 2015 venne eletto presidente John Magufuli facente parte del CCM.

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