Siamo ad Abidjan, in Costa d’Avorio, siamo arrivati ieri sera da Milano e non abbiamo ancora superato del tutto lo shock termico, ma essere al caldo durante i mesi invernali è sicuramente un piacere.
Stamattina ci siamo svegliati presto, abbiamo fatto colazione e poi alle 7,00 abbiamo appuntamento con la nostra guida; lui viaggerà con noi per tutta la durata del viaggio.
Scambiamo due parole e lui ci fa un breve brief sul viaggio, ma poi ogni giorno ci racconterà meglio tutte le cose che visiteremo; adesso è meglio partire.
Il nostro volo per Bouake è alle 11,35, quindi, prima di andare in aeroporto, abbiamo il tempo per vedere qualcosa qui ad Abidjan, che poi visiteremo anche alla fine del nostro viaggio.
Ci siamo fermati a vedere la Cattedrale di Saint Paul, un edificio moderno progettato da un architetto italiano; la sua particolarità è che, nonostante l’interno sia molto ampio, non sono stati utilizzati pilastri per sorreggere il tetto, che invece viene sostenuto da alcuni cavi di acciaio.
Un’altra caratteristica di questa chiesa è che la sua forma dovrebbe rappresentare un elefante che trascina il popolo ivoriano, ma per vedere l’elefante, onestamente, serve un po’ di fantasia, ma ci può stare.
L’interno è molto ampio e il fatto di non avere pilastri fa sembrare la chiesa ancora più grande; sui lati si trovano due grandi vetrate: quella di sinistra raffigura scene religiose, mentre quella di destra raffigura la natura della Costa d’Avorio; sono davvero molto belle!
Oggi è domenica e alle 8,00 c’è la Messa, quindi stanno entrando molti fedeli, sembrano contenti di vederci e ci salutano, soprattutto le donne, con un solare “Bonjour!”; ci fa molto piacere, significa che sono felici di vederci qui nel loro paese.
Quando usciamo dalla chiesa, prima di proseguire, facciamo un giro all’esterno per vedere se, da qualche altra angolatura, l’elefante è più evidente, ma effettivamente serve un po’ di immaginazione.
Dopo aver visitato la chiesa facciamo ritorno alla nostra macchina e ripartiamo, ci dirigiamo verso la laguna e andiamo a una fermata del barchino che fa il servizio di collegamento tra una sponda e l’altra della laguna.
La città di Abidjan si trova infatti tra l’Oceano Atlantico e una immensa laguna di acqua parzialmente salmastra; per andare da una zona all’altra della città ci sono ponti ma anche un servizio passeggeri che ricorda un po’ il vaporetto di Venezia, anche se le barche, così come la laguna, sono più grandi, inoltre hanno molti posti a sedere.
Dopo aver comprato i biglietti, che costano 200 CFA (Franchi dell’Africa Occidentale), aspettiamo qualche minuto in quella che dovrebbe essere la sala di attesa, ma in realtà è uno spazio coperto e senza pareti con, tutto intorno, delle rudimentali panche di legno.
C’è foschia e Abidjan, nonostante dicano che sia la Manhattan d’Africa, non ha uno skyline particolarmente attraente, ma è comunque bello fare questo giro, inoltre, con il movimento della barca, sembra esserci un po’ d’aria e l’umidità si fa sentire meno.
Quando arriviamo dall’altra parte della laguna scendiamo e la nostra auto è già lì pronta che ci aspetta; adesso è giunta l’ora di andare in aeroporto.
Oggi andiamo al terminal dei voli domestici e qui l’aeroporto è molto più “africano” rispetto al terminal dei voli internazionali.
Il terminal domestico è piccolo e spoglio, c’è una coda di persone che aspetta di fare i controlli dei bagagli, ci mettiamo un bel po’ prima di riuscire a passare; poi facciamo check-in e la tipa fa un po’ di casino con i nostri passaporti, non abbiamo capito il perché ma alla fine sembrava una comica e, sia noi sia lei, siamo scoppiati a ridere più di una volta.
Dopo aver spedito le valigie e preso le nostre carte di imbarco andiamo nella sala di attesa.
Qui c’è un piccolo bar e decidiamo di pranzare perché poi oggi non avremo più occasione di farlo; anche se è un po’ presto non fa nulla, tanto oggi abbiamo fatto colazione all’alba.
Alle 11,35 imbarcano il nostro volo, si parte per Bouake!
