Il popolo Aja o Adja

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L’attuale gruppo etnico Aja, o Adja, è il risultato di numerosi insediamenti nella regione centro meridionale del Togo, qui si sono incontrate e unite le popolazioni Alu, Azanu o Za e Aja-Ewe.

I primi ad abitare questa regione furono gli Alu; le ricerche confermano che costoro abbiano abitato queste terre fin dal neolitico, occupando il loro insediamento primitivo, senza interruzione, almeno dal 3.700 a.C..

La leggenda vuole che il primo Alu scese dal cielo portando con sè gli arnesi per la lavorazione del ferro, e infatti studi archeologici hanno evidenziato come la lavorazione del ferro fosse un’attività molto praticata e che i fabbri Alu padroneggiassero perfettamente le tecniche di fusione e di lavorazione del ferro.

Purtroppo, oltre alle informazioni in merito alla lavorazione di ferro, oggi abbiamo pochissime altre informazioni sulla società Alu, si ritiene che fossero dei cacciatori e agricoltori.

La tradizione orale tramanda alcune leggende sull’origine di questo popolo, tra queste quella che racconta come i primi Alu sostenessero di aver incontrato i saggi della foresta:  li descrivono come uomini di piccola statura, i più grandi erano alti come i ragazzi di 12 anni, avevano la pelle rossa, i capelli lisci che cadevano sui loro volti; gli Alu raccontavano che costoro erano molto veloci a muoversi e correre nella foresta.

La realtà dei fatti è che probabilmente gli Alu incontrarono i Pigmei, che corrispondono a questa descrizione; si ritiene che i Pigmei vennero massacrati dagli Alu.

Le popolazioni Alu probabilmente si unirono, all’inizio del secondo millennio dopo Cristo, a comunità provenienti dal nord-ovest, gli storici sostengono che questi ultimi provenissero dal regno sudanese di Za nel Niger.

Un gruppo, appartenente agli Za, sarebbe arrivato fino al centro dell’attuale Togo e, unitamente agli Alu, diede vita al villaggio di Azamè.

Intorno al XIII secolo si verificò un ulteriore grande movimento di popolazione che portò all’occupazione della regione: gli Aja, che provenivano da est, si spostarono e si stabilirono in questa zona; costoro daranno il loro nome alla regione e la città principale cambiò il suo nome e da Azamé diventò Tado.

Queste genti provenivano da est, l’attuale Nigeria, che era la terra del popolo Yoruba e il termine Aja sembra derivare del termine yoruba “aledjo”, che significa “estraneo” o da “oba aledjo” che significa “patriarca straniero”; quest’ultima è la versione più verosimile.

I racconti della tradizione narrano che, tra gli Yoruba che si erano stabiliti in città, ci fosse un uomo che possedeva grandi poteri magici, con i quali sarebbe stato in grado di salvare la città, che era stata colpita da una grave epidemia.

Questo feticheur vudù organizzò alcune cerimonie di purificazione del villaggio di Azamé; durante l’esorcismo attuato contro gli spiriti, che avevano colpito la città, lo stregone pronunciò la formula cerimoniale che conteneva la frase “ata ado mi” che significa “ora il villaggio sarà risparmiato da ogni calamità”; da questa frase nacque il nome “Tado”, con cui, da quel momento, venne identificata la cittadina, che, fino a quel momento, si era chiamata Azamé.

L’arrivo di quest’ultimo gruppo etnico cambiò radicalmente il volto della regione: Azame, ora chiamata Tado, divenne una grande città che, a causa dell’avidità dei vicini gelosi della sua prosperità, venne circondata da grossi bastioni.

Le tre comunità coinvolte, gli Alu, gli Za e gli Aja, costituirono le origini della comunità Aja e del potente Regno di Tado, che prosperò fino al XIX secolo.

Nel suo periodo d’oro, compreso tra il XV e il XVII secolo, il regno di Tado assomigliava a una confederazione; il gesuita spagnolo Alonzo de Sandoval nel 1627 lo descrisse come “un regno potente che si estende su un immenso territorio nell’entroterra, con una zona costiera dove c’è un porto sicuro, governato da un nero chiamato Eminenza”.

Tado è quindi il sito ancestrale della comunità Aja e, durante il periodo coloniale, rimase una città isolata.

Tado è oggi una piccola città situata nel sud-est del Togo, a 3 km dal confine con il Benin e a 15 km da Tohoun, in pratica si tratta di un villaggio di confine ed è una città dimenticata dalle autorità togolesi; purtroppo questa antica città ancestrale, ricca di storia, è in rovina.

Tado è però il luogo dove, a settembre, di una grande festa, che celebra il passato fiorente della città e del potente re Togbui Anyi, il fondatore del regno.

A questa festa partecipano i figli e le figlie del popolo Aja di tutti i ceti sociali, dispersi durante la diaspora conseguente alla caduta del regno, recarsi a Tado in questa occasione rappresenta una sorta di pellegrinaggio.

A causa della caduta del regno e delle gravi carenze di terra fertile, nella regione di confine togolese-beninese, molti Aja sono emigrati, alla ricerca di terreni coltivabili per l’agricoltura di sussistenza o di lavoro, nei centri urbani.

Questa popolazione oggi conta circa 500.000 persone; ci sono un numero significativo di Aja che vivono in tutta la regione costiera del Benin e del Togo, nella Nigeria meridionale e nel Gabon.

I centri urbani di Cotonou, Lomé, Lagos e Libreville hanno tutti una significativa popolazione di migranti Aja.

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