La regione costiera viene descritta nel Periplo del Mare Eritreo, un antico documento scritto da un anonimo navigatore greco nel I-II secolo a.C.; viene inoltre indicata col nome di Azania; già in quell’epoca remota fu meta di traffici con la Penisola Arabica e l’Oriente.
Essa divenne, forse dalla fine del VII secolo d.C., sede di insediamento di arabi islamizzati e poi di persiani di Shirāz che fondarono, nel X secolo d.C., il fiorente impero degli Zengi (cioè dei Neri), che si è protratto fino all’avvento dei portoghesi.
Arabi e persiani, amalgamatisi con le popolazioni autoctone del litorale e dell’entroterra, in particolare bantu e zulu, diedero vita a quella lingua e a quella cultura swahili che ha caratterizzato poi tutte le società di quell’area geografica.
I portoghesi, alla ricerca di basi di appoggio e commerciali sulla via delle Indie, comparvero sul litorale dell’odierna Tanzania nel 1498 e si insediarono nei principali centri costieri.
Con la rivolta araba di Mombasa del 1631 ebbe inizio per il Portogallo una lotta susseguitasi fino alla caduta di Fort Jesus (1698), di Pemba e di Kilwa.
All’inizio del XVIII secolo d.C. il dominio di tutto il litorale a nord di Mozambico passò nelle mani del sultano dell’Oman che affidò i vari centri a membri della sua famiglia, i quali cercarono però di rendersi autonomi.
Nel 1828 Seyd Sa’īd riaffermò la sua autorità e da Mombasa trasferì la sede del principato a Zanzibar.
Sa’īd trovò un sostanziale appoggio nella Gran Bretagna con la quale stipulò un trattato che prevedeva come contropartita l’abolizione della tratta degli schiavi.
Sa’īd Bargash, che fu Sultano dal 1870 al 1888, estese il suo controllo alle regioni interne della Tanzania, raggiungendo la regione dei Grandi Laghi con l’intento di scoraggiare i mercanti di schiavi, sempre in collaborazione con l’Inghilterra, inoltre cercò di aprire il Paese al mondo esterno.
Nel XIX secolo vennero intraprese le grandi esplorazioni, in particolare nella seconda metà del secolo anche da parte di missionari e di agenti tedeschi; degna di nota l’azione svolta da K. Peters attraverso la Società Tedesca dell’Africa Orientale.
Queste spedizioni portarono, nel 1884, alla firma d’una serie di trattati che assicurarono vantaggiose condizioni alla Società Tedesca dell’Africa Orientale e portarono, nel 1885, il territorio della odierna Tanzania continentale sotto il protettorato della Germania, con conseguente separazione giuridica del Tanganica, la parte continentale, da Zanzibar e Pemba; a nulla valse l’opposizione del Sultano Sa’īd Bargash.
I successivi accordi del 1886 e del 1890 definirono in dettaglio le zone d’influenza di Germania e di Inghilterra sui territori di Tanganica e di Zanzibar e nei confronti del sultano di Zanzibar.
Negli anni seguenti i tedeschi dovettero però fronteggiare numerose rivolte fomentate dall’elemento arabo e dalle irriducibili popolazioni autoctone, rivolte che si sono protratte fino al 1907.
La politica della Germania, per dare un’organizzazione e uno sviluppo al Tanganica, fu assai efficace ma ben presto venne interrotta dallo scoppio del primo conflitto mondiale.
Il generale Von Lettow Vorbeck riuscì, coi suoi modesti effettivi, a tener testa alle forze inglesi e belghe fino al novembre 1918, data della firma dell’armistizio che decretava la sconfitta della Germania nel primi conflitto mondiale.
Il territorio dell’Africa Orientale Tedesca fu affidato, dal Consiglio supremo alleato, come mandato B, e successivamente legittimato dalla Società delle nazioni, alla Gran Bretagna per quanto riguarda il territorio del Tanganica e al Belgio, il territorio del Rwanda-Urundi.
Nel 1920 e nel 1926 furono istituiti nel Tanganica rispettivamente il primo Consiglio esecutivo e il primo Consiglio legislativo.
Dopo il secondo conflitto mondiale, il mandato fu trasformato in Amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite il 13 dicembre 1946.
Le riforme costituzionali del 1948 e del 1954 favorirono l’evoluzione politica del Tanganica e la nascita di un nazionalismo che trovò in J. Nyerere e nella Tanganyika African National Union, la TANU, un supporto moderato ma efficace.
Furono gettate le basi per il riconoscimento dell’indipendenza della costituzione dell’odierna Tanzania.