Per migliaia di anni gli abitanti indigeni della Namibia hanno vissuto della raccolta di bacche, noci, radici, e occasionalmente della caccia.
Lo stile di vita di queste popolazioni si è evoluto con il passare dei secoli, in particolare un gruppo, quelli che divennero poi i Nama, svilupparono una società più strutturata e modificarono il loro stile di vita, introducendo il bestiame da allevamento e passarono quindi da raccoglitori e cacciatori a pastori nomadi.
I Nama si stabilirono nella zona intorno al fiume Orange, che si trova lungo il confine meridionale con il Sud Africa e mantennero uno stile di vita pastorale per migliaia di anni, con greggi di capre e pecore, raccogliendo legna da ardere e il miele selvatico.
Nei secoli i pastori nomadi Nama si sono scontrati spesso con gli Herero, popolazione presente anch’essa sul territorio dell’odierna Namibia; gli Herero come i Nama, erano sempre alla ricerca di pascoli migliori per il proprio bestiame.
L’arrivo dei coloni europei sconvolse la regione e i rapporti tra le etnie, Herero e Nama prima nemici, si allearono per far fronte comune contro l’invasore tedesco.
Hendrik Witbooi fu il capo che guidò i Nama nella lotta di liberazione dalla colonizzazione tedesca, Witbooi era conosciuto come “il capitano che scompare nell’erba”, per via della sua tattica militare, nonostante sia ricordato come un vero eroe venne ucciso in battaglia il 29 ottobre 1905.
La forza militare dei tedeschi era nettamente superiore alle potenzialità delle popolazioni locali e negli scontri che avvennero dal 1904 al 1907 si stima che oltre 10.000 Nama persero la vita, un numero che corrispondeva a circa il 50% della popolazione.
Nel 1920 nei territori Nama, in corrispondenza della foce del fiume Orange, furono scoperti i diamanti, questo avvenimento scatenò la corsa dei cercatori per ottenere le terre migliori, terre che venivano espropriate ai Nama.
Oltre a vedersi sottrarre le proprie terre, i Nama subirono un ulteriore sopruso, vennero infatti costretti a lavorare come schiavi nelle estrazioni diamantifere e nella costruzione delle linee ferroviarie.
Durante il periodo dell’apartheid i Nama subirono forti pressioni per cambiare il loro stile di vita, i bianchi infatti, per poterli meglio controllare, “incoraggiavano” i Nama ad abbandonare il loro tradizionale stile di vita nomade a favore di una vita sedentaria all’interno dei villaggi.
Oggi i Nama vivono secondo le loro tradizioni nel Namaqualand, una parte di questo territorio è diventata parte del Parco Nazionale di Richtersveld; qui in questo angolo di Namibia si possono ancora osservare e ascoltare le loro tradizioni che vengono tramandate oralmente da generazioni.
I Nama oggi sono pastori nomadi che si spostano con il loro bestiame alla ricerca di nuovi pascoli, al mutare delle stagioni spostano i loro villaggi e le loro mandrie, attuando una rotazione dei pascoli che ha contribuito a preservare il territorio da un uso eccessivo.
La vita, la tradizione e la cultura del popolo Nama
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