Ci troviamo in Botswana, più precisamente nel Delta dell’Okavango, stiamo facendo un viaggio con un mobile safari che ci porterà alla scoperta di queste terre meravigliose.
Siamo nella Riserva Naturale di Moremi, ieri abbiamo allestito il nostro campo nella zona di Khwai; stamattina ci siamo svegliati prima dell’alba, alle 5,30, ci siamo preparati velocemente e abbiamo fatto colazione; a quest’ora del mattino l’aria è fresca e una tazza di caffè caldo è proprio quello che ci vuole.
Alle 6,30 siamo pronti a partire, saliamo sulla nostra auto aperta ed iniziamo l’esplorazione della zona di Khwai.
Percorriamo poche centinaia di metri e troviamo una meravigliosa leonessa apparentemente solitaria; dal suo comportamento capiamo che è a caccia, anche se sta puntando alcuni impala che solitamente non sono la preda preferita dai leoni, e questo per due semplici motivi: gli impala sono relativamente piccoli, e quindi l’energia sprecata per catturarli non giustifica il pasto, inoltre sono molto veloci, quindi non è semplice catturarli.
La leonessa è bellissima, il suo pelo dorato, i suoi occhi color nocciola fissi sulle possibili prede, i suoi possenti muscoli che si intravedono quando si accuccia e cammina bassa tentando un agguato; impossibile non notare come sia un animale nato per cacciare, si percepisce la sua forza fisica oltre alla sua intelligenza e capacità di saper aspettare per cogliere il momento più opportuno per sferrare l’attacco.
La luce non è ottimale per scattare fotografie, il sole sta sorgendo in questo momento ma non illumina ancora la leonessa, però, scattando con il diaframma più aperto e gli ISO un po’ elevati, si ottengono scatti spettacolari, anche perché, in certi momenti, la leonessa è particolarmente vicina alla nostra auto.
Restiamo ad ammirarla per un bel po’ di tempo e non vorremmo mai andarcene, ma il nostro safari deve proseguire; sicuramente la giornata di oggi è iniziata nel migliore dei modi.
Proseguiamo l’esplorazione della Moremi e dopo un po’, nell’erba ingiallita dalla siccità, vediamo qualcosa di scuro che corre; impossibile non riconoscerlo all’istante, è un tasso del miele (honey badger)!
L’honey badger è uno dei nostri animali preferiti, è piccolo ma spavaldo, non ha paura di niente e di nessunoe sfida a muso duro chiunque trova sulla sua strada; una sorta di bullo di periferia della savana!
In realtà gli esemplari sono due, un maschio e una femmina; solitamente sono animali crepuscolari e notturni, ma capita di vederli attivi anche al mattino, mentre cercano il cibo o sono impegnati a scavare una nuova tana nel terreno.
Proseguendo il nostro safari lungo il corso del fiume Khwai che, in certi punti, è poco più di un rigagnolo, vediamo diversi lichi rossi (red letwche) in prossimità dell’acqua; queste bellissime antilopi vivono nelle zone paludose e trascorrono buona parte della loro giornata nelle acque basse e nei canneti.
Sempre lungo il fiume Khwai vediamo alcuni ippopotamie diversi coccodrilli del Nilo, inoltre avvistiamo bellissimi uccelli acquaticicome le gru, gli aironi e diverse aquile urlatrici (African fish eagle); qui si recano a bere anche gli impala, gli gnue altri erbivori, poiché questa è una delle poche fonti di acqua perennein questo anno di siccità.
Mentre giriamo nei pressi del fiume in lontananza vediamo un movimento sinuoso nell’erba gialla, è impossibile sbagliare è un leopardo!
Ci precipitiamo nelle sue vicinanze, ma mantenendo sempre una certa distanza per non disturbarlo; purtroppo ci da le spalle e si sta allontanando da noi, inoltre non possiamo né seguirlo né fare il giro per andare dalla parte opposta e vederlo di fronte poiché non ci sono piste in quella direzione.
Quindi quello che possiamo fare è vederlo allontanarsi mentre cammina lentamente con il suo passo felino; il suo pelo maculato è ben visibile nel giallo dell’erba.
