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I Mursi sono un’etnia costituita da circa 10.000 individui, ma i numeri sono stimati, che vive nella bassa Valle dell’Omo, nell’Etiopia sud-occidentale, a un centinaio di km a nord dal confine col Kenya; il loro territorio, situato nel Parco Nazionale di Mago, è delimitato dalla presenza di tre fiumi: il Fiume Omo, il Fiume Mago e il Fiume Mara.

La storia dei Mursi è segnata da una lunga serie di migrazioni, intraprese nel tentativo di trovare un luogo adatto sia alle coltivazioni, sia all’allevamento del bestiame; in realtà si hanno informazioni certe in merito ai loro spostamenti solamente da circa due secoli, mentre per quanto riguarda il periodo antecedente, ci si può basare solamente sui racconti tramandati oralmente.

La sussistenza dei Mursi si fonda su due elementi fondamentali: l’agricoltura e il bestiame, la prima è caratterizzata principalmente da sorgo, ma anche mais, fagioli e ceci, mentre il bestiame è un’importante fonte di sussistenza e determina la ricchezza di una famiglia.

I Mursi praticano l’agricoltura in due momenti differenti dell’anno e in luoghi diversi:

  • nei mesi da settembre e febbraio coltivano lungo le sponde del Fiume Omo e del Fiume Mago, in questo periodo il terreno è fertile grazie alla presenza del limo depositato sulle rive durante le alluvioni annuali, verificatesi durante la stagione delle piogge; 
  • nei mesi tra marzo e aprile, nel periodo delle piogge, seminano nei terreni che hanno preparato a est del Fiume Omo. 

Entrambi periodi di coltivazione però hanno sempre un esito incerto a causa dell’imprevedibilità delle precipitazioni; il bestiame rappresenta quindi la fonte più sicura e certa per il benessere di una famiglia e della intera tribù.

Il bestiame assume un ruolo centrale anche durante i rituali, durante i quali vengono spesso sacrificati degli animali che poi vengono distribuiti alla famiglie per essere consumati; alcuni rituali invece riguardano proprio il bestiame.

I Mursi credono nell’esistenza di una forza superiore chiamata Tumwi, questa divinità vive in cielo e si manifesta attraverso alcuni elementi legati al cielo, come ad esempio l’arcobaleno oppure un uccello; l’uccello in particolare rappresenta il mediatore tra il mondo terreno e quello ultraterreno. 

Il sacerdote, o Kômoru, oltre ad essere la figura più importante per i Mursi e ricoprire il ruolo della principale carica religiosa, svolge il ruolo centrale di mediatore tra la comunità ed il dio creatore.

I sacerdoti eseguono rituali con l’obiettivo di proteggere la comunità, il bestiame e il territorio in generale, tenendo lontane eventuali minacce quali siccità, malattie, incursioni e ripristinando l’ordine sociale e naturale. 

I sacerdoti sono una figura molto importante e rispettata dalla comunità e proprio per questo chi assume il ruolo di Kômoru non può allontanarsi mai dal suo territorio.

Oltre alla figura del sacerdote i Nani godono di stima per le loro particolari abilità manuali: sono in grado di modellare le corna del bestiame e pulire ferite aperte grazie all’uso di determinate erbe e strumenti; in pratica sono una sorta di medici guaritori.


Infine ci sono le Ngerre, donne guaritrici che si occupano di trattare quotidianamente le malattie della comunità, attraverso l’imposizione delle mani spingono la malattia al di fuori del corpo del malato.

Un’altra figura molto importante per i Mursi, che però ha un ruolo più che altro politico è il Jabala; costui è un abile oratore che ha un ruolo primario nei dibattiti che coinvolgono la comunità.

Il popolo dei Mursi è suddiviso in clan, ce ne sono ben 18 nella bassa Valle dell’Omo, e tra questi clan esiste una reciproca stima e senso di fratellanza.

I clan sono suddivisi in villaggi; i villaggi dei Mursi sono piuttosto semplici e sono composti da una serie di capanne basse a forma di cupola, realizzate intrecciando i rami che poi vengono ricoperti di paglia.

Un altro aspetto significativo dell’organizzazione sociale dei Mursi è il sistema delle classi d’età: tale sistema e le relative cerimonie di passsaggio costituiscono importanti punti di riferimento nella vita delle persone.

Tutti gli uomini sono classificati in base a due categorie principali: ragazzi e adulti mentre la moglie assume la classe d’età del marito; queste due categorie sono suddivide ulteriormente in classi di età.

I Mursi adottano una discendenza patrilineare che è fondata esclusivamente sui legami tra individui di sesso maschile, la patrilinearità comporta dunque il passaggio da padre a figlio di proprietà, cariche e titoli.


Quello che rende i Mursi una tra le popolazioni più affascinanti dell’intero continente è l’utilizzo di numerose pratiche di modificazione e pittura corporea oltre all’utilizzo di numerosi accessori.

La più evidente delle modificazioni corporee è l’utilizzo del piattello labiale che viene inserito nel labbro inferiore alle ragazze che si preparano al matrimonio; piattelli simili vengono inseriti anche nei lobi delle orecchie mentre le scarificazioni vengono praticate su braccia, spalle, busto e schiena.

Oltre alle pratiche di body modification i Mursi sono abili artisti di body painting, ricoprono il loro viso e corpo con argilla creando movimenti sinuosi, linee geometriche e richiami della natura; ai vari tipi di argilla viene riconosciuto un importante potere curativo perciò viene utilizzata nei rituali di guarigione.

Anche gli accessori sono importanti e vengono indossati sia dagli uomini sia dalle donne, bracciali e cavigliere vengono indossati quotidianamente e anche l’immancabile Kalashnikov è diventato un accessorio irrinunciabile per gli uomini Mursi.

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