Tecnicamente il Parco Nazionale di Dorob fa ancora parte della Skeleton Coast, anche se si trova fuori dal famigerato cancello con i teschi di Ugab, e, a testimonianza della sua pericolosità, sulla sua costa si trovano diversi relitti di alcune navi, che si sono incagliate qui.
Noi stiamo percorrendo la C34, provenendo da nord e dal Parco della Skeleton Coast, e siamo diretti a Swakopmund; qui le dune di sabbia si vedono solo in lontananza e il paesaggio è più monotono, anche il terreno è meno scivoloso e quindi procediamo a velocità più sostenuta.
Lungo la strada ci sono diversi cartelli che indicano i punti in cui si può scendere verso l’oceano per pescare, ovviamente noi non siamo interessati a questa attività, ma incontriamo diverse auto di pescatori e li si vede anche lungo il bagnasciuga con le loro lunghe canne.
Facciamo una deviazione per andare alla Riserva delle Otarie di Cape Cross, la riserva dove, come si deduce anche dal nome, si trova un’enorme colonia di otarie; percorriamo la strada lungo il promontorio che conduce alla colonia, paghiamo l’ingresso e arriviamo, dopo poche centinaia di metri, ad un parcheggio.
Ci aspettiamo di vederle sulla spiaggia o sugli scogli in prossimità dell’acqua ed invece sono ovunque, praticamente anche nel parcheggio delle auto.
Sono tantissime e rumorosissime e sono troppo simpatiche, molte sono in acqua a pescare e, quando tornano sulla spiaggia, passano sopra a quelle che sono spiaggiate a riposarsi, con la conseguente arrabbiatura di coloro che rimangono schiacciate; ci sono anche tanti cuccioli, molti dei quali prendono il latte dalle mamme, sono troppo belli.
Percorriamo la passerella di legno sopraelevata che consente di avvicinarsi alla costa e alle otarie, senza però disturbarle e senza correre il rischio che, sentendosi minacciate, possano attaccare.
Ci sono anche diversi gabbiani che cercano di sfruttare la situazione per banchettare, ma vengono puntualmente scacciati dalle otarie.
Non ci sono molti visitatori, forse la maggior parte si reca qui al mattino da Swakopmund, meglio così, in questo modo siamo quasi da soli.
Da qui proseguiamo il nostro percorso lungo la C34 e arriviamo al relitto Zeila, un peschereccio proveniente dall’Angola che si è incagliato in queste acque pochi anni fa; i membri dell’equipaggio si sono salvati tutti, ma la nave è rimasta lì incagliata, come monito a coloro che non prendono con serietà gli avvisi di pericolosità della Skeleton Coast.
Sull’albero maestro e sulle strutture della nave ora hanno nidificato alcune aninghe africane (African darter), probabilmente a questi uccelli non è sembrato vero di aver trovato un luogo dove costruire il proprio nido così al riparo dai predatori; spesso quello che è un danno per qualcuno e un vantaggio per qualcun altro.
Da lì proseguiamo e poco dopo arriviamo a Swakopmund, la nostra destinazione per stasera; abbiamo fatto un viaggio incredibile oggi lungo la Skeleton Coast.