Siamo in Tanzania nel Parco Nazionale di Serengeti, nella zona di Ndutu, che si trova nella parte sud orientale del parco.
Stamattina, quando ci siamo svegliati nel nostro campo tendato, ci siamo subito confrontati sugli animali che abbiamo sentito stanotte: leoni, almeno un paio di volte, le iene quasi tutta la notte, così come gli gnu e le zebre; è bellissimo sentire i rumori della savana durante la notte quando si è al buio nella propria tenda!
Quando andiamo a fare colazione il terreno è pieno di impronte di erbivori, quindi quelli che abbiamo sentito questa notte erano praticamente nel campo!
Facciamo colazione nella tenda centrale e prendiamo tutte le cose che abbiamo messo in carica ieri sera, come le batterie delle macchine fotografiche, i cellulari e il power bank; solitamente nei campi tendati nella tenda c’è la luce ma non ci sono prese elettriche, quindi bisogna caricare tutto nella tenda centrale.
Partiamo verso le 7,30; stamattina ce la siamo presa con un po’ più calma del solito.
C’è ancora fango ma per fortuna questa notte non è piovuto, magari oggi si asciugheranno un po’ le strade.
Scendiamo dalla collinetta dove si trova il nostro campo e davanti a noi si apre la vista del Lago Ndutu, che da il nome alla zona; ha un po’ di acqua ma non è ancora pieno al massimo della sua capacità, la stagione delle grandi piogge deve ancora iniziare.
Tutto intorno al lago cresce una foresta di acacie, sono meravigliose con il loro profilo a ombrello; è uno dei simboli dell’Africa e della sua savana.
Svoltiamo a destra e seguiamo quello che sembra il letto di un fiume, al centro infatti c’è un rigagnolo di acqua; tutto intorno si sono prati verdi e poi in alto, sulle sponde, ci sono alberi di acacia, dove avvistiamo alcune giraffe impegnate a mangiare, quando però sentono il rumore della nostra auto si voltano a guardarci curiose, sono troppo belle.
Dall’altro lato del fiume vediamo una iena che cammina velocemente seguendo il corso d’acqua; è da sola, chissà dove sta andando, non si vedono potenziali prede all’orizzonte.
Proseguiamo nel nostro percorso e vediamo, in lontananza, 3 macchine ferme, sicuramente lì c’è qualcosa, non facciamo in tempo a pensarlo che vediamo un leone maschio camminare nel letto del fiume, è bellissimo!
Arriviamo in tempo per vederlo arrivare al fiume a bere e gli scattiamo tantissime fotografie; poi attraversa il fiume; nonostante l’acqua gli arrivi solo alle zampe, sembrava titubante a bagnarsi, dopotutto è un grande gatto!
Quando arriva sull’altra sponda raggiunge il fratello che è sdraiato sotto un cespuglio.
Attraversiamo il fiume e andiamo più vicino ai due leoni; sono bellissimi e biondissimi, hanno delle criniere voluminose che ondeggiano al vento e hanno una postura fiera, almeno fino a quando restano in piedi o seduti, quando poi si sdraiano e si addormentano sono un po’ meno impettiti e sembrano l’emblema del relax e dello svacco.
Dall’altra parte del fiume ci sono altri due fratelli all’ombra di un altro cespuglio; ad un certo punto uno si alza, si stiracchia e scende al fiume, anche lui beve e poi attraversa, con lo stesso fastidio per l’acqua dimostrato dal fratello, raggiunge gli altri due leoni e si sdraia poco lontano.
Infine anche l’ultimo fratello arriva e si siede lì nelle vicinanze.
Hanno già fatto troppa attività per oggi, uno alla volta si addormentano; così ad un certo punto decidiamo di andare, tanto rimarranno qui tutto il giorno.
Proseguiamo il nostro safari e ci avventuriamo nella boscaglia di acacie, fino a quando davanti a noi si apre una immensa prateria verde; qui, ovunque guardiamo, ci sono mandrie di gnu, zebre, gazzelle di Grant e gazzelle di Thomson.
C’è qualche auto e in lontananza vediamo cinque ghepardi, probabilmente sono una mamma con quattro cuccioli.
Le macchine si tengono a debita distanza, riusciamo a vederli bene sono con i nostri binocoli, proviamo a scattare qualche foto, ma sono un po’ troppo lontani; ma sono animali che patiscono lo stress e, se disturbati dalle auto, non riescono a cacciare, quindi è fondamentale che le auto da safari si tengano a distanza.
