Il complesso dei Makgadikgadi Pan e il rispettivo parco nazionale, in Botswana, è un luogo non molto ospitale per i leoni e la loro presenza è incostante.
Con le prime piogge le mandrie di zebre e di gnu si spostano nella pianura per nutrirsi di piante grasse e per dare alla luce i loro cuccioli; mentre durante la stagione secca le mandrie si concentrano in prossimità del fiume Boteti, poiché è l’unico luogo dove possono trovare l’acqua di cui necessitano e vegetazione con cui nutrirsi, lasciando così la distesa del Ntwetwe Pan pressoché deserta da parte dei grandi ungulati.
Alcuni leoni seguono le mandrie fino al fiume Boteti, cercando di evitare la sponda occidentale del fiume, poiché qui sono presenti insediamenti umani; altri invece rimangono nella parte occidentale del parco, dove si trovano le praterie e il pan, sfidando la siccità.
In questa zona solitamente non ci sono grandi branchi di leoni, è più facile vedere piccoli gruppi, due o tre leonesse, che coprono un territorio molto vasto, circa 1.000 kmq, questo poiché le fonti di cibo sono scarse e quindi necessitano di muoversi molto; i maschi frequentano più di un branco, con cui trascorrono il loro tempo, e possono camminare per oltre 50 km per notte per presidiare il loro immenso territorio in questa terra desolata.
L’acqua non è presente in questa parte del Parco Nazionale di Makgadikgadi e quindi, per circa 7 mesi, i leoni devono ricavare tutta l’acqua che serve loro dalle prede; appena uccidono una grande preda, come ad esempio un orice, come prima cosa aprono con gli artigli la pancia dell’animale per bere i liquidi corporei, prima che questi si secchino al contatto con l’aria calda e secca.
Le grandi prede però sono difficili da trovare e catturare durante la stagione secca, quindi spesso i leoni cacciano gli oritteropi (aardvark) e i porcospini; inoltre spesso escono dai confini del parco per cacciare qualche esemplare delle mandrie di bestiame, che sono molto più lenti rispetto alle antilopi e quindi molto più facili da catturare.