Le notti nel Parco del Kgalagadi in questo periodo dell’anno sono fredde ma si fanno perdonare regalando un cielo stellato incredibile.
La sveglia anche oggi suona presto, molto presto, vogliamo sfruttare tutto il tempo disponibile e le prime ore del mattino sono le migliori per osservare gli animali perché sono più attivi, le ore centrali del giorno sono troppo calde e, soprattutto i felini, tendono a dormire all’ombra.
Partiamo bene avvistando subito un bel esemplare di astore canoro pallido (pale chanting goshawk) e un raro lanario (lanner falcon).
Seguiamo una mandria di gnu e questo ci fa sbagliare strada, finiamo nel settore del parco del Botswana, percorriamo qualche chilometro ma poi torniamo in Sudafrica, oggi vogliamo esplorare la zona est del parco risalendo la strada che porta Nossob.
Avvistiamo centinaia di orici, di springbok, molti struzzi ma anche alcuni eland e gli sciacalli dalla gualdrappa (black-backed jackal).
Una coppia di serpentari (secretary bird) in volo attira la nostra attenzione, li osserviamo atterrare e iniziare a cacciare, questi grossi uccelli cacciano a terra percorrendo fino a 20 chilometri al giorno; uccidono le prede prima stordendole con le loro possenti zampe e poi con il becco forte ed appuntito.
Contrariamente a quanto può far pensare il loro nome, non si nutrono di serpenti, o meglio, non solo, cacciano soprattutto lucertole, insetti e piccoli roditori.
Risaliamo la strada che segue il tracciato del fiume Nossob, in questa stagione non c’è acqua e la valle che scorre tra le dune è una pianura arida con l’erba gialla.
Le dune attorno non sono molto alte e sono costituite da sabbia che ha diverse sfumature di colore, dal giallo all’arancione intenso; sono ricoperte in parte da arbusti e da erba secca.
Risaliamo verso nord per parecchi chilometri ma stamattina sembra che la savana non voglia rivelare le sue bellezze, alle pozze d’acqua lungo la strada troviamo solo springbok e orici, ma come spesso accade, quando meno te lo aspetti ecco la svolta.
Ci fermiamo per pranzo in un’area pic-nic, dove si trovano alcuni tavoli in pietra e i bagni, si trova in una posizione leggermente rialzata rispetto alla strada e rispetto al letto del fiume Nossob; quella posizione privilegiata scorgiamo cinque ghepardi che si stanno muovendo dalla loro posizione ombrosa sotto un piccolo albero e cominciano a camminare, dirigendosi verso le dune a nord est.
I safari sono imprevedibili e questo li rende così affascinanti, non si sa mai cosa ci si possa aspettare.
Prepariamo dei sandwich mentre con i binocoli seguiamo i ghepardi muoversi sul letto del fiume asciutto, la vista del deserto che si apre davanti a noi è fantastica e questo rende i nostri sandwich i più buoni del mondo J
Scambiamo qualche chiacchiera con altri viaggiatori che, come noi, sfruttano l’area pic-nic, arrivano da una zona ancora più a nord ma ci confessano che la mattina ha regalato poco anche a loro.
Decidiamo di tornare verso sud, dobbiamo essere al gate entro le 16,30 perché abbiamo prenotato un safari notturno con i ranger del parco, dopo il tramonto infatti solo i mezzi dei ranger possono circolare ed effettuare safari.
Lungo la strada avvistiamo numerosi rapaci e una moltitudine di antilopi, le pozze d’acqua che incontriamo lungo la strada sono molto affollate e ne approfittiamo per scattare belle foto.
Un nido gigantesco costruito su un grande albero ci “obbliga” ad una sosta per osservare cosa succede all’interno di questo enorme condominio; i tessitori sociali escono ed entrano in continuazione dai numerosi varchi realizzati nel nido per portare cibo ai pulcini; uno spettacolo.
Questi nidi arrivano a pesare così tanto da spezzare i grossi rami su cui si poggiano; costituiscono il territorio di caccia prediletto delle manguste, la mattina presto è facile osservarle appostate sulla sommità di un nido pronte a cogliere l’occasione di un pasto.
Quando mancano pochi chilometri al cancello del camping, a pochi metri dalla strada, vediamo due bellissimi ghepardi che camminano tranquilli illuminati dalla luce del sole; siamo l’unica auto nei dintorni, li seguiamo per un po’ cercando di dare loro meno fastidio possibile, evitando di tagliare loro la strada e spegnendo il motore appena si fermano.
Un avvistamento eccezionale, i due ghepardi camminano a bordo strada incuranti della nostra presenza, attraversano un paio di volte la strada, passando pochi metri dal nostro fuoristrada, per poi andare a sdraiarsi all’ombra di un albero.
Se fossimo passati di qui pochi minuti dopo e non li avremmo mai visti.
Soddisfatti torniamo al campeggio e dopo poco tempo siamo pronti ad uscire di nuovo a bordo del 4×4 dei ranger; la guida è un ragazzo di origini boscimane molto preparato.
A pochi minuti dalla partenza ci mostra un gufo latteo (giant eagle owl or Verreaux eagle owl) appollaiato tra i rami dove si trova il suo nido, è bellissimo e davvero difficile da avvistare poiché si mimetizza perfettamente con il tronco dell’albero.
Dopo il tramonto gli animali crepuscolari e notturni cominciano ad uscire dalle loro tane ed iniziano a muoversi per procurarsi del cibo; osserviamo le bellissime volpi del capo, i simpatici otocioni dalle orecchie giganti, i furtivi gatti selvatici e le velocissime lepri.
Non c’è più luce e l’unico modo per avvistare gli animali è l’uso di potenti torce (spot light) che emettono un fascio di luce concentrato, grazie alle lampade riusciamo a vedere una coppia di ghepardi che si aggirano furtivi ai piedi di una duna, oggi è stata decisamente la giornata dei ghepardi.
Dopo il tramonto l’aria è diventata gelida e l’auto aperta con cui stiamo viaggiando non offre un riparo, meno male che, previdenti, avevamo portato indumenti pesanti; ma rientrare al campeggio ed infilarsi nel caldo locale del ristorante è stato piacevole, inoltre ci aspetta una gustosa bistecca.