Oltre ad essere fieri guerrieri e abili scultori di legno, i Makonde sono famosi per i loro tradizionali tatuaggi tribali che sono indicatori della regione di appartenenza.
I tatuaggi sono presenti sia sul volto sia sul corpo dei membri di questa etnia, i modelli ed i disegni sono rimasti in gran parte inalterati nel corso del tempo e sono costituiti da linee, angoli acuti, puntini, figure di animali o figure di piante.
Il termine con cui i Makonde identificano il tatuaggio è “dinembo” che tradotto letteralmente significa “disegno”; in realtà costituisce in una pratica particolarmente dolorosa, a metà strada tra la scarificazione ed il tatuaggio.
Il rituale del tatuaggio è anche una prova di coraggio e la dimostrazione che chi si sottopone a questa pratica sia “un vero Makonde”, in particolare il tatuaggio facciale è molto doloroso e i più deboli a volte vengono sepolti fino al collo per evitare che si diano alla fuga di fronte al tatuatore.
Il tatuaggio viene realizzato effettuando delle incisioni con un coltello, denominato chipopo; su queste incisioni viene strofinato un carbone vegetale ottenuto dalla combustione della pianta di ricino; infine viene lasciato asciugare al sole.
Una volta che il tatuaggio si è essicato, le incisioni vengono lavate con acqua e unte con un olio sempre ricavato dalla pianta di ricino che conferisce al tatuaggio un colore blu scuro.
I tatuaggi hanno scopi differenti a seconda di dove sono posizionati e dei soggetti che vengono ritratti; ad esempio le donne credono che i tatuaggi sull’addome e sulle cosce abbiamo una valenza erotica ed il potere soprannaturale di attrarre un marito.
Mentre le palme e i loro frutti o le lucertole costituiscono un simbolo di fertilità, sia per le donne sia per gli uomini, e quindi sono un tatuaggio abbastanza comune tra i Makonde.
Tatuarsi nella regione dell’ombelico ha una valenza magica, i Makonde ritengono infatti che questo particolare tatuaggio serva a difenderli dalle forze del male che potrebbero penetrare nel corpo da quel punto ritenuto vulnerabile.
Oltre ai tatuaggi i Makonde praticano una forma di modificazione corporea che consiste nell’inserire un disco nel solo labbro superiore.
Il Labret, il nome del piatto inserito nel labbro, è realizzato in ebano; a volte al suo interno un ago che lo passa da parte a parte perpendicolarmente al disco stesso, questo ago si posiziona di fronte al naso; questo viene utilizzato per indicare che una ragazza è in età da marito.
Si ritiene che la dimensione del piatto rappresenti l’importanza sociale o economica di chi lo indossi; ma il più delle volte la dimensione è determinata dal semplice cedimento della pelle che necessita l’inserimento di un disco più grande.
In passato i guerrieri si limavano i denti per renderli appuntiti, in modo da avere un aspetto ancora più aggressivo nei confronti dei nemici.
Sfortunatamente queste pratiche rituali sono sempre meno praticate e i tatuaggi facciali sono sempre più rari, così come i tatuatori in grado di portare avanti questa tradizione.
La vita, la tradizione e la cultura del popolo Makonde
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