Qua e là c’è qualche gazzella, loro le guardano e si avvicinano lentamente; il ghepardo non fa agguati come il leopardo o attacchi coordinati come i leoni, ma si avvicina lentamente e poi fa uno scatto in velocità per prendere la preda, raggiunge una velocità massima di 110 km/h, ma può percorrere solo qualche centinaia di metri e poi deve fermarsi per recuperare le forze e abbassare la temperatura corporea dovuta alla corsa.
Camminano ma, quando cercano di avvicinarsi, le gazzelle li vedono e scappano; i ghepardi allora si siedono, si guardano in giro per cercare un’altra potenziale preda e poi iniziano nuovamente a camminare per cercare di avvicinarsi, quel tanto che basta per poi poterla catturare.
Man mano che si spostano, anche noi li seguiamo per non perderli di vista; rimaniamo a guardarli per quasi due ore, e loro continuano a fare tentativi; alcune macchine si stancano di aspettare e vanno via, mentre noi rimaniamo anche perché Safe ci dice che se aspettiamo magari riusciamo a vederli cacciare.
Infatti ad un certo punto partono tutti e cinque nella stessa direzione, noi li stavamo osservando con il binocolo ma, ora che abbiamo realizzato quello che stava succedendo, avevano già preso un cucciolo di gazzella, sono stati rapidissimi.
La mamma ghepardo tiene in bocca la preda ancora viva e i cuccioli cercano di prenderla mentre lei fa dei balzi per portagliela via, forse sta insegnando loro a cacciare o forse vuole mangiare per prima.
Dopo che i ghepardi hanno preso la preda ci siamo avvicinati un po’ con le auto ma già così si sono un po’ spaventati, al che ci siamo fermati tutti e li abbiamo lasciati mangiare tranquilli.
Che scena spettacolare, non avremo scattato grandi fotografie perché erano lontani, ma con i binocoli abbiamo visto benissimo tutta la scena; è stata la nostra prima caccia di ghepardi andata a buon fine e siamo troppo emozionati per essere riusciti a vederla.
Li lasciamo mangiare in pace e ci allontaniamo, visto che è l’una passata cerchiamo un angolino all’ombra di una acacia e ci fermiamo per pranzo; oltre a piacerci molto fare “pic-nic” così in giro per la savana, abbiamo fatto proprio bene a decidere di non tornare al campo per pranzo, ci saremmo persi la scena di caccia dei ghepardi.
Dopo pranzo scendiamo sul lungo fiume e andiamo a vedere i quattro leoni, da quando li abbiamo lasciati questa mattina si saranno mossi al massimo di 10 metri e adesso se la dormono profondamente, in particolar modo uno di loro, che è sdraiato a pancia in su e a zampe allargate, è proprio l’emblema del relax e della certezza di non avere predatori o non essere minacciato da pericoli, è troppo ridicolo.
Quando arriva qualche auto, a turno, gli altri tre fratelli aprono un occhio per vedere cosa succede, ma si rimettono subito a dormire.
La nostra guida ci dice che se volessero solamente rilassarsi probabilmente sarebbero andati della boscaglia, il fatto che sono rimasti sul lungo fiume significa che probabilmente vogliono cacciare, ma aspettano che passino degli gnu da quelle parti: pigrizia alla massima potenza!
Aspettiamo un po’ ma non si vedono prede all’orizzonte e quindi proseguiamo il nostro percorso.
Andiamo sulla sponda del lago Ndutu e vediamo gnu a perdita d’occhio; alcuni sono seduti, altri in piedi immobili, altri ci guardano e scappano, altri ancora, incuranti di noi, continuano a brucare, ovunque guardiamo ci sono gnu, è davvero uno spettacolo la Grande Migrazione in questo periodo dell’anno.
Torniamo nuovamente sul lungo fiume e troviamo le giraffe vicino all’acqua ma non stanno bevendo, stanno attraversando il fiume per recarsi dall’altra parte del fiume per raggiungere altre giraffe; come sono eleganti quando camminano con le loro lunghissime gambe.
Lentamente torniamo verso il nostro campo tendato, siamo molto soddisfatti della giornata di oggi, abbiamo visto scene spettacolari.
Quando arriviamo al nostro campo tendato andiamo nella nostra tenda e ci mettiamo seduti lì fuori sotto la veranda a goderci il relax e a ripensare al safari che si è appena concluso.
Ad un certo punto all’orizzonte si formano dei nuvoloni neri che avanzano nella nostra direzione, si alza un vento freddo e noi ci ripariamo nella nostra tenda; poco dopo inizia a piovere, speriamo non piova molto, visto che le strade si sono asciugate così bene oggi, altrimenti domani ci aspetta un altro trasferimento nel fango.