I riti e le credenze dei Taneka o Tangba

taneka benin exploringafrica safariadv travel viaggi etnich romina facchi africa

I riti e le credenze del popolo sono il risultato del mix di culture e tradizioni dei popoli che hanno costituito i Taneka o Tangba, ognuno di essi ha apportato il suo bagaglio di riti e di spiritualità; vengono custoditi e tramandati dai dignitari, figure magiche dai potenti poteri spirituali e guaritori tradizionali.

Alcuni riti riguardano la morte e il funerale ad esempio quando un capo famiglia muore, il suo corpo viene seppellito all’interno della capanna che gli apparteneva; successivamente il primogenito torna a vivere alla capanna del padre per dare continuità alla tradizione, potendo contare sullo spirito del suo antenato.

Se a passare a miglior vita è il re, tutte le sue mogli devono tornare alle proprie abitazioni originarie, la morte però viene tenuta segreta fino a quando il re non viene sepolto, a quel punto si comunica l’evento al villaggio tramite il suono di un tamburo.

Questo rituale viene praticato perché i Tangba hanno un tabù che prevede che solo i parenti più stretti possano vedere il corpo del re defunto; mentre, solo dopo la sepoltura, si possono celebrare cerimonie funebri in onore del re, questi riti prevedono il sacrificio di numerosi buoi.

Un’altra credenza o tabù prevede che i dignitari feticheur non possano indossare indumenti, eccetto qualche pezzo di pelle di capra, non possano bere alcolici e non possano mangiare niente che non sia stato preparato al villaggio.

I dignitari, custodi della spiritualità della comunità, solitamente non possono lasciare il villaggio e, qualora si rende necessario farlo, devono portare con sé il cibo e riportare al villaggio le loro feci; questa credenza si fonda sul fatto che il dignitario è strettamente legato alla terra e al destino del villaggio, la sua lontananza metterebbe a rischio la fecondità della terra e delle donne Taneka.

Anche la pipa che i dignitari solitamente fumano deve rimanere sempre accesa ed è  per il feticheur fonte di ispirazione e mezzo per entrare in comunicazione con gli spiriti degli antenati.

Nella società Taneka o Tangba sono previsti riti di passaggio, la vita di un individuo è segnata da passaggi che avvengono ogni cinque anni, alla fine dei cinque anni è prevista una festa che viene celebrata sacrificando dei capi di bestiame.

Tra tutti i riti di passaggio due sono i più importanti, il primo è legato alla circoncisione che viene praticata in età piuttosto adulta, una prova di coraggio che deve essere affrontata senza emettere nessun gemito, pena la vergogna per l’intera famiglia; il secondo rito fondamentale è un rito di purificazione che avviene ogni cinque anni e che richiama al villaggio tutte le famiglie che si sono allontanate per coltivare i campi, durante la cerimonia ogni famiglia deve sacrificare un bue, chi non porta un bue in sacrificio è additato come un lassista che non è in grado di guadagnare per permettersi un bue.

La carne dei buoi viene poi redistribuita tra la popolazione; gli anziani e i dignitari spirituali ricevono i tagli migliori.

Singolare è anche il rituale legato al matrimonio: i genitori dello sposo si recano dalla famiglia della sposa comunicando di aver “rapito” la loro figlia.

Se la famiglia della sposa accetta questa la proposta di nozze, il futuro sposo dovrà trascorrere un periodo di tempo lavorando nei campi di quello che diventerà suo suocero; oltre al lavoro nei campi lo sposo deve anche portare dei doni da sacrificare, solitamente polli, uova e sorgo.

Prima di potersi dire effettivamente sposati gli sposi devono compiere altri passaggi, la fanciulla, dopo la prima notte passata nella casa del marito, deve fuggire e fare ritorno alla casa dei genitori; solo dopo tre giorni il marito inizia le ricerche della sua sposa, riportandola a casa.

Il mattino seguente se la ragazza si reca a raccogliere l’acqua, la legna e spazza il cortile, siglando con questo rituale il suo matrimonio; da quel momento rimane nella casa del marito per sempre prendendosene cura.

Fa eccezione il periodo della prima gravidanza, durante il quale la ragazza torna nella casa  dalla madre per farsi aiutare a partorire e per imparare ad accudire un figlio, sarebbe infatti un disonore per lei farsi vedere dai genitori dello sposo inesperta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *