Siamo tornati al Khama Rhino Sanctuary

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Stamattina siamo partiti dal Marakele National Park in Sudafrica, abbiamo passato il confine a Gobler’s Bridge / Martin’s Drift e siamo arrivati in Botswana.

Dopo esserci fermati a Palapye per alcuni commissioni, siamo finalmente arrivati al Khama Rhino Sanctuary, vicino a Serowe; in realtà questo è un ritorno perché siamo stati qui al Khama Rhino per la prima volta due anni fa.

E’ relativamente presto, sono le 15,30, sicuramente riusciamo a fare un safari già oggi pomeriggio, ma prima dobbiamo fare il check-in per il campeggio.

Andiamo in reception e non trovano la nostra prenotazione, poi la trovano ma si sono segnati che arrivavamo domani; sono troppo storditi ma lo sappiamo benissimo che sono fatti così e non ci sono molte alternative o ci si innervosisce, come tipicamente faremmo a Milano, oppure la si prende sul ridere e si trova una soluzione, e ovviamente quest’ultimo è sempre il nostro approccio.

Alla fine decidiamo di posizionarci per la notte nell’area picnic, alla fine lo spazio c’è, i bagni pure e, volendo, siamo molto più vicini alla struttura del ristorante dove c’è il wi-fi.

La ragazza della reception in realtà ci dice di andare a vedere se ci va bene stare lì, ma noi ce la ricordiamo benissimo e le diciamo subito di si.

Prendiamo una mappa del Khama Rhino allo shop, è vero che abbiamo Tracks4Africa, ma a me piace avere le cartine dei parchi e delle riserve che visitiamo, inoltre ci serve per farci dare qualche dritta, da uno dei ranger che si trova lì al gate, in merito a quali sono i luoghi migliori da visitare e dove trovare i rinoceronti.

Percorriamo le piste verso il pan, a bordo strada ci sono molti fiori selvatici fioriti, sono bellissimi, sembrano quelli del deserto fiorito nel Namakwa; non ci ricordiamo di averli visti anche due anni fa, ci ricordiamo un paesaggio più arido; magari quest’anno ha piovuto di più in questa zona.

Arriviamo al pan, che si trova nella parte centrale della riserva, e vediamo in lontananza un rinoceronte bianco con un cucciolo, ma sono lontani, praticamente dalla parte opposta rispetto a dove ci troviamo, inoltre si stanno allontanando da noi; c’è solo una cosa da fare: fare tutto il giro del pan e raggiungerli dall’altra parte.

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Mentre noi facciamo tutto il giro i due rinoceronti sono arrivati al bordo del pan, quindi quando arriviamo li troviamo tra i cespugli a bordo strada; per fotografarli bene dobbiamo cogliere l’attimo in cui passano da un cespuglio all’altro.

Oltre a noi sono arrivate anche due auto da safari della riserva, ma noi siamo arrivati prima di loro.

I due rinoceronti sembrano voler attraversare ma sembrano un po’ intimoriti dalle auto dei ranger, noi invece non li disturbiamo perché ci siamo posizionati dietro a un cespuglio; alla fine cambiano strada e attraversano oltre le auto, peccato perché sarebbe stato bello se avessero attraversato davanti a noi.

Terminiamo il giro del pan, lungo il nostro percorso arriviamo a Small Pan, ma qui non ci sono rinoceronti, vediamo solamente qualche facocero; scattiamo due foto e poi proseguiamo.

Arriviamo così al Bird Hide, dove di trova un capanno di osservazione che ha una vista spettacolare su una pozza; parcheggiamo, percorriamo il breve corridoio che conduce al capanno e ci posizioniamo.

Sembra un piccolo paradiso, in netto contrasto con il resto della riserva che invece è più secca; qui si trovano diversi uccelli tra cui le grandule (sandgrouse), i bulbul, le faraone (guineafowl) e i go away.

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Ad un certo punto arrivano alcuni impala e poco alla volta, la spiaggetta intorno alla pozza è piena di impala che sono venuti qui a bere, la luce filtra tra i rami degli alberi che si trovano intorno alla pozza e gli unici rumori che si sentono sono i cinguettii degli uccelli; sembra davvero un piccolo paradiso.

Dopo un po’ torniamo dal nostro Dr. Livingstone e proseguiamo il nostro giro e ritorniamo al pan nel punto in cui abbiamo visto per la prima volta i due rinoceronti.

Vediamo tanti eland un po’ lontani, tantissimi impala e poi molte zebre; alcune zebre stanno litigando, si tirano calci e cercano di mordersi sollevando la polvere, sono un po’ lontane per scattare ottime foto quindi preferiamo guardarle con il binocolo.

Il sole sta scendendo verso l’orizzonte e sul pan, si specchia nella piccola pozza che si trova al centro, accanto a una acacia molto coreografica; mentre ammiriamo i colori del tramonto vediamo un rinoceronte bianco che cammina sul pan, sembra diretto alla pozza ma è così lento che arriverà domani… invece arriva alla pozza subito dopo il tramonto, ma la luce è ancora sufficiente per vedere il suo profilo mentre si abbevera.

Staremmo qui ancora però purtroppo dobbiamo andare, è meglio arrivare al picnic site prima che ci sia buio, per capire dove sia meglio posizionarsi.

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Ci sono altre due auto qui nell’area picnic, siamo curiosi di sapere se anche a loro hanno fatto casino con la prenotazione oppure se sono venuti senza aver prenotato; non vediamo nessuno altrimenti glielo avremmo chiesto.

Da quando il sole è tramontato ha iniziato a fare freschino, fa più freddo di due anni fa e siamo indecisi se cucinare noi e cenare qui all’aperto o se andare al ristorante; alla fine decidiamo per la seconda opzione così possiamo utilizzare il wi-fi per collegarci.

Andiamo a piedi al ristorante tanto è vicino, se è per questo dormire nell’area picnic è comodo, non è necessario spostare la nostra auto che è già pronta per la notte.

Andiamo al ristorante con il Mac, abbiamo alcune cose da fare e approfittiamo di farlo qui visto che il wi-fi sembra funzionare bene…questa è la dura vita dei nomadi digitali, costretti a cercare il collegamento come nel film Il Ciclone di Pieraccioni, quando sintonizzavano la tv utilizzando i mestoli come antenne.

A cena non c’è praticamente nessuno, ceniamo, lavoriamo e ci rilassiamo bevendo una St Louis, proprio quello che ci voleva per concludere la giornata di oggi.

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