Ad un certo punto entra in un piccolo boschetto e va a sedersi sotto un albero all’ombra, riusciamo a vedere solamente la testa ma ci sta guardando e quindi scattiamo qualche fotografia sperando che abbiano una buona qualità, vista l’ombra in cui si trova il leopardo e la luce forte del sole dove ci troviamo noi.
Mentre siamo concentrati sul leopardo non ci accorgiamo che un gruppo di giraffe ci sta osservando, sono troppo buffe, saranno più di dieci e ci guardano fisse a metà tra lo stupito e il curioso.
Verso le 12,00 cambiamo direzione e iniziamo a fare ritorno verso il nostro campo, facendo comunque safari; a differenza della giornata di ieri, oggi torniamo per pranzo al campo tanto l’area che stiamo perlustrando è relativamente contenuta e, nelle ore centrali, solitamente è più difficile effettuare avvistamenti poiché gli animali soffrono le temperature elevate e restano nascosti nella vegetazione.
Quando arriviamo al nostro campo troviamo il tavolo apparecchiato e Titti, il nostro cuoco, indaffarato al fuoco; giusto il tempo di portare gli zaini e le macchine fotografiche in tenda e il pranzo è pronto.
Titti ci delizia con un’altra sua prelibatezza, è davvero bravo a cucinare se poi si pensa che cucina tutto sul fuoco.
Mentre pranziamo commentiamo il safari di stamattina, ma chiacchieriamo e ridiamo anche di altro; ci divertiamo troppo e il tempo vola.
Dopo pranzo qualcuno decide di riposarsi un po’ mentre qualcun altro resta al tavolo a chiacchierare; io vado a prendere il mio Mac in tenda e scarico la scheda della camera trap che ho posizionato qui al campo stanotte.
Molti file sono pressoché inutili poiché la camera trap ha immortalato i ragazzi dello staff che finiscono di sistemare il campo prima di andare a dormire, mentre in altri si vede solamente il fuoco che, essendo ancora acceso, attiva i sensori della camera trap; ma ad un certo punto eccola!
La nostra camera trap ha immortalato una iena maculata che stanotte si aggirava attorno al fuoco dove il cuoco ha cucinato, probabilmente sentiva l’odore del cibo; ad un certo momento vediamo che lecca le braci ancora incandescenti e, inevitabilmente, ci chiediamo come fa a non scottarsi.
Quando finiamo di visualizzare il contenuto della camera trap siamo felici perchè abbiamo diversi video che hanno immortalato tutte le sue incursioni al campo e al fuoco in particolare; è la prima volta che utilizziamo la camera trap e, visto la qualità delle riprese e la possibilità di immortalare qualcosa, la useremo tutte le sere.
Restiamo al campo fino alle 16,30 quando usciamo nuovamente per il safari pomeridiano.
Proviamo a cercare la leonessa che abbiamo visto stamattina per vederla nuovamente e con una luce diversa, inoltre vorremmo capire se è riuscita a cacciare, la cerchiamo ma non la troviamo, evidentemente ha cambiato zona; in compenso però lungo il fiume Khwai ci sono diversi elefanti, sia maschi solitari sia branchi di femmine con i cuccioli.
Solitamente gli elefanti si recano al fiume a bere nel tardo pomeriggio, ovviamente non è una regola fissa e li si può avvistare a qualunque ora, ma le ultime ore di luce della giornata sono le loro preferite.
Alcuni bevono dalla sponda, altri stanno mangiando l’erba verde che cresce in prossimità dell’acqua, altri ancora sono in acqua fino a metà zampe e bevono, si bagnano o mangiano.
Io adoro gli elefanti, sono animali troppo intelligenti, inoltre la loro presenza in un ecosistema è così importante da essere vitale per molte specie di animali e di piante.
Restiamo in giro in safari finché il sole non tramonta, colorando il cielo di colori caldi che si specchiano nelle pozze e nel fiume, creando un contrasto spettacolare con il verde dell’erba.
Torniamo al campo che il sole è già tramontato, anche la giornata di safari di oggi è terminata, ora non ci resta che bere un bicchiere di vino seduti attorno al fuococommentando la giornata e gli avvistamenti strepitosi, nell’attesa di cenare e di goderci un’altra serata nel wild.