I Kara, conosciuti anche come Karo, sono il gruppo etnico meno numeroso della Valle dell’Omo, in Etiopia, si stima che questa tribù sia costituita da un numero di persone che oscilla tra le 1000 e le 3000 unità.
I Kara vivono lungo le rive orientali del Fiume Omo, qui si trovano tre villaggi principali e numerose fattorie isolate, sparse tra i terreni coltivabili.
I villaggi del popolo Kara in Etiopia
Il villaggio tipico dei Kara è costituito da una serie di capanne rotonde, costruite intrecciando dei pali ricavati dai rami, che vengono poi ricoperti con il fango per formare i muri perimetrali, il tetto conico ha una intelaiatura di pali di legno e viene poi rivestito con paglia ed erbe locali; i Kara non utilizzano pietre nella costruzione.
Tipicamente il villaggio è costituito da una trentina di capanne, raggruppate attorno ad un punto di incontro centrale; inoltre sono presenti diverse piccole palafitte, su cui si trovano i rifugi per i piccoli animali o i depositi per le granaglie, al fine di proteggerli e conservarli.
All’interno del villaggio si trovano anche dei robusti recinti, realizzati con grossi tronchi, che servono per radunare e proteggere il bestiame durante la notte.
Bovini e capre sono i beni più significativi di una famiglia Kara e ne determinano la ricchezza e lo status, ma sono i raccolti, ottenuti grazie alle permanenti acque del Fiume Omo, a sostenere e a nutrire la popolazione dei Kara.
Ogni famiglia Kara possiede due capanne: l’Ono, questa è la capanna principale della famiglia, qui il capofamiglia, la moglie e i figli si riparano per la notte, e la Gappa, che invece serve per svolgere diverse attività domestiche e come deposito degli utensili da cucina.
Solitamente i pasti vengono cucinati all’esterno ma durante le piogge la preparazione si sposta all’interno della capanna Gappa.
La capanna principale viene utilizzata dall’intera famiglia, ma se un uomo sposa più donne, al massimo può sposarne tre, ogni moglie avrà la propria capanna.
L’organizzazione sociale del popolo Karain Etiopia
Per i Kara la famiglia rappresenta l’unità sociale di riferimento, i Kara sono poi raggruppati in clan patrilineari ed esogamici; i membri di un clan prendono parte collettivamente a matrimoni e ad altri rituali e prendono decisioni in merito alla distribuzione della proprietà.
Gli uomini, giovani e adulti, sono suddivisi in gruppi d’età; le alleanze che si creano all’interno di questi gruppi sono molto importanti e, a volte, sono più forti delle relazioni parentali.
I Kara sono acefali, non hanno un re o un capo supremo, sonogli anzianiche si uniscono per prendere le decisioni politiche e per risolvere le dispute; dal processo decisionale le donne sono escluse.
Il rapporti del popolo Kara con le tribù confinanti
Il territorio dei Kara confina con i territori di tribù molto più numerose e ricche, come gli Hamer, Mursi, Banna e i Nyangatom; i Kara hanno sempre mantenuto rapporti commerciali con queste tribù, scambiando stoffe, perline, bestiame e provviste alimentari, ma non hanno mai voluto unirsi attraverso matrimoni intertribali.
Oggi può capitare che ci siano unioni con gli Hamer, viste le molte similitudini che ci sono tra le due tribù in termini di tradizioni e rituali; ma in passato anche le unioni con gli Hamer erano vietate.
Proprio per difendersi e mantenere puri i propri lignaggi i Kara hanno creato e mantenuto una serie di regole e divieti, tra cui il divieto di avere matrimoni misti e il divieto di avere figli al di fuori dai matrimoni approvati dagli anziani.
Un rituale particolarmente cruentoprevede l’uccisione dei bambini nati senza l’approvazione degli anziani, i bambini Mingi, questo è il nome con cui vengono identificati, vengono considerati impuri e portatori di disgrazie e carestie e per questo vanno allontanati dal villaggio e lasciati morire nella savana, divorati dai coccodrilli o da altri predatori, o banalmente lasciati morire di fame e sete.
Solitamente i Kara sono un popolo pacifico e non ingaggiano lotte con i popoli confinanti, anche perché, dato che sono una tribù numericamente inferiore alle altre, potrebbero facilmente soccombere; però hanno rapporti ostili con la tribù dei Nyangatomcon cui si sono verificati diversi scontri armati.
Quello con i Nyangatom è un conflitto che affonda le sue radici nel passato, tempo fa i Kara abitavano su entrambe le sponde del Fiume Omo ma i Nyangatom hanno esteso i propri territori e hanno costretto i Kara a rifugiarsi sulla riva orientale del fiume.
Questa migrazione non è stata pacifica, i Kara e i Nyangatom cercavano di rubarsi le mandrie a vicenda compiendo delle razzie nei villaggi altrui, da queste violente incursioni scaturivano inevitabilmente scontri armati che hanno visto alcuni guerrieri perdere la loro vita.
Oggi la situazione è migliorata e gli scontri a fuoco tra le due tribù sono solo un lontano ricordo; gli uomini continuano a girare armati con i loro AK47 che però rappresentano quasi esclusivamente uno status symbol.