L’immagine del fiero guerriero dai lunghi capelli avvolto da stoffe rosse che osserva attento la savana africana è una delle immagini che più facilmente vengono associate all’Africa e al fiero popolo masai.
I masai vivono in ampie zone nel nord della Tanzania e nel sud del Kenya, in questi territori sono presenti i parchi naturali più iconici e più amati dai fotografi naturalistici di tutta l’Africa.
In Tanzania i Masai si possono incontrare nelle zone del Parco Nazionale del Serengeti e nella Ngorogoro Conservation Area, dove vivono seguendo antiche tradizioni tramandate oralmente nei secoli.
I villaggi sono composti da rudimentali capanne rotonde costruite in legno, fango e sterco; al centro del villaggio è presente un recinto dove viene rinchiuso il bestiame durante la notte, per evitare gli attacchi dei predatori, come ad esempio i leoni e le iene.
Anche gli abiti e i monili sono rimasti immutati nel tempo, le stoffe rosse vengono utilizzate sia dagli uomini che dalle donne; inoltre i masai indossano numerosi monili e gioielli, che tanto li rendono riconoscibili, su polsi, caviglie e collo.
I monili vengono realizzati utilizzando il filo di ferro e le perline colorate; i colori che vengono utilizzati hanno un significato ben preciso e aiutano ad identificare lo status sociale di chi li indossa.
I masai sono pastori semi nomadi e il bestiame riveste una importanza vitale per questo popolo, rappresenta infatti la ricchezza e lo status di un uomo; sono una popolazione monoteista che crede in un solo dio, Enkai, che, secondo i racconti tradizionali, in tempi ancestrali, affidò loro tutto il bestiame della terra.
Questo popolo pratica numerosi sono i riti di passaggio da una classe di età alla successiva, così come sono numerosi i rituali per celebrare eventi importanti della vita come il matrimonio e la morte.
I masai sono originari dal ceppo etnico nilotico e parlano la lingua maa, una lingua nilotico-sahariana, masai significa “popolo che parla il maa”, ma utilizzano anche inglese e kiswahili.