Il fiume Okavango, il terzo fiume più grande dell’Africa meridionale, sgorga in Angola sull’altopiano angolano e scorre verso sud est, raggiungendo così il Botswana; lungo il suo percorso di 1.300 km ha trasportato, nei millenni, tonnellate di sabbia che hanno contribuito a generare le isole e le piane alluvionali del suo delta.
Le piogge estive in Angola, concentrate soprattutto nei mesi di gennaio e febbraio, aumentano la portata dell’Okavango; la piena del fiume impiega un mese a percorrere i primi 1.200 km del suo percorso e solitamente a marzo raggiunge Mohembo, il punto in cui, dopo aver attraversato la Caprivi Strip in Namibia, giunge finalmente in Botswana.
Da questo punto impiega qualche mese per percorrere i circa 100 km del Panhandle, riempire inizialmente i canali permanenti e, infine allagare i 250 km di piana alluvionale del delta; nei mesi di giugno e luglio si verifica quindi la piena del Delta dell’Okavango.
Se le piogge, durante la stagione delle piogge in Botswana, nei mesi di marzo e aprile, sono state abbondanti, può succedere che il delta si allaghi già a metà aprile o nel mese di maggio, grazie alla quantità di acqua piovana ancora presente.
Si ritiene che in passato, in epoca preistorica, in fiume Okavango non sfociasse in un delta interno, ma proseguisse il suo percorso e raggiungesse il Grande Lago di Makgadikgadi ma, in seguito ad alcuni movimenti tellurici, la pendenza del terreno cambiò ed ora non è più sufficiente per consentire al fiume di proseguire il suo cammino originario.
Oggigiorno le acque del fiume Okavango in Botswana, e la conseguente piena, scorrono lenti poiché su una distanza si 460 km il dislivello del suo letto è di solo 60 metri.
Nonostante la piena dell’Okavango riversi nel delta circa 11 km cubici di acqua ogni anno, una minima parte di acqua, circa 4%, riesce a fuoriuscire dal delta, alimentando il fiume Thamalakane, proseguendo poi nel fiume Boteti, fino a raggiungere il Lago Xau o la depressione salata di Makgadikgadi, oppure proseguendo verso ovest fino al lago Ngami; la quasi la totalità dell’acqua, ben il 96%, non riesce a superare il delta: il 36% evapora a causa delle elevate temperature e circa il 60% viene assorbito dalle piante.
Una conseguenza dell’elevata evaporazione è che l’acqua del delta potrebbe diventare progressivamente sempre più salata, ma il sale in eccesso viene assorbito dalle radici dalle piante che ne traggono nutrimento.
La straordinarietà e l’importanza della piena del Delta dell’Okavango risiede nel fatto che questa si verifichi nei mesi di giugno e luglio, nel pieno della stagione secca.
In questo periodo, nelle zone limitrofe al delta, i fiumi stagionali si sono già prosciugati e le pozze non sono altro che avvallamenti fangosi e salati; questo fa si che gli animali, dipendenti dall’acqua e in cerca di pascoli, si concentrino nel delta, dove possono beneficiare di acqua fresca e di una vegetazione rigogliosa, proprio grazie all’acqua fresca portata fino a qui dal fiume Okavango.
Si verifica un’elevata concentrazione di animali, sia erbivori sia carnivori, una delle più elevate di tutto il continente africano.
La piena inizia ad allagare il delta nella parte a nord ovest, spostandosi successivamente verso sud est; questo significa che nel mese di luglio le riserve, o concessioni, dove si verificano gli avvistamenti migliori sono le seguenti: Jao Flats, Abu, Moremi Centrale o Chief Island, Duba Plains e Vumbura; mentre tra agosto e settembre è meglio recarsi nelle seguenti: Moremi orientale i Mopane Tongue, Shinde, Kwara, Nxabega; infine a settembre nelle seguenti: Stanley’s, Chitabe e Ranns.
In realtà, nel corso dei decenni, l’andamento della piena, e del conseguente allagamento del Delta dell’Okavango è in parte variato e questo a seguito di una continua, se pur non percepibile, attività tellurica; questa zona infatti si trova nel braccio sudoccidentale della Rift Valley che attraversa, da nord a sud, la parte orientale del continente africano.
Il Delta dell’Okavango è un delta interno e si esaurisce nel Kalahari, infatti il fiume Okavango è chiamato anche “il fiume che non incontra mai l’oceano”; durante il picco massimo della piena raggiunge una superficie di 16.000 kmq, che si riduce a 9.000 kmq quando si verifica la portata minima; mentre la profondità dell’acqua arriva al massimo a 2 metri.
Dal mese di ottobre le piane alluvionali iniziano a prosciugarsi e l’acqua rimane solo nei canali permanenti, alcuni animali iniziano ad allontanarsi dal delta in conseguenza all’inizio delle piogge alla fine del mese di ottobre; nei mesi successivi le piogge rinverdiscono le aride distese del Kalahari Centrale e le depressioni salate di Makgadikgadi.