Gli Hamer sono una interessante popolazione che vive nella Valle dell’Omo in Etiopia, ancora oggi seguono e celebrano i riti di passaggio e i rituali tradizionali che si tramandano da secoli.
Nel corso della loro vita gli Hamer si trovano ad affrontare numerosi rituali, ad esempio, dopo la caccia, devono celebrare un rituale per garantire che i cacciatori abbiano successo nella caccia anche in futuro, un altro rituale deve celebrato ogni volta che un uomo beve del latte.
I rituali e le cerimonie interessano la vita quotidiana e diversi suoi aspetti, ad esempio vengono recitate alcune preghiere ogni volta che arriva un ospite al villaggio o nella capanna o quando un uomo beve del caffè.
Nella società Hamer gli sciamani e gli uomini della medicina hanno un ruolo molto importante, costoro sono le figure tradizionali che sono esperte di rituali e cerimonie e quindi godono di una grande considerazione all’interno del villaggio; sono coloro che compiono i diversi rituali, come ad esempio la lettura degli intestini degli animali.
Ogni clan nomina il proprio Gudili, costui è il responsabile dei rituali di un villaggio, uno sciamano che, in particolar modo, si occupa dei campi coltivati, che sono vitali per la sopravvivenza degli abitanti del villaggio; inoltre ogni clan ha propri rituali che il Gudili deve conoscere e celebrare.
I compiti principali di un Gudili sono di celebrare, coadiuvato dal suo assistente, i rituali stagionali di fertilità e protezione, per garantire il benessere di un villaggio, per assicurarsi raccolti e pascoli fertili, per proteggere le foreste, e, non ultimo, per il benessere e la salute della gente del villaggio e del suo bestiame.
I rituali stagionali sono molti e riguardano le fattorie, le mandrie e i campi.
C’è un rituale di particolare rilievo che si celebra durante una sera del mese di Mingi, ossia il mese contaminato o maledetto; per celebrare questo rituale il Gudili di un villaggio si reca nella boscaglia e raccoglie mazzi di piante sacre, che il Gudili e l’Ukili, il suo assistente, posizioneranno presso ogni capanna del villaggio Hamer.
Al tramonto viene celebrata la prima parte del rituale: il Gudili tiene, nella mano sinistra, una ciotola con del burro o il grasso di una pecora, e, nella sua mano destra, una pietra nera; lentamente tutti i bambini, le donne e gli uomini non sposati del villaggio si avvicinano e sfilano di fronte al Gudili che li benedice strofinando la pietra con il burro sui loro cuori e sui loro stomaci.
Questo rituale viene celebrato una notte in cui non c’è la luna, poiché è necessario avere il buio totale; a tal proposito vengono spenti tutti i fuochi del villaggio e le ceneri vengono sparse mentre tutti gli abitanti del villaggio si riuniscono in un determinato luogo nel bush al di fuori del villaggio.
Le persone si posizionano in cerchio e restano in silenzio le une vicine alle altre, mentre lo sciamano e il suo assistente girano attorno al gruppo tenendo una pianta magica in entrambe le mani: il Gudili cammina da destra a sinistra, mentre il suo Ukili cammina da sinistra a destra.
Dopo aver effettuato quattro giri attorno al cerchio di persone si fermano con le piante magiche in mano, a quel punto tutti gli abitanti del villaggio sfilano di fronte a loro e sputano rumorosamente sulla pianta liberandosi così della malattia o della mala sorte.
Terminata la purificazione delle persone il Gudili si reca nel bush e getta la pianta ai primi raggi del sole.
Rientrato al villaggio lo stregone accende un nuovo fuoco di fronte alla sua capanna; mentre sfrega il bastone tra le sue mani per far scaturire le scintille per accendere il fuoco, vengono recitate preghiere, eseguite benedizioni e si invoca la pioggia.
Quando il fuoco prende vita i figli minori delle famiglie del villaggio si recano al fuoco con le torce, le accendono e portano il nuovo fuoco nelle case dei loro padri.
Presso gli Hamer hanno una grande importanza i rituali di passaggio e tra questi il più importante è il rituale del salto del toro, che sancisce il passaggio alla fase adulta di un giovane; è un rituale complesso che deve essere celebrato da ogni giovane che ha intenzione di sposarsi, solitamente viene celebrato alla fine della stagione del raccolto.
Ma gli Hamer celebrano anche altri rituali di passaggio legati alla nascita, alla pubertà e alla morte di un individuo.
Il rituale Hamer legato alla nascita di un individuo prevede che, quando nasce un bambino al villaggio, venga tenuta una cerimonia per dare al bambino un nome: la nonna paterna prepara il caffè e, quando il caffè è pronto, il padre del bambino mette quattro foglie di gali in una ciotola e poi vengono serviti quattro mestoli pieni di caffè.
La nonna paterna prende le foglie di gali dalla ciotola di caffè e spruzza il caffè sulle spalle della madre del bambino quattro volte; a questo punto la madre prende il copricapo e la cintura di conchiglie di ciprea dalla nonna e li indossa.
La nonna prepara poi una grande ciotola di caffè, un grosso pezzo di burro bianco fresco, una corda di perline e un braccialetto di ferro per la madre del bambino.
La ciotola viene consegnata al figlio maggiore che la passa prima alla madre del bambino e poi a tutte le donne intervenute al rituale, le donne prendono la ciotola, ne sorseggiano quattro sorsi e poi prendono il burro e se lo strofinano sul collo.
La ciotola passa poi agli uomini che sorseggiano quattro volte e prendono il burro per strofinarlo sulla loro fronte.
Quando termina questa fase del rituale ed il caffè viene bevuto da tutti i presenti, il bambino riceve il suo nome.
La benedizione finale avviene quando la nonna mette le perle o un anello di ferro o un copricapo sul bambino ed il padre mette dei rami su una pelle di mucca; da questi rami si ricava la corteccia che viene lavorata e attorcigliata per creare delle corde che vengono legate attorno al collo, alla vita, ai polsi, ai gomiti, alle ginocchia e alle caviglie del bambino.
Il bambino viene poi adagiato sulla pelle del bovino per terminare il rituale; affinché il rituale sia efficace la mucca deve appartenere al padre del bambino, se la mucca è stata rubata ad un’altra tribù, durante il furto non devono esserci state vittime altrimenti porterà sfortuna.
I rituali Hamer della morte variano a seconda di chi sia il defunto, in ogni caso la persona morta deve esseresepolta nella terra Hamar; se venissero sepolti in territorio nemico, non avrebbero riposo e verrebbero tormentati dagli spiriti dei nemici morti.
Ci sono diversi e complessi rituali eseguiti a seconda delle azioni che l’uomo ha compiuto in vita come aver prestato il bestiame ad altri uomini, aver rubato mucche da altre tribù o aver pagato una mucca con delle capre.
Il funerale inizia presentando i beni del defunto che devono essere suddivisi tra i suoi discendenti in particolare i capi di bestiame.
Durante il funerale la vedova, e ogni donna sposata che partecipa alla cerimonia, raccoglie quattro mazzetti di sorgo con cui realizzano una bevanda e ogni partecipante deve berne 4 sorsi.
I figli del morto, in ordine di anzianità, entrano nella capanna del padre, massaggiano del burro sulla fronte e sul lato destro della testa del defunto, mentre chiedono al padre le mucche e le capre che vogliono ricevere come eredità.
In seguito entrano nella capanna le figlie del defunto accompagnate dai loro mariti; le figlie portano nella capanna una corda che viene legata al braccio dell’uomo, anche le figlie spalmano del burro sulla fronte del defunto e chiedono la loro parte del bestiame, degli asini, degli alveari e altri beni.
Dopo che il bestiame dell’uomo è stato diviso, il cadavere viene portato in una nuova capanna costruita in un recinto del bestiame, qui un vitello maschio viene sacrificato, gli viene tagliata la gola e in seguito viene scuoiato e la pelle viene utilizzata per avvolgere il morto; a questo punto viene lasciato nella nuova capanna per due giorni e due notti.
Il cadavere viene rimosso dalla capanna per essere seppellito in un luogo fuori dal villaggio, il corpo viene adagiato sul lato sinistro, in modo che possa alzare lo sguardo verso il sorgere del sole.
La tomba viene scavata utilizzando attrezzi appartenuti al morto e, una volta che il corpo viene seppellito, gli uomini e le donne depongono delle pietre per coprire la tomba e proteggerla dalle iene, infine una grande pietra allungata viene posta al centro del mucchio di pietre; per gli Hamer questa pietra ha una dimensione che va dai 40 cm a 80 cm, mentre per i Banna la pietra può raggiungere una dimensione di 1,5 metri.
Alla fine del rituale di sepoltura viene sacrificata una capra e tutti si lavano le mani con il sangue dell’animale sacrificato.
La cerimonia termina con i figli e le figlie che agitano dei ciuffi di piante sacre e chiedono la protezione del padre affinché protegga la famiglia ed il bestiame.
Le celebrazioni del funerale di un uomo possono durare fino ad un mese, e gli ospiti oltre a fare festa con la carne alla griglia e la birra, sparano con il kalashnikov per salutare la persona morta e per esprimere il loro affetto.
La sepoltura di una donna anziana è più semplice, una pelle di capra viene legata sopra l’ingresso della sua capanna e il corpo della defunta viene lasciato all’intenro due giorni a riposare.
Gli anziani del villaggio si riuniscono nella capanna della donna e bevono latte e acqua, o birra per le famiglie più ricche, utilizzando dei recipienti realizzati scavando delle zucche.
Due giorni dopo, il gruppo dei familiari e degli amici canta le lodi della donna ricordando quello che di buono ha fatto durante la sua vita, come ad esempio allevare i suoi figli, e cosa ha fatto per contribuire al bene del villaggio.
Il corpo viene poi sepolto in una fossa mentre gli anziani ricoprono la tomba con le pietre e, successivamente, viene posizionata una grossa pietra.
Esistono poi diversi rituali di sepoltura che vengono celebrati in base allo status sociale del defunto.
Una ragazza sposata viene sepolta su un fianco, viene sacrificata una capra e sulla tomba vengono posizionate due pietre di grandi dimensioni mentre i sui fratelli e sorelle minori si radono il capo.
Se muore un bambino che viene ancora allattato questi viene sepolto nel recinto del bestiame, mentre un giovane uomo viene sepolto dai suoi fratelli più piccoli mentre le sue sorelle sacrificano una capra e radono a zero le loro teste, infine le sue cose vengono distribuite ai suoi fratelli più giovani.
Se muore un uomo sposato che non ha ancora avuto figli, il figlio del fratello maggiore lo seppellisce senza porre nessuna pietra sulla sua tomba.
Se un uomo muore in battaglia ma il suo pene è stato lasciato intatto e non asportato dal nemico come segno di disprezzo, tutti dicono che è morto per via di un morso di serpente, piuttosto che in battaglia, e vengono eseguiti i rituali appropriati all’età.
Mentre se un uomo muore in battaglia ed il suo pene viene tagliato dal nemico, egli viene considerato mingi, ossia maledetto, non verrà sepolto ma il corpo viene gettato in pasto agli avvoltoi e alle iene; inoltre serve una cerimonia di purificazione quindi, con un bastone molto affilato, si uccide una capra completamente nera colpendola alla gola, in seguito, alla luce del tramonto, sia il bastone sia il corpo della capra vengono lanciati attraverso la porta del recinto del bestiame mentre i famigliari gridano “Vattene!”
Se qualcuno si suicida impiccandosi, la corda e l’albero utilizzati per togliersi la vita verranno bruciati e in seguito si seguono i rituali in base allo stato sociale del defunto.
Ci sono diverse forme di divinazione nella vita degli Hamer, un Moara è l’esperto in qualsiasi tipo di divinazione.
Se le persone sospettano che qualcuno non sia stato sepolto correttamente, il Moara consulterà gli intestini degli animali per capire quali riti non sono stati compiuti correttamente e cosa deve essere fatto per fare ammenda.