La Riserva Nazionale del Masai Mara non è l’Area di Conservazione più grande del Kenya ma è sicuramente la più conosciuta e la più visitata; si trova nella parte sud occidentale del paese e confina a sud con il Parco Nazionale del Serengeti in Tanzania, a ovest è delimitata dalla Scarpata di Oloololo, conosciuta anche con il nome di Siria, che fa parte della sezione occidentale della Grande Rift Valley, mentre a nord, a est e a sud est confina con le Conservancy, o riserve private, che, a loro volta fanno parte delle Aree di conservazione che sono state istituite per tutelare la natura e gli animali selvatici che vivono in questo paradiso e che, abitualmente, escono dai confini della Riserva Nazionale.
Dal punto di vista amministrativo non è un Parco Nazionale, e quindi non è sotto la giurisdizione del Kenya Wildlife Service, ma è una Riserva Nazionale perciò viene amministrata da una Contea locale: la parte orientale della riserva, a est del fiume Mara, è gestita dalla Narok County Council, mentre la parte occidentale, a ovest del fiume Mara, il Mara Triangle, è amministrato dalla TransMara County Council.
La Riserva Nazionale si trova ad un’altezza che va dai 1.500 ai 2,170 metri s.l.m. e copre un’area di 1.510 km; se si aggiungono le Conservancy la superficie raddoppia di dimensione.
Il Masai Mara deve il suo nome al popolo Masai che abita queste terre dal XVII secolo, quando è giunto qui dall’odierno Sud Sudan, e al fiume Mara che, con i suoi affluenti, la attraversa in più punti; a sua volta “Mara” in lingua Maa, la lingua parlata dal popolo Masai, significa “a puntini” e questo fa riferimento a due cose: alle praterie punteggiate di alberi e di cespugli di acacia e all’ombra delle nuvole sulla prateria.
Il paesaggio della Riserva Nazionale del Masai Mara è dominato dalle praterie erbose, dai boschi e dai cespugli di acacia, elementi tipici della savana aperta africana, che ricoprono la pianura centrale e le colline che si trovano nella parte orientale.
I cespugli di acacia sono il luogo prediletto dalle mosche tse tse, responsabili della malattia del sonno.
In passato questi insetti costituivano un pericolo sia per l’uomo sia per il bestiame dei Masai, sia per gli animali selvatici; ora invece sono state debellate da tutta l’area sia in conseguenza dell’opera dell’uomo, che ha disboscato in parte i cespugli infestati, ma anche grazie all’arrivo in questa zona, negli anni ’30 del XX secolo degli elefanti che hanno ridisegnato la fisionomia dell’area.
Il fiume Mara e i suoi affluenti, in particolare il fiume Talek, dividono la Riserva Nazionale in tre parti; sulle sponde dei fiumi si trovano cespugli e alberi, gli stessi che si trovano anche sulle collinette solitarie che si innalzano dalla pianura.
La prima area di conservazione fu istituita qui nel 1961 e fu ampliata negli anni successivi fino a raggiungere la dimensione attuale; inoltre, oltre i confini della Riserva Nazionale sono state create negli ultimi anni diverse Aree di Conservazione che fungono da cuscinetto dove convivono sia gli animali selvatici sia l’uomo.
Nel 2010 è stata fatta richiesta all’UNESCO, da parte del Kenya Wildlife Service, di riconoscere alla Riserva Nazionale del Masai Mara lo status di Patrimonio dell’Umanità, ma, ad oggi risulta ancora iscritta nell’elenco provvisorio e in attesa di una decisione.
Insieme al Parco Nazionale del Serengeti in Tanzania la Riserva Nazionale del Masai Mara cui costituisce l’Ecosistema del Serengeti o Serengeti-Mara, un’area incredibile e spettacolare che ospita uno degli eventi più strabilianti del mondo naturale, la Grande Migrazione, oltre ad essere una delle destinazioni migliori per i safari fotografici.
La Riserva Nazionale del Masai Mara è particolarmente nota ai viaggiatori per tre motivi principali: la straordinaria concentrazione di leoni, tra le più elevate in Africa; la possibilità di avvistare tutti i Big 5 e la presenza in queste terre, nei mesi da inizio giugno a fine ottobre della Grande Migrazione: uno dei fenomeni naturali più emozionanti e strabilianti del pianeta.
Circa due milioni di gnu e zebre giungono qui, dopo un viaggio epico attraverso le pianure del Parco Nazionale del Serengeti, alla ricerca di nuovi pascoli e di acqua; qui infatti è presente il fiume Mara con i suoi affluenti che costituiscono l’unica fonte di acqua permanente e certa durante la stagione secca.
Una volta giunti qui non sono al sicuro dai pericoli: un’elevata presenza di predatori e la necessità di continuare a spostarsi da una zona all’altra, costringendoli ad attraversare il fiume Mara infestato di coccodrilli, costituiscono un pericolo continuo che non consente loro di abbassare mai la guardia.
Assistere a questo spettacolo della natura è sicuramente uno dei motivi principali che spinge molti turisti a recarsi qui nei mesi da giugno ad ottobre, questo fa si che la Riserva Nazionale del Masai Mara risulti un po’ troppo affollata, ma è il prezzo da pagare per cercare di vedere il crossing; ovviamente, anche se le mandrie attraversano spesso, non vi è garanzia che l’attraversamento avvenga e che, soprattutto, possa essere avvistato.
In alternativa è possibile recarsi in una delle riserve private che circondano la Riserva Nazionale o nel Mara Triangle, qui sicuramente ci sono meno turisti e gli animali selvatici sono più tranquilli; nel Mara Triangle c’è anche la più alta concentrazione di animali di tutto l’Ecosistema del Grande Masai Mara.
Il Mara Triangle si trova a ovest del fiume Mara e occupa un terzo della superficie della Riserva Nazionale del Masai Mara; al suo interno è presente solamente un lodge, questo fa si che ci siano molti meno visitatori e gli animali siano più tranquilli anche perchè i ranger controllano attentamente che gli animali non vengano disturbati, oltre che a proteggerli dai bracconieri.
Nell’Ecosistema del Grande Masai Mara sono presenti 95 specie di mammiferi e 570 specie di uccelli, una ricchezza faunistica con pochi eguali in tutto il continente africano.
La Riserva Nazionale del Masai Mara costituisce solo una parte dell’Ecosistema del Grande Masai Mara che comprende anche le riserve private e le Aree di Conservazione; le riserve private, dove è possibile recarsi per effettuare safari, sono: la Mara North Conservancy, la Mara Naboisho Conservancy, la Olare Motorogi Conservancy, la Ol Kinyei Conservancy, la Ol Choro Oiroua Conservancy, la Lemek Conservancy, la Siana Conservancy e la Olderikesi Conservancy.
I terreni su cui sono state istituite le Conservancy sono di proprietà del popolo Masai, i singoli proprietari hanno affittato ai lodge e ai campi tendati le terre e si sono impegnati a rimuovere i loro villaggi e il loro bestiame per preservare la natura, in cambio le organizzazioni che gestiscono le strutture ricettive si sono impegnate a finanziare progetti per lo sviluppo della comunità, oltre che a pagare loro un affitto.
La Riserva Nazionale del Masai Mara e le Consevancy sono una destinazione da visitare e ogni periodo dell’anno ha una sua peculiare caratteristica: da giugno ad ottobre ci si reca qui per assistere alla migrazione di gnu e zebre; da novembre ad aprile è il periodo migliore per il birdwatching, mentre nei mesi di gennaio e febbraio è possibile assistere alla nascita dei cuccioli della maggior parte degli erbivori.
Ci sono diverse attività a disposizione dei visitatori: ovviamente i game drive diurni che si possono effettuare sia nella Riserva Nazionale, sia nelle Conservancy; è possibile sorvolare la Riserva Nazionale a bordo di una mongolfiera con le luci dell’alba mentre solo nelle riserve private è possibile partecipare a un safari a piedi o a un safari notturno in 4×4.
L’Ecosistema del Grande Masai Mara ha un equilibrio fragile ed è a rischio a causa di una serie di minacce a cui si cerca costantemente di trovare una soluzione: la presenza di troppi veicoli da safari e i fuoripista nelle riserve private che rovinano il suolo, mettendo a rischio la sua fertilità; la presenza di villaggi Masai e dei campi coltivati che crea un ostacolo, una barriera fisica, alla libera circolazione degli animali selvatici e sottrae terreno ai loro pascoli; la crescita demografica in generale minaccia la natura poiché le sottrae gli spazi vitali a favore dell’uomo; infine il bracconaggio degli ultimi decenni che ha decimato molte specie di animali e alcune di loro ora si trovano in condizioni critiche come il rinoceronte nero, gli elefanti e tante altre.
Le Aree di Conservazione sono state istituite per cercare di creare un cuscinetto per preservare la natura, sicuramente molti risultati positivi sono stati raggiunti, ma ci sono ancora molte attività da intraprendere; anche le Conservancy giocano un ruolo vitale per la conservazione, al loro interno infatti non vi sono insediamenti umani di alcun genere e non è nemmeno presente il bestiame dei Masai, questo consente agli animali selvatici di muoversi liberamente e senza né ostacoli né pericoli.
La Riserva Nazionale del Masai Mara e le aree limitrofe ospitano più di un’istituzione che si occupa di studiare gli animali e l’ecosistema stesso; con effetti positivi non solo per questa porzione di Kenya ma anche per altre aree protette e per alcune specie di animali presenti in buona parte dell’Africa.
E’ possibile raggiungere la Riserva Nazionale del Masai Mara, e le varie Conservancy, in auto da Nairobi in circa 6 ore, la strada è asfaltata per buona parte dei 270 km che si devono percorrere per arrivare al gate più vicino.
I cancelli di ingresso sono in tutto cinque: Sekenani Gate, l’ingresso principale poiché è quello che si raggiunge in meno tempo da Nairobi anche grazie all’ultimo tratto di strada, che passa da Narok, in buone condizioni, a differenza delle strade che passano da Lemek e Aitong che invece sono dissestate, Talek Gate, Musiara Gate, Sand River Gate e Oloololo Gate, il più lontano e quindi il meno utilizzato.
In alternativa è possibile prendere un volo da Wilson Airport di Nairobi, da Samburu, da Nanyuki, da Mombasa o da Diani e atterrare in una delle airstrip presenti all’interno della Riserva Nazionale.