Gli Iraqw, come i Masai e i Datoga, basano la stima della ricchezza personale in base a quanti capi di bestiame uno possiede però, a loro differenza, non sono solo allevatori, ma coltivano anche i campi su larga scala.
Utilizzano pratiche agricole avanzate rispetto ad altri popoli della regione, ad esempio utilizzano sofisticati terrazzamenti per limitare l’erosione del suolo, hanno adottato tecniche di irrigazione complesse, attuano la rotazione delle colture ed utilizzano il letame bovino come fertilizzante.
Queste tecniche erano utilizzate già nei secoli scorsi, infatti sono state rinvenute nelle rovine del sito archeologico di Engaruka nel nord della Tanzania, famoso proprio per il sistema idrico ed agricolo rinvenuto; da questo ritrovamento si è dedotto che gli Iraqw provengano da questa zona o, comunque, vi abbiamo transitato per un periodo della loro storia.
Gli Mbulu coltivano principalmente il mais ma si dedicano anche ad altre culture come i fagioli, le zucche, le patate, le cipolle, legumi vari, il sorgo e il miglio per la produzione di birra.
Nelle zone dove le precipitazioni sono abbondanti, e grazie ai sistemi di irrigazione, gli Mbulu riescono ad ottenere due raccolti all’anno.
Ogni famiglia in media possiede circa 1,2 ettari di terreno dove poter coltivare e anche allevare il bestiame, solitamente allevano bovini, ma non è inusuale che possiedano anche pecore, capre, polli e maiali.
I pascoli sono suddivisi tra quelli privati, che sono appezzamenti che si trovano attorno alla fattoria, e pascoli pubblici che invece sono costituiti da ampie zone di terreno appartenenti al territorio del villaggio.
La cura del bestiame impegna molte energie e tempo e nel caso in cui una famiglia non sia in grado di badare a tutti gli animali fa ricorso all’aiuto di altre famiglie che in cambio del lavoro ottengono latte e il diritto sui vitelli nati.
Gli Mbulu sono anche abili fabbri e vasai, gli uomini si occupano della lavorazione dei metalli mentre le donne lavorano la ceramica creando contenitori e vasi senza l’utilizzo della ruota; le donne realizzano anche stuoie di canna da utilizzare come tappeti all’interno delle abitazioni.
La suddivisione del lavoro all’interno della famiglia si basa sul sesso e sulla sull’età degli individui.
I lavori nei campi, come la zappatura e al raccolto, sono affidati agli uomini, le donne invece si occupano dell’irrigazione.
Le donne Mbulu si occupano anche di raccogliere la legna per il fuoco, di mungere le mucche, di curare i bambini, di cucinare e della manutenzione delle case.
Le ragazze ed i giovani si occupano del bestiame prendendosi cura dei vitelli, si preoccupano di trovare i pascoli migliori e, inoltre, raccolgono il letame che serve per concimare i campi.
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