Siamo in Botswana nel villaggio di Gweta e stamattina ci siamo alzati presto per andare a vedere il Pan di Ntwetwe nel Complesso dei Makgadikgadi Pans; anche stamattina andiamo in auto con il nostro amico Chif e le 4 ragazze cinesi di ieri pomeriggio, oramai siamo un team affiatato!
Stamattina fa freddino e Chif distribuisce le coperte di pile, ma appena parte con la macchina l’aria gelida ci taglia la faccia: ci mettiamo il cappellino di lana e lo caliamo sugli occhi e alziamo il collo del pile e mettiamo gli occhiali da sole, in questo modo non c’è un centimetro quadrato del nostro viso esposto al freddo, in compenso sembriamo due rapinatori improvvisati.
Passiamo nella parte di pan dove siamo stati ieri per vedere il tramonto e dove si trovano i cespugli di mopane, Chif ci dice che agli elefanti piacciono molto le radici di mopane quindi fanno cadere l’albero per poter mangiare le radici; ma le radici di mopane vengono utilizzate anche dalla popolazione locale, le fanno bollire in acqua e poi bevono il decotto che pare faccia bene per il mal di stomaco e la diarrea.
L’albero del mopane è anche la casa del bruco del mopane che viene mangiato dalla popolazione locale, capita infatti di vedere nei mercati locali delle ceste piene di bruchi essiccati;
Al bruco del mopane viene prima rimosso l’intestino poi viene prima bollito e successivamente viene fatto essiccare per essere conservato; per poterlo mangiare viene fatto bollire nuovamente oppure viene fritto.
Il bruco del mopane depone le uova proprio sulle foglie del mopane, dalle uova nasce il bruco, o larva, che vive sull’albero e, ad un certo punto della sua vita, scende dalla pianta e va sul terreno, qui scava la terra e va nel sottosuolo dove passa allo stato di pupa; resta lì fino a quando arriva la stagione delle piogge quando esce dalla terra sotto forma di farfalla.
A me affascina molto il processo di metamorfosi di alcuni insetti.
Arriviamo presso un bellissimo albero di baobab proprio mentre il sole sta sorgendo, che spettacolo questo panorama; scattiamo un po’ di foto, impossibile non farle, e poi proseguiamo.
Attraversiamo tutta la zona dei cespugli di mopane e continuiamo a dirigerci verso sud, ad un certo punto i mopane diventano sempre più rari e poi spariscono e lasciano il posto ad una prateria di erba bassa e giallissima, poi anche l’erba si dirada sempre più e lascia il posto a piante alofite, che sono in grado di sopravvivere in luoghi dove si trova una elevata componente di sale.
Infine si apre davanti a noi l’immensa distesa bianca di sale del Ntwetwe Pan, uno spettacolo difficile da descrivere a parole, nemmeno le fotografie rendono l’idea di questo splendore.
Abbiamo già visto alcuni pan i queste dimensioni in passato, il Sua Pan a Kubu Island, sempre qui in Botswana e il Pan dell’Etosha National Park in Namibia, ma ogni volta riescono a rapirci con la loro bellezza e desolazione; qui infatti non cresce nulla poiché la superficie è estremamente salata e nessun tipo di pianta o arbusto potrebbe sopravvivere.
Le nostre amiche cinesi si lanciano in un numero esagerato di selfie e di veri e propri servizi fotografici, i loro profili social scoppieranno di like nei prossimi giorni; noi invece ci godiamo la meraviglia di questo luogo remoto.
Quando ci lasciamo alle spalle il Ntwetwe Pan con il suo bagliore accecante ci fermiamo nella zona limitrofa dove c’è un ragazzo seduto per terra, lì si trova una colonia di merkaat!
Ci avviciniamo e alcuni merkaat, o suricati, sono fuori dalle tane, alcuni sono impegnati a scavare non sappiamo cosa, altri invece sono in posizione eretta, quando assumono questa posizione è perché sono di sentinella per avvistare eventuali predatori.
Sono troppo carini e non stanno mai fermi, scattiamo foto a raffica e facciamo video; sono talmente belli e buffi che li vorremmo portare a casa con noi!
Risaliamo in auto e ci dirigiamo verso nord, non sono previste altre fermate e Chif guida con molta disinvoltura il suo Land Rover sulla pista in parte più sabbiosa e in parte più compatta e piena di curve per evitare gli alberi.
Alle 10,30 facciamo ritorno al Gweta Lodge e ce ne andiamo nel nostro campeggio; è tempo di un altro caffè dopo la colazione prima dell’alba, è fondamentale per proseguire la nostra giornata.