La religione e le leggende del popolo Nama

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I Nama praticano una religione animista che si tramandano oralmente da diversi secoli; credono che esista una divinità, Haiseb, che esiste sin dai tempi primordiali.
 
Haiseb viene rappresentato da un toro che nacque dopo che la madre, una mucca, mangiò dell’erba magica ma il suo nome significa “colui che è come un albero”; questa divinità è solita cantare meravigliose canzoni che hanno come protagonisti gli alberi e i cespugli.
 
I Nama credono che Haiseb abbia salvato il mondo da un mostro malvagio.
 
Secondo la tradizione orale questo demone restava seduto accanto al suo nascondiglio e, siccome veniva spesso deriso da chi passava da quelle parti, lui sfidava questi passanti a colpirlo con una pietra; il masso lanciato però rimbalzava sul corpo del demone e colpiva colui che l’aveva scagliato, costui cadeva all’interno del nascondiglio e successivamente veniva divorato dal mostro.
 
I Nama raccontano che Haiseb sia morto più volte e tutte le volte sia risorto sempre in una forma diversa, questa leggenda spiega il motivo per cui le sue tombe, Haitsi Aibeb, letteralmente “tomba di Haiseb”, si trovano in molti luoghi della Namibia: solitamente sono costituite da cumuli di pietre, di solito nei pressi degli antichi sentieri e passaggi o talvolta in prossimità di pozze d’acqua; i Nama considerano sacri questi luoghi e li rispettano molto.
 
Quando un Nama, durante uno spostamento o un viaggio, si imbatte in un Haitsi Aibeb solitamente vi aggiunge una pietra, un bastone o un ramoscello e, a volte un paio di gocce di acqua o miele diluito, un po’ di carne o di tabacco; dopo aver fatto questa offerta in segno di riverenza si inginocchiano e recitano una preghiera.
 
Quando si allontana da questo luogo non gli è consentito voltarsi e guardarsi indietro, questa regola viene applicata anche quando si lascia qualunque luogo sacro; in caso di disubbidienza una disgrazia o un incidente lo colpiranno.
 
All’interno delle numerose leggende Nama ce n’è una che ha una curiosa similitudine con l’attraversamento del Mar Rosso da parte di Mosè nella sua fuga dall’Egitto.
 
Haiseb era in viaggio con il suo popolo quando un nemico iniziò ad inseguirlo per catturare sia lui sia i suoi fedeli, ad un certo punto giunse ad un corso d’acqua e l’unica via di fuga era al di là del fiume; quindi chiese aiuto al padre e questi separò le acqua in modo che Haiseb e il suo popolo poterono passare indenni, le acque si richiusero dopo il loro passaggio facendo annegare il nemico che li inseguiva.
 
I Nama furono costretti a migrare dal nord della Namibia verso sud spinti da alcune popolazioni di origine bantu; una leggenda racconta che alcuni Nama furono trasformati nell’albero halfmens, che significa “alberi per metà uomini”.
 
Questa specie di albero, una pianta succulenta piuttosto rara, la pachypodium namaquanum, da lontano sembra una figura antropomorfa con il capo rivolto verso nord, i Nama sostengono che abbia questa posizione poiché guarda verso la terra amata che ha dovuto abbandonare.
 
In realtà la testa dell’albero, costituita da una rosetta di foglie, è rivolta verso nord per avere una maggiore esposizione al sole, soprattutto in inverno.
 

La vita, la tradizione e la cultura del popolo Nama

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