I Turkana sono un’etnia appartenente al ceppo nilotico e,come tutte le popolazioni nilotiche, fonda la propria economia e società sul bestiame, al punto da essere definita la società del bestiame.
I Turkana compiono da sempre razzie di bestiame e giustificano tali azioni con un mito tramandato da generazioni: dio ha donato ai loro antenati tutto il bestiame del mondo, per cui razziare il bestiame altrui non è un crimine, ma significa semplicemente riprendersi ciò che è proprio per diritto divino e primordiale.
Il bestiame ha, come abbiamo visto, un ruolo centrale nella società e cultura Turkana: bovini, capre, dromedari e asini sono la base della sussistenza e dell’economia di questo popolo e non vengono utilizzati solo come fonte primaria di cibo, con la produzione di latte e carne, ma sono la base su cui costruire la ricchezza di un uomo che consente di prendere moglie e pagarne la dote.
In una società poligama come quella dei Turkana, il numero dei capi di bestiame posseduti determina il numero di mogli che ciascun uomo può avere.
Il bestiame svolge un ruolo importante anche nel pagamento per aver generato figli illegittimi, per pagare multe o risarcire danni procurati o come regali in occasioni speciali, quali riti e cerimonie.
L’intera popolazione dei Turkana è suddivisa in 12 clan, questa suddivisione però non ha un particolare significato sul piano socio-economico; il cuore e il centro del sistema sociale turkana è infatti l’ekal, la famiglia estesa in cui il padre è padrone assoluto, ekapolon, del bestiame, che non verrà spartito tra i figli fino a quando egli è in vita.
Nella vita quotidiana sono importanti i rapporti di vicinato, differenti ekal possono aggregarsi, formando
un villaggio sparso in una comune area di pascolo, e questo soprattutto per aiutarsi a vicenda nella ricerca di acqua, nella custodia del bestiame e nell’assistenza reciproca in caso di necessità.
un villaggio sparso in una comune area di pascolo, e questo soprattutto per aiutarsi a vicenda nella ricerca di acqua, nella custodia del bestiame e nell’assistenza reciproca in caso di necessità.
I villaggi sono costituiti da capanne piuttosto grandi in grado di ospitare fino a sei persone, hanno una struttura che viene realizzata con rami e fango, mentre il tetto viene realizzato intrecciando le fronde della palma dum o Hyphaene thebaica; durante la stagione delle piogge viene utilizzato lo sterco come materiale impermeabilizzante.
Il bestiame è fondamentale anche nell’alimentazione dei Turkana che sfruttano i loro animali per il latte, il sangue e la carne; ma per le famiglie Turkana che vivono in un ambiente particolarmente ostile ogni cosa commestibile viene utilizzata come nutrimento: le uova, il pesce, anche se è ancora tabù per alcuni clan, il pollame e la carne degli animali selvatici; tutti questi sono cibi che vengono considerati rigorosamente tabù per le altre popolazioni pastorali, fanno eccezione solo le carni di cane e di iena, mente l’asino, oltre ad essere utilizzato per il trasporto, viene utilizzato comunemente per la carne ma non per il latte.
La carne viene consumata dopo essere stata arrostita su fuochi accesi su sterco di vacca essiccata, le interiora non vengono mani consumate, mentre le pelli vengono utilizzate per realizzare indumenti.
I Turkana, oltre all’allevamento e alla caccia, raccolgono alcune bacche ed il miele, che rappresenta l’unico alimento dolce nella loro dieta; vengono realizzati scambi con le popolazioni limitrofe per procurarsi il te ed il mais con cui cucinano la polenta.
Photo Cedits: Scott Cable
La vita, la tradizione e la cultura del popolo Turkana